God_Seiya_Wars

Posts written by Marino di Scylla

view post Posted: 28/12/2021, 10:44 PRESENTAZIONE GSW8LE - REGNO SOMMERSO - ARDUIN - IL MONDO DEGLI ELEMENTI
CAPITOLO XVI – IL PEGGIOR TIMORE

Febo era dunque impegnato nell’ennesima battaglia contro sé stesso o meglio, contro ciò che quella zona comportava in lui.
Unico presente, dunque, a ‘godere’ di quel trattamento avvertiva un turbinio si sensazioni in sé talmente confuso da non dargli risposta alcuna.
La sensazione più vicina a ciò che provava era quella di una fortissima nausea.
La spiegazione più logica, se una spiegazione ad umana portata aveva, era quella di cortocircuito sensoriale dovuto ad eccessiva esposizione a uno stimolo!
Da dove gli uscivano tali altisonanti elucubrazioni?
Ma il tutto aveva la sua logica.
Il senso interessato pareva essere il sesto! Visto il luogo, non poteva certo risultare qualcosa di più semplice come un odore eccessivo, un suono impercettibile all’orecchio umano… No! Di certo nell’Olimpo non poteva che scatenarsi qualcosa di più altisonante!
Il problema era l’intensità dell’effetto…
Indubbiamente il marine di Scylla aveva già provato sulla sua pelle un potere divino…, ebbene questo lo trascendeva di gran lunga!
Perfino il settimo senso non produceva che un banale effetto ‘sputo nel mare’, modo di dire con cui si indicava il divario cosmico tra un umano e una divinità.
Tutto troppo ‘fuori scala’, insomma…, a meno che non fosse più di un potere divino a fare ciò che era lì!
E se fossero tutti e 12 gli olimpici insieme ad aver creato quella ultima ‘barriera’?
Tutto era possibile…, ma sinceramente Febo non era lì per risolvere quell’ennesimo rebus…!
Il marine dunque proseguì, seppur a fatica, sorretto da qualcosa che andava oltre il cosmo, o lo precedeva…
L’ideale o l’umano spirito di sacrificio! Ciò che rendeva gli uomini superiori agli dei, nel momento stesso in cui questi ultimo lo erano in ogni altro campo! Ciò che aveva reso cinque cavalieri di Athena qualcosa a cui nessuno altro era giunto, ad essere sacri guerrieri leggendari!
Dunque Febo scese da altra direzione rispetto a quella di risalita, verso il Tempio di Poseidone.
La sensazione sgradevole che l’accompagnava da sin troppi passi prese lentamente a scemare e cessò del tutto al di là dell’ ingresso del Tempio.
Il marine ripercorse mentalmente i nomi dei primi marine celebrati con meravigliose statue rossicce fatte di corallo ma completamente lisciate.
“Mio caro Febo…”
Il marine riconobbe la voce ancor prima di vedere la figura.
Aretusa delle Sorgenti Salate…
Sinceramente aveva davvero proprio poca voglia di combattere anche lei…!
Espanse il suo cosmo in maniera ostile, più come avvertimento che come minaccia vera e propria.
“Intendo incontrare Poseidone!”
Lei non parve ascoltarlo.
“Come osi portare violenza in questo luogo?”.
L’aria si riempì dell’odore del mare.
Lei emerse ben diversa da come lui se la ricordava dall’ultima volta che l’aveva vista.
Ora era praticamente sua coetanea o addirittura più vecchia da bambina o poco più che ricordava.
“Questioni di mermaid…” disse fra sé.
Non perse l’occasione di risponderle a tono.
“Perché tu cosa stai facendo?” disse indicando l’aura di cosmo che la circondava.
Lei arrossì spegnendo ogni velleità combattiva.
Febo fece altrettanto.
Con voce più pacata Aretusa chiese al compagno d’ordine di levarsi lo scale.
Visto che anche lei non indossava alcuna armatura, Febo decise di ubbidire.
“Siete entrambi feriti…” disse intendendo sia lui che l’armatura.
L’acqua, che ricopriva il pavimento pietroso per non più di un paio di centimetri prese a sollevarsi toccando gentilmente sia il corpo del marine che l’oricalco del totem di Scylla che era andato a formarsi.
Questa diede immediato sollievo al marine restituendogli l energie vitali e sanando ogni sua più piccola ferita.
Anche lui prese a parlare in maniera più garbata.
“Dove è Poseidone?”
Lei lo fissò come rassegnata. Non risultò immediatamente chiaro se a rispondere a lui o per la situazione.
“Per la maggior parte del tempo nessuna delle divinità esce dal Tempio di Zeus ed Hera! E a nessun sacro guerriero è permesso l’accesso lì! ”
“Ci hai provato?” chiese lui.
Lei annuì!
“Perché questo isolamento? Il Grande Tempio di Athena è in mano alle schiere di Hades e nessuno fa nulla…! Il Regno Sommerso, protetto dal potere di Poseidone, viene ‘aperto’ come se non esistesse difesa alcuna e da Poseidone neppure una parola…! Cosa diavolo sta succedendo? Vogliono mollare tutto?”
Aretusa sorrise.
“Mollare il loro ‘gioco’ preferito? Ma figurati…”
Entrambi rimasero in silenzio per qualche secondo, intuendo l’ovvio proseguo della discussione.
Fu Febo a rompere ogni indugio.
“Cosa temono?”
Aretusa fece spallucce prima di esprimere la sua ipotesi.
“Nemesi ha distrutto quasi tutto… Ogni sacro percorso ha subito danni quasi irreparabili e i vari mondi hanno logicamente innalzato ogni difesa possibile richiudendosi in loro stessi… Alcuni si son riparati da soli…, altri lo faranno quando si riterranno pronti…, ma tutto tornerà come prima…”
“E che c’entra ciò? E’ logico che tutto debba tornare come deve essere…”
“Aspetta…, è solo una mia ipotesi… Nessuno può negare che però per un più o meno limitato periodo di tempo tutte le barriere si sono al contempo abbassate… Tutto può essere andato ovunque e ciò che vi era relegato può essere uscito!”
“Crono…? Giganti…? Ecantochiri…? Cosa altro…?” chiese Febo.
“E chi lo sa? Potrebbe anche essere qualcosa di cui nessuno di noi ha mai sentito parlare…, qualcosa di dimenticato…, o che si è voluto dimenticare…”
Il marine di Scylla rimase in silenzio pensando a cosa potesse esserci di così spaventoso da costringere gli dei a non uscire più di ‘casa’.
“Il fatto più strano è lo spostamento dell’ordine di Hades nel Tempio di Athena… E se il problema fosse in Ade?”
Aretusa parve raggelarsi.
Febo annuì esprimendo il comune timore.
“Il Tartaro! E se la prigione del Tartaro non fosse più serrata? Cosa può uscire da essa di tanto spaventoso? Qualcuno ha idea di cosa contenga o debba contenere?”
Un attimo di pausa.
“Davvero non si può entrare a colloquio con gli dei? Almeno per sapere…”
Aretusa fece cenno di diniego.
“Non è detto che poi siano davvero lì! Ricordi dai tuoi genitori cosa c’è al di là di quel Tempio? Ti hanno parlato del luogo ove si incontrano tutte le divinità?”.
“Dunque dovremmo limitarci ad attendere?”
La mermaid annuì.
“Come sempre Febo…, come sempre… Ancora credi di avere pieno libero arbitrio? Comprendi che questo riguarda solo te, non certo l’intero percorso del destino!”
Febo fece cenno di no sconsolato.
view post Posted: 1/11/2021, 11:44 PRESENTAZIONE GSW8LE - REGNO SOMMERSO - ARDUIN - IL MONDO DEGLI ELEMENTI
CAPITOLO XV – MUSICA SENZA STRUMENTI!

Il terzo scontro in sviluppo quasi contemporaneo con gli altri due si svolse in campo di battaglia lievemente separato da quello degli altri.
Era come se sia Terentios che il marine avessero voluto combattere in disparte, privi di distrazioni e intromissioni da parte degli altri o timorosi che i reciproci poteri interferissero in maniera non controllabile sugli altri scontri in atto.
Musica ed esalazioni…, quali poteri inebrianti per le poveri menti che ne fossero soggette…
Tecniche segrete di indubbia efficacia…, musica che non penetrava nel nemico solo attraverso l’udito…, veleno che attecchiva nel nemico non solo attraverso bocca e naso…
Come difendere la mente da effetti sonori che non erano solo quello?
Come difendere il corpo da qualcosa che penetrava in esso anche attraverso le impercettibili fessure dei tessuti e delle cellule del corpo?
Indubbio pensare che la differenza l’avrebbe fatta l’utilizzo del cosmo, la convinzione nella propria missione, nei propri ideali…
I cosmi dei due guerrieri si ampliarono in tutta la loro luminescenza.
Una sorta di nebbia viola roteava attorno al satiro di Dioniso, dorata attorno al guerriero di Poseidone.
I loro occhi si incontrarono prima di ogni altra cosa e fu lì che, andando oltre al semplice scambio di sguardi, che si ebbe una sorta di predizione dello scontro.
Nihal avrebbe perso!
Terentios sorrise appena dopo aver avuto quella percezione…, Nihal mancava di convinzione! Il potere più grande che poteva avere, non gli apparteneva!
In effetti il marine di Syren non aveva ancora superato il limite che gli era stato contestato più volte, sin dal suo addestramento con Io di Scylla, padre di Febo.
Era un limite dei guerrieri che facevano della musica la loro arma…, lo strumento!
Qualunque avversario che affrontava un sacro guerriero musicista, non aveva che da privarlo dello strumento per passare in enorme vantaggio, a volte incolmabile!
E Nihal non era riuscito a compiere nessun passo avanti in tale senso, perdendo ogni fiducia in sé stesso, conscio di questa sua incapacità palese.
Terentios partì per primo espandendo la nebbia violacea della PACE DEI SENSI, ma lesto Nihal si portò il flauto alla bocca suonando le note del DEAD END CLIMAX.
L’onda d’urto delle onde sonore parve evitare che le particelle velenose lo raggiungessero.
Terentios scattò lateralmente come voler attaccare il marine da un’altra angolazione.
Il marine di Syren non si scompose, la sua musica poteva arrivare ovunque e preferì non perdere tempo a intentare altro.
Proseguì dunque la melodia intentando un’altra onda d’urto tutto intorno a sé a 360°.
Cosmo contro cosmo.
Il satiro si bloccò di colpo difendendosi con il suo cosmo, concentrando la sua nebbia sino a divenire praticamente invisibile dietro ad essa.
Per un po’ i due poteri si equivalsero, nulla tra veleno e musica parve prevalere, ma d’improvviso Nihal prese una stecca tremenda!
Come poteva essere possibile?
Altresì la nebbia del satiro prese a cambiare di colore.
Da violacea divenne rosso fuoco!
“DELIRIUM TREMENS!”
Nihal optò per un repentino cambio di melodia e scatenò il DEAD END SYMPHONY.
Entrambi ampliarono enormemente il loro cosmo, ricorrendo alle vette proprie del settimo senso.
La peculiarità delle loro tecniche permetteva loro di ampliare gradualmente l’intensità dei loro attacchi e quindi di gestire attentamente il consumo delle loro energie vitali.
Incubi si materializzarono dunque di fronte ad entrambi, ma parvero più effetti illusori che concretamente pericolosi.
Almeno fino a quando per uno dei due accadde, per la seconda volta, l’imprevedibile!
Un’ altra stecca!
La mente di Nihal fu dunque costretta a soccombere, seppur per i pochi istanti che impiegò per ricorrere ancor più concretamente al settimo senso, isolando la sua mente.
Ma era quello ciò che Terentios aveva cercato nello scontro e che aveva ottenuto…, ora lui era in vantaggio nelle energie vitali residue e dunque aveva vinto!
Non perse occasione di farlo notare a Nihal.
“Fine dello scontro, guerriero di Poseidone…, lo svantaggio in cui sei incorso è ora incolmabile!”
Il marine non si curava molto delle parole del suo avversario, era teso a fissare il suo flauto.
Perché l’aveva tradito ben due volte?
Banalmente gli parve di vedere la figura di Io di Scylla nella sua mente e i rimproveri di tutti coloro che gli avevano detto di non fare troppo affidamento nel suo strumento, prima o poi gli sarebbe costato caro!
Terentios stava cambiando ancora tecnica!
La nebbia stava diventando verde…, era il potere venefico della FINE DEI TORMENTI!
A Nihal rimaneva il CIRCLE BARRIER, la sorta di scudo cosmico che generava semplicemente facendo roteare il flauto.
In effetti quel colpo non prevedeva onde sonore…, ma a cosa sarebbe servito ora che aveva accumulato un vantaggio insormontabile?
Insormontabile…, che brutta parola, in grado di determinare la fine di una vita, addirittura…
Poco gli importava se gli scontri l’ richiedevano davvero la morte di uno dei due o no…, in uno scontro vero il suo destino sarebbe comunque stato segnato, irrimediabilmente!
Insomma non aveva più niente da perdere!
La vita era cosa scontata…, e in realtà non aveva mai vinto contro sé stesso e i dubbi inculcati in lui sin dai tempi dell’addestramento…
Perché aveva fallito e non era mai risuscito ad emergere?
Cosa gli mancava?
Non la volontà di sacrificio per i capricci del proprio dio…, non la mancanza di ideali…
Davvero era solo la sicurezza in sé che gli serviva?
Tornò con la mente ai tempi dell’addestramento innalzando una poco convinta difesa contro la nebbia verde.
Almeno qualche istante per riflettere…., era tutto ciò che gli restava!
Principi di fisica legati ai suoi poteri di musico…, lezioni noiose ma intriganti al tempo stesso…, neppure poco chiare ma istintive senza ombra di dubbio come retaggio della sua simbologia…
Le Sirene…, le sirene mica suonavano, cantavano in realtà!
Avrebbe dovuto provare a cantare?
Non si era mai considerato un gran che in canto…
Osservò per un ultima volta il suo flauto e lo lasciò cadere al suolo, circondato da un mondo che ora era solo verde.
Musica…, canto…, rumore…, non sono tutte onde sonore?
E se fosse quella la chiave per risolvere tutti i suoi problemi passati e soprattutto presenti?
Controllando la pressione attorno a sé poteva produrre rumore e regolando la propagazione dello stesso poteva creare musica.
Non occorreva uno strumento per fare ciò…, doveva solo controllare con estrema attenzione l’aria che lo circondava!
Provò con un banale eco.
Chiamò il suo avversario:
“Terentios…”
La prima volta non accadde nulla.
Poi ci fu una risposta, un eco che ripeteva il nome del satiro.
E più e più volte, sino a che la nebbia stessa parve fermare il suo espandersi in potenza come dubbiosa su ciò che stava accadendo.
Era il tempo di musica ora!
Le stesse note del DEAD END SYMPONY.
“Cosa vuoi fare marine…, hai già perso! Potrai pure aver imparato a produrre musica senza il flauto, che io stesso ho riempito di particelle di veleno sin dal mio primo attacco che eri convinto di aver fermato…, ma non ti servirà a nulla! Io posso ampliare maggiormente di te il cosmo! Ah,ah, ah!”
La risata del satiro riecheggiò dietro il verde assoluto che circondava Nihal.
L’ultimo scontro fra musica e particelle velenose.
Ancora breve parità con passaggio repentino di favore nei confronti del satiro.
Ma l’esito non fu più conclusivo.
Ancora parità ed incremento lento ma inarrestabile della musica.
“Perché?” urlò Terentios. “Come puoi reggere ancora e addirittura incrementare il tuo cosmo?”
Nihal rimase in silenzio concentrandosi sul suo tentativo.
Vi era un altro fattore che entrambi non avevano considerato sinora ma che gli stava dando l’unica possibilità…
Fisica delle onde…, il fenomeno dell’interferenza…
Più fonti sonore in interferenza totalmente costruttiva!
Il suono ampliato per puro fenomeno naturale!
Due nuove importanti lezioni in una volta sola per Nihal…
Forse l’ultima delle lezioni, ma gli sarebbe bastata…
La nebbia prese a decadere.
Terentios prese ad urlare, sottoposto a qualcosa di inaspettatamente superiore ad ogni suo tentativo.
Nihal era riuscito a far leva con un colpo che lo portava ad un progressivo indebolimento portandoli nuovamente entrambi ad una condizione di parità o quasi.
La fisica stava facendo il resto…
Quando il mondo tornò a colori usuali, il marine di Syren porse una semplice domanda.
“Ti arrendi dunque?”
Dietro di lui ebbe l’impressione di avvertire la presenza del cosmo del suo maestro…
Ce ne era voluto di tempo, ma forse quello era il vero giorno del termine del suo addetramento!
view post Posted: 26/9/2021, 14:35 PRESENTAZIONE GSW8LE - REGNO SOMMERSO - ARDUIN - IL MONDO DEGLI ELEMENTI
CAPITOLO XIV – IL RIPOSO DEL PAVONE!

L’incubo del marine di Seadragon si aprì dunque attorno all’avversaria.
La solita immagine di tempesta e naufragi si materializzò lasciando intendere che la paredro avesse ben poche speranze.
GOLDEN BERMUDA…, un vasto mare creato dal volere di Dag, libero di espandersi e cambiare sotto i suoi capricci…
Un colpo risolutivo, in grado di chiudere sul nascere ogni volontà di combattimento di coloro che vi precipitavano dentro, ben in pochi vi erano sopravvissuti e più che altro costoro ne erano usciti per volontà dello stesso marine che per loro abilità.
Dag si concesse dunque il tempo di distrarsi sugli altri scontri, almeno fino a quando un esplosione cosmica, seguita da un immenso dolore non lo fecero piegare in due.
Tre artigli di metallo lo avevano trapassato da parte a parte a livello dell’addome!
Il varco, che lui aveva richiuso dietro a Irene, si riaprì mostrando lei dietro agli artigli, allungatisi smisuratamente dal dorso dei suoi guanti.
E quella era solo una mano…, gli atri si gettarono su di lui da, appunto, un’ enorme distanza addirittura dimensionale!
Il marine si gettò indietro in una nuova smorfia di dolore nel cercare di sfuggire agli artigli conficcati in lui.
Il tentativo funzionò a metà nel senso che essi rimasero conficcati in lui, allungandosi e seguendolo in ogni movimento.
Perlomeno non lo raggiunsero quelli dell’altra mano e rimasero infissi nel terreno, dando però modo alla paredro di uscire del tutto dalla trappola in cui si trovava.
Lei non perse occasione per schernirlo.
“Avrei potuto chiudere qui lo scontro…, ma mi serviva un appoggio per sfuggire dalla tua banale raffigurazione…, ah, ah, ah!”
Aumentò ancora l’espansione del suo cosmo, giungendo indubbiamente oltre le vette del settimo senso.
I tre artigli della seconda mano apparvero all’improvviso fuori dal terreno, proprio sotto Dag ma non trovarono alcuna resistenza nel suo corpo, lui non c’era più!
Furiosa la guerriera richiamò a sé i prolungamenti della sua armatura e cercò di individuare l’avversario.
Vide le macchie di sangue di Dag solo nel punto esatto in cui stava prima e solo la voce di lui giunse ai suoi sensi.
“Notevole guerriera…, sei migliorata molto dai tempi del torneo…, tempo dunque anche per me di fare sul serio!”
Il varco dimensionale si aprì ancora.
Dag si ergeva in posizione a croce davanti al buco nero che era fulcro della parte iniziale del suo colpo.
Irene lanciò in contemporanei i sei artigli del METAL CLAWS contro Dag e si ritrovò ad attraversare infiniti ostacoli con essi…, carene di navi…, alberi maestri…, paratie d’acciaio…, scafi ritenuti praticamente indistruttibili…
Quindi pesci straziati dal metallo di cui gli artigli erano fatti…, rocce…, alghe…, sabbia…
E forse questo repentino cambiamento di immagini era meglio che Irene l’avesse notato con attenzione…
I suoi artigli iniziarono a rallentare il loro incedere furioso.
Lei si concentrò su quello.
Non parevano le immagini essere la causa di quell’impedimento crescente…, era qualcosa d’altro…
Si guardò intorno e capì.
Non era più sospesa in una tempesta di naufragi a cui avrebbe, tutto sommato, potuto sopravvivere a lungo saltando da un relitto all’altro…, era sul fondo del mare, ora!
E se la tempesta diveniva sempre meno avvertibile, la pressione intorno era in crescendo!
“Maledetto!” grugnì lei nella mente di Dag, tramite di quella comunicazione telepatica. “METAL PANELS!”.
Le ali del pavone abbracciarono la guerriera divenendo pannelli di metallo e chiudendola in una sorta di bara.
“Poco cambia!” le rispose lui. “Per me basta star qui sino al compimento della nostra missione…, che ne dici?”
“Se sicuro? Pensi che il fatto di riuscire a rendere un colpo come ‘mai visto’ ti dia la vittoria automatica? Vi è altro che determina uno scontro!”
Il cosmo di lei si ampliò esponenzialmente.
Il varco dimensionale prese a sgretolarsi nelle immediate vicinanze di Irene.
Per qualche istante Dag provò a resisterle ma intuì il pericolo insito in quella gara…, lui sin dall’inizio era messo peggio di lei in riserva di energie vitali!
Dunque entrambi tornarono sull’ Olimpo.
Il marine di Seadragon provò a sfruttare il momentaneo vantaggio.
“TROPICAL SEALIFE EXPLOSION!”
La donna sorrise all’apparire della genesi di Dag.
“Sai, saresti un bravo pittore o scrittori di fantascienza…, ma come sacro guerriero sei ben lontano dalla piena maturazione! METAL SPLINTERS!”
La coda del pavone si dispose a ruota dietro di lei mostrando un immenso numero di occhi a fissare il marine.
Quindi la pioggia di schegge di metallo venne diretta sulle raffigurazioni di lui.
Dag ebbe ancora la peggio.
Il suo unico merito era stato quello di averla rallentata, indebolita.
Cadde al suolo senza dar l’impressione di poter proseguire.
Irene, visibilmente spossata, parve non provare interesse per gli altri scontri e si accinse a proseguire inseguendo Febo.
Un paio di passi e avvertì lo stringersi di una mano su una sua caviglia.
Dag stava tentando ancora di fermarla!
Lei fu implacabile.
“GREY UNIVERSE!”
Un getto di metallo fuso si riversò sul povero marine bloccandolo al suolo fra atroci tormenti prima di risultare del tutto immobilizzato.
La testa gli era stata risparmiata.
In fin dei conti neppure lei pareva voler davvero uccidere il suo avversario…
Proseguì ancora.
Giunse fino allo spiazzo del Tempio di Zeus ed Hera e ancora venne fermata.
Il corpo esanime di Dag comparve alle sue spalle appoggiandosi a lei in un estremo quanto futile tentativo.
Lei lo sorresse appoggiandolo delicatamente al suolo.
Il marine era pure privo di scale…
Si guardò intorno alla ricerca di Febo e non lo vide, fermata e distratta anche da ben altro…
Hera in persona le fece cenno di fermarsi prima di svanire fra luci multicolori.
Lei si lasciò cadere a terre stremata, prima di coricarsi del tutto in posizione supina.
Guardò Dag a poca distanza da lei, quindi il cielo dell’Olimpo prima di chiudere gli occhi nella speranza di un rapido riposo.
view post Posted: 4/9/2021, 09:57 PRESENTAZIONE GSW8LE - REGNO SOMMERSO - ARDUIN - IL MONDO DEGLI ELEMENTI
CAPITOLO XIII – LA PIETA’ DI PITONE!

Babylas si rialzò e incenerì con lo sguardo Andrè.
in realtà non assunse una posizione eretta ma inarcò più che altro la schiena dando l’apparenza di prendere la posizione di un felino pronto all’attacco.
Le gocce d’acqua normalmente presenti nell’aria, che comunque esisteva anche sull’Olimpo, presero a condensarsi divenendo sempre più evidenti, innalzandosi dal suolo come se piovesse in senso opposto.
Fluttuando nell’aria come se lì la fisica fosse altra cosa rispetto a quella dell’Abred, si mossero tutto intorno al marine di Seahorse.
Piccole scariche elettriche provenivano da entrambi i sacri guerrieri dando inizio alle espansioni cosmiche delle reciproche simbologie.
E quindi ebbe inizio.
Il paredro si mosse con incredibile velocità portando evidenti fendenti di luce, come tagli nell’aere eseguiti dagli artigli di una fiera.
“CAT KEENEES!”
L’assorbimento delle acque circostanti ebbe un’improvvisa accelerazione e attorno ad Andrè si formo un vortice.
“DIFESA DELLE COSTE!” urlò il marine.
I tagli del paredro aprirono il vortice che, però, si richiudeva subito su sé stesso vanificando gli sforzi.
Babylas, però sorrise, e anche se pareva impossibile, aumentò rapidamente in velocità e potenza sino ad abbattere Andrè cancellando al contempo la sua difesa.
“Sei troppo debole rispetto ai tuoi compagni e soprattutto rispetto a me! Ho solo giocato con te all’inizio!”
Il marine di Seahorse si alzò sputando sangue.
Aveva perso l’elmo e tre evidenti tagli gli attraversavano ora la guancia sinistra.
“Sarò anche più debole di te…, ma mi è stato insegnato che non importa solo il rapporto di forza in uno scontro tra sacri guerrieri! Sono ben più importanti la motivazione e lo spirito di sacrificio!”
Andrè aprì entrambe le braccia a croce.
“Non molto tempo fa avresti vinto, incapace come ero di controllare le emozioni…, ma mai come oggi quei tempi mi paiono lontani!”.
Ancor le gocce nell’aria divennero sempre più evidenti per poi scoppiare nel nulla.
E forse Babylas avrebbe fatto bene a valutare quel ‘nulla’…
Gli artigli del paredro parvero ancora abbattersi sul marine ma Babylas venne abbattuto prima di raggiungere il corpo dell’avversario.
“PLACID STREAM!” disse sorridendogli Andrè.
Il paredro non pareva aver subito gravi danni, ma il suo pettorale si era evidentemente ripiegato verso l’interno!
“Maledetto! La pagherai! BESTIAL RAGE!”
Questa volta si formarono le icone energetiche di numerose bestie feroci dietro a Babylas.
Queste si lanciarono contro il marine abbattendolo e ferendolo in più punti.
Ma egli si alzò ancora.
Il paredro non perse l’occasione per schernirlo.
“Hai perso guerriero non sei alla mia altezza!”
“Perso?” gli disse Andrè. “Io ho già vinto! Questa gara non si concludeva con la mia o la tua vittoria! Lo scopo era quello di permettere ad altri di raggiungere Poseidone!”
“Cosa cambia? Ora ti darò il colpo di grazie e poi dovrò solo badare ai tuoi compagni!”
“Vedi che ancora non capisci? Quanto è forte il tuo proposito di difendere questi luoghi? Sei disposto a morire per supportare il volere della tua dea, Hera?”
“Certo che sì, cosa credi?”
“Nulla, certo lo immaginavo… Ma ti riformulo meglio la domanda…, sei disposto a morire indebolendo il tuo orine di fronte a qualcosa che reale minaccia non è? Sei disposto a indebolire il tuo pantheon uccidendo me quando è ormai tempo che in questa era giungono nemici reali da ogni dove?”
Il paredro rimase in silenzio.
“Vedi è questo il motivo per cui chiunque qua non può riuscire a fermare la nostra missione!” disse Andrè.
Il marine si pose ancora ritto a croce.
Babylas scrollò la testa.
“In tutto quello che ti hanno insegnato manca una cosa fondamentale…, una delle lezioni più importanti…, un colpo già visto non funziona contro un sacro guerriero! PREY BIRDS SIEGE!”
Questa volta il cielo sopra di loro si arricchì delle icone energetiche di molti rapaci.
“PLACID STREAM!” fu l’attesa risposta del marine di Seahorse.
Per qualche istante nulla parve accadere.
Babylas concentrò tutto sé stesso nel colpo ma all’improvviso si ritrovò ad essere sbalzato via rovinosamente mentre anche Andrè si piegava in due perdendo copiosamente sangue da diverse parti del corpo.
Il paredro non era profondamente ferito ma metà della sua armatura era del tutto inservibile!
Come poteva essere?
Eppure era un colpo che aveva già visto!
Visto…?
Cosa in realtà aveva già visto di quel colpo?
Aria? Acqua? L’una o entrambe condensate in un potente flusso diretto contro di lui…
In effetti troppi dubbi…, non è che avesse visto molto…
Un gran bel colpo, non c’era che dire…
Comunque sia il marine non era più in grado di combattere! Troppo era il divario tra loro!
D’improvviso il paredro cadde in ginocchio vomitando sangue!
Non poteva essere…, non aveva visto nulla!
Il settimo senso…, dannazione costui aveva usato il settimo senso finendo sconfitto pur di avere una possibilità!
E in fin dei conti aveva vinto anche il marine…, Babylas dubitava di reggere un altro scontro e costui avrebbe dovuto essere il più debole degli intrusi!
Vide un movimento nel corpo martoriato di Andrè, ormai privo della sua scale.
Si stava rialzando!
Il paredro sentì la furia montare in lui.
Non gli avrebbe lasciato la possibilità alcuna di fare altro!
Superò i limiti del settimo senso al di là di ogni rischio, al di là di ogni dubbio.
“Ecco il mio colpo ultimo! TEN HEAD SNAKE CANNON!”
Il mitico Pitone apparve alle sue spalle incanalando una potenza devastante.
Andrè sembrava uno zombie ritto in piedi, ricoperto di sangue.
Gli occhi erano l’unica parvenza di vita che pareva rimanere in lui.
Si chiusero anch’essi, forse in un ultimo tentativo d concentrazione, di ricerca del cosmo dentro di sé.
Quindi la devastante esplosione generata dalle 10 teste dietro a Babylas.
Per qualche istante l’intera esistenza attorno al marine di Seahorse parve cancellata.
Poi, quando polvere e potenza cosmica scemarono, riapparve il marine nell’identica posizione in cui si era trovato.
Cadde il suo corpo appena dopo, in contemporanea a quello del paredro.
Fu il solo Babylas a pronunciare qualche parola prima di cedere all’estrema spossatezza.
“Non potevo permettere che Pitone fosse causa del tuo sacrificio…, in parte hai vinto tu questo scontro, Andrè, ricordalo…, avevi ragione, in spirito mi hai surclassato!”.
10 crateri giacevano intorno al corpo del marine.
Nessuno di essi lo aveva davvero preso in considerazione, nessuna testa aveva davvero mirato a lui!
view post Posted: 1/8/2021, 15:35 PRESENTAZIONE GSW8LE - REGNO SOMMERSO - ARDUIN - IL MONDO DEGLI ELEMENTI
CAPITOLO XII - LA SOMMITA’ DELL’ OLIMPO!

Basiti i presenti rimasero a lungo in silenzio.
Il marine di lemuri si inginocchiò a vomitare.
Il veleno di Scylla…
Febo si avvicinò zoppicando a lui senza dire nulla, fermò lo svilupparsi degli effetti e rimase a fissarlo.
Man Singh curò la sua gamba e fu Dag a rompere il fastidioso silenzio esponendo i comuni dubbi.
“Da quanto sei qui?” disse al nuovo rappresentante dell’ordine.
“Da quando Poseidone stesso mi ha nominato come condottiero dei suoi guerrieri e sua personale scorta nell’Olimpo!”
Nessuno disse nulla.
Vedendo che Febo non aveva molta voglia di dire qualcosa, il marine di Seadragon proseguì.
“Volevamo solo vedere Poseidone…, capire…, perché tutti questi ostacoli sul nostro pacifico cammino?”
“Gli dei sono tutti qui! Tutti! Hanno dato precise istruzioni ai loro prescelti, nessuno non invitato, amico o nemico che sia, può presentarsi al loro cospetto!”
Intervenne Nihal: “E voi sareste la loro ultima linea di difesa? Ah, ah, ah! Senza inganni, chiunque di coloro che non si sono nascosti qui durante ben due guerre sacre potrebbe giungere da solo ove desidera!”
Lemuri fece per alzarsi di scatto ma lo sguardo dei presenti lo fece desistere da subito.
Subitaneamente divenne, però, l’esatta copia del marine di Syren.
“Io almeno so combattere anche senza un flauto!”
Fu Febo a farsi avanti stizzito.
Il pungiglione dell’ape sul suo bracciale brillava evidentemente.
“Veniamo al dunque, hai qualcosa in contrario se dovessimo proseguire sino al Tempio di Poseidone?”
Lemuri non perse di vista lo scale di Scylla, dimenticandosi quasi di rispondere.
“Fate pure, lì capirete a vostre spese che è meglio non far adirare gli dei!”
Dag sorrise.
“Non ci vuole un genio…, all’appello da sin troppo tempo mancano i due paredri di Hera e Terentios, satiro di Dioniso…, magari anche altri più quotati di te…”
Lemuri scoppiò a ridere in una risata sguaiata.
“Qui siamo sull’Olimpo, non in Abred…” disse,
Allungò una mano mostrando il proseguo del percorso.
“Prego, proseguite pure…” disse tutto sorridente.
Si decise di lasciare il marine di Krisaore a controllare Lemuri, mentre gli altri avanzarono verso il Tempio di Demetra.
Il passaggio fu veloce e senza problemi, questi li aspettavano tutti alla base delle scale che proseguivano verso la zona successiva.
La previsione era stata più che rispettata.
Ad attenderli Babylas Decacephalos, Irene Centaophtalmos e Terentios di Oblio!
Fu la guerriera di Hera a parlare per tutti.
“Ben trovati, eravamo certi che sareste giunti sin qui a disturbare il divino riposo, contravvenendo ad ogni regola!”
I tre si fecero subito minacciosi.
Dag si rivolse a Febo.
“La missione è tua! Lasciali a noi…”.
Il marine di Scylla si limitò ad annuire quindi i quattro si lanciarono in una sorta di formazione verso i difensori di quella zona.
Febo saltò altissimo costringendo i presenti a combattere fra loro.
Babylas provò a corrergli dietro ma venne abbattuto da un colpo d’aria di Andrè.
Il paredro si alzò appena assumendo una posizione che ricordava quella di un grosso felino pronto al balzo.
Dag non perse tempo e iniziò a generare davanti a Irene il suo varco dimensionale.
Un solo dubbio attraversava la sua testa.
Qualunque fosse stato l’esito del combattimento cosa avrebbe, questo, generato?
Un morto da una qualunque delle parti e uno degli ordini ne sarebbe uscito indebolito.
Se gli dei tutti si stavano rintanando qui era lecito supporre che temessero qualcosa…, quindi perché accettare di indebolirsi a vicenda?
L’immagine del pavone comparve dietro alla donna mentre schegge di metallo avevano iniziato a generarsi e a vorticare intorno a lei.
Nihal portò il flauto alla bocca iniziando a suonare nello stesso istante in cui attorno a Terentios iniziò a svilupparsi una nebbia verdastra.

Febo arrivò dunque alla cima dell’Olimpo.
Il Tempio di Zeus ed Hera era davvero enorme.
Ancelle e molte figure di poco spicco animavano la paradisiaca zona tutto intorno, tesa a formare magnifici giardini.
Nessuno pareva, stranamente, badare a lui e a lui non interessava di loro o di quella costruzione.
Si accinse dunque a proseguire verso il percorso a ovest.
Ridiscendendolo avrebbe trovato giusto il Tempio di Poseidone.
Fece pochi passi e tutto attorno a lui parve cambiare.
Non tanto dal punto di vista visivo, ma da quello di tutti gli altri sensi.
Era come essere privato di ognuno di essi a poco a poco!
Stupido pensare che solo di uomini fossero fatte le divine difese!

Edited by Marino di Scylla - 4/9/2021, 09:36
view post Posted: 11/7/2021, 14:43 PRESENTAZIONE GSW8LE - REGNO SOMMERSO - ARDUIN - IL MONDO DEGLI ELEMENTI
CAPITOLO XI - UNA FRECCIA IMPAZZITA!

Le fiamme restavano troppo ‘deboli’ per essere originate da un dio con intenzioni bellicose.
Dunque nuovi dubbi si allargarono nella mente di Febo.
O le dannate divinità stavano giocando con loro per l’ennesima volta, senza mai spiegare alcun regolamento del gioco che intessevano o costui non era davvero Efesto!
In effetto il marine di Scylla non stava che patendo un calore fastidioso e di energie vitali si stava privando solo lui stesso attingendo a esse per superare il cosmo utilizzato contro di lui.
Per uscire dallo stallo non poteva che far letteralmente esplodere il cosmo o attendere che il suo avversario ‘divino’ si spossasse.
Proprio l’uso del settimo senso non faceva che spingerlo ad optare per la prima ipotesi.
Ammettendo che il suo avversario fosse a lui pari, attendendo la stanchezza di uno dei due privandosi di energie vitali non avrebbe che fatto pendere lo scontro a favore de primo…
Si preparò dunque a far finire quel primo scontro quando si accorse che le fiamme stavano iniziando a scemare da sole.
Cosmi amici si fecero avvertire dimostrando a cosa fosse dovuto quel nuovo fenomeno a suo favore.
Di colpo, tutto il fuoco svanì nel nulla e così pure la figura del Dio delle Fucine.
Febo rimase a lungo a fissare l’ingresso del Tempio, per nulla distratto dall’arrivo di Dag e gli altri che dovettero richiamarlo due volte alla realtà.
“Cosa è successo qui?” gli chiese dunque ancora il marine di Seadragon appoggiando la sua mano su uno degli spallacci di Scylla onde farlo voltare.
Febo lo fissò per qualche secondo prima di rispondergli.
“Non mi è del tutto chiaro…, ma ho il forte dubbio che qualcuno stia giocando con i nostri sensi da quando siam giunti qui!”
“Un dio?”
“No, non credo proprio…, troppo debole! Cosa avete visto voi giunti qui?”
“Eri circondato da fiamme, tutto lì!”
“E non c’era nessuno a governarle?”
“No, nessuno! Tu l’hai visto?”
“Era Efesto…, o meglio, fingeva di essere lui!”
“Potente come un dio?”
“No, ve l’ho detto…, molto più debole ma al nostro livello o forse più…, non l’ho avvertito usare il settimo senso, eppure mi teneva testa!”
Tutti si guardarono in giro prima di proseguire lentamente la scalata.
Nulla.
Il prossimo tempio…, quello di Artemide!
I sensi in massima allerta, era del tutto banale attendersi un attacco da parte di legioni di arcieri…
Eppure non arrivò nessuno a riceverli…, e ciò parve da subito peggio, molto peggio!
I cinque marine avanzarono cercando istintivamente da proteggere il gruppo in tutte le direzioni.
Si fermarono giusto un attimo per fissare l’ingresso del tempio della Dea della Luna quando avvertirono appena un cosmo avverso.
Febo si piegò colpito alla gamba destra da una freccia che passò il suo scale come se non ci fosse.
Il dardo gli era rimasto conficcato e la punta gli aveva trapassato completamente l’arto.
Mentre Man Singh si avvicinò per portare un po’ di sollievo al marine di Scylla, gli altri tre si disposero a loro difesa cercando di individuare il misterioso arciere.
“Levamela!” disse semplicemente Febo al marine di Krisaore.
Questi annuì, ma come tentò di afferrare il dardo venne abbattuto, insieme al ferito, da una potente scarica elettrica.
La freccia uscì da sola dalla gamba di Febo e, come balocco comandato a distanza, si innalzò seguendo strano percorso.
Quindi puntò verso i tre rimasti in piedi.
“Unite il cosmo al mio!” disse Dag.
“GOLDEN BERMUDA: TRIANGLE OF STORMS!”
Il triangolo che conduceva al varco dimensionale del marine si materializzò attorno al dardo fermo in aria.
“Riuscirai a catturarla?” chiese Nihal.
“Impossibile che resista ai nostri tre cosmi uniti! E poi non sto mirando solo a ‘lei…”
Ognuno si trovò infatti all’interno della tempesta che formava la ‘coreografia’ del suo colpo.
I corpi dei marine di Scylla e Krisaore iniziarono a scendere nelle profondità, ma Dag li liberò semplicemente da quel paesaggio.
La freccia prese a muoversi, come confusa.
“Dunque, decidi di mostrarti o vuoi restare qui dentro per l’eternità, anzi, fino a che la vita non ti abbandonerà!” disse il marine di Seadragon.
Quindi fece scomparire anche Nihal ed Andrè, consentendo loro di tornare da dove erano venuti.
“Aspetta!” disse all’improvviso la ‘freccia’.
Questa si fece uomo affondando insieme a un relitto su cui egli aveva provato ad appoggiarsi.
Dag prelevò entrambi tornando nei pressi del Tempio di Artemide.
Ed ecco l’origine dei loro fastidi, un tizio che indossava lo scale di Lemuri!
view post Posted: 20/6/2021, 14:19 PRESENTAZIONE GSW8LE - REGNO SOMMERSO - ARDUIN - IL MONDO DEGLI ELEMENTI
CAPITOLO X - LA FURIA DI EFESTO!

Bjorn ebbe l’ ardire del primo colpo.
Il DIAMOND SHARDS, una miriade di autentiche lame di diamante rivolte verso Febo!
Il marine non ricordava perfettamente l’efficacia di quel colpo ma indubbiamente la scale di Scylla avrebbe avuto il suo bel da fare contro il più duro dei minerali rafforzato altresì dal cosmo...
Schivarli era da scartarsi, il marine avrebbe consumato troppe energie, senza certezza alcuna, e un simile intento l’avrebbe messo in ulteriore difficoltà…, Bjorn non avrebbe dovuto fare altro che continuare nel suo intento costringendolo a nulla più di infinite schivate sino alla spossatezza o al peggio!
Proprio in questa possibilità di una sconfitta al primo colpo, il marine maturò la sua risposta.
Generò attorno a sé il gigantesco serpente che prendeva ‘forma’ dal suo braccio sinistro.
Le spire del rettile si disposero a sua difesa senza lasciare punti morti.
I pugnali del duro minerale impattarono sull’icona energetica che costituiva l’animale senza minacciare direttamente Febo.
Come aveva intuito il marine, la seconda scarica arrivò subito dopo, dall’ alto!
Febo sorrise.
Quella era la parte che meno bisognava provare ad attaccare, da lì la testa del serpente poteva contrattaccare!
Inoltre Bjorn aveva dovuto saltare per colpire da quella direzione e dunque era un bersaglio sin troppo facile da mordere!
Il serpente dunque afferrò tra le fauci la sua preda iniettando in essa tutta la particolare variante che Febo aveva aggiunto al colpo del padre.
Il ciclope cadde dunque al suolo rovinando non poco la scalinata.
“Lascia perdere…, non so cosa tu abbia fatto sinora ma la mancanza di partecipazione alle vicende da poco passate ha creato un divario insormontabile tra me e te! Cerca un guaritore e il veleno in te potrà essere neutralizzato…”.
Febo finse di non guardarlo e fece un paio di gradini in avanti, sicuro della reazione del suo avversario, ma questa non avvenne.
Bjorn rimase seduto a terra guardando dalla parte opposta.
Il marine, pur perplesso, si lanciò in avanti senza che nulla accadesse.
Giunse dunque a lato del Tempio di Efesto quando un immane cosmo, proveniente dall’interno della costruzione, si manifestò creando un calore quasi insopportabile.
Il terreno iniziò a tremare e due colonne di lava incandescente eruppero bloccando sia il passaggio alla successiva scalinata, sia il ritorno verso il Tempio di Asclepio.
La lava, ricadendo, iniziava anche a formare delle grosse pozzanghere che si andavano ad allargare ingoiando ogni cosa.
Il cosmo si fece sempre più vicino ed una figura comparve sulla rampa di accesso.
Efesto!
Il dio vestiva la sua armatura ed era in possesso delle sue armi, il martello e le pinze!
‘Uomo’ non particolarmente bello e tendente sin troppo all’essere deforme.
“Come osi giungere nei pressi del mio tempio senza permesso alcuno?” disse il dio con voce tonante ma molto rauca.
“Non è mia intenzione essere irrispettoso nei tuoi confronti o di chiunque altro qui…” disse Febo per poi proseguire subito.
“Sono successe cose strane nel Regno Sommerso durante il tentativo di ripristinare l’ordine, eppure Poseidone sembra non aver avvertito nulla! Dunque io e i miei compagni siamo qui per verificare se tutto vada nei migliore dei modi e per avere risposte da lui e lui solo…”.
“Come osi tu, mero sacro guerriero, avere dei dubbi sulle nostre azioni? Se Poseidone non si è mostrato è perché avrà i suoi motivi che non sono certo affari vostri!”.
Febo non fu per nulla contento della risposta e dio o non dio iniziò a perdere la pazienza, pur conscio del rischio.
“Dunque noi non abbiamo alcun diritto se non quello di combattere ad ogni vostro ordine, giusto?”
“Corretto!” disse Efesto. “E dovete inchinarvi quando parlate con noi!”
Più che il cosmo del dio fu l’intero ambiente a premere sul marine.
Iniziò a mancargli il fiato mentre il corpo sembrava stesse producendo la massima quantità di sudore che gli era consentita.
Il suo ginocchio destro ‘cedette’ sino a toccare il suolo.
“Ecco, quello è il vostro posto!” lo irrise il dio.
Febo sorrise, almeno in apparenza.
“Sicuro? Non è la storia dei sacri ordini piena di imprese che hanno portato alla sconfitta delle più varie divinità? Non vi sono stati più esempi di umani che hanno meritato il titolo di deicidi? Fino a che non comprenderete che avendoci mostrato i segreti del cosmo ci avete resi almeno vostri pari, lo stare inginocchiati e solo un’ apparenza di inferiorità, un cerimoniale a cui ancora non riuscite a privarvi!”.
Il marine fece esplodere il suo cosmo iniziando a sottrarsi alla soffocante minaccia.
“Vuoi combattere contro di me? Contro una divinità?” grugnì Efesto.
“No, non lo voglio, ma se per proseguire è d’obbligo, penso che lo farò… Poi, sai, voglio anche vedere come deciderà di prendere posizione Poseidone, se io o chiunque altro morirà qui oggi, il suo ordine ne risulterà indebolito…, e visti i vostri giochi di potere, come prenderà il tuo gesto di rafforzarti rispetto a lui?”.
Il dio non disse più nulla.
Il tempio alle sue spalle parve riempirsi di fiamme prima che queste erompessero all’esterno passando attorno a lui, senza effetto, per poi precipitarsi contro il marine.
Febo non riuscì a pensare nulla di meglio che innalzare il proprio cosmo attorno a sé.
Le fiamme parvero crescere gradualmente in potenza di fronte alla sua improvvisata barriera.
Anche se si sarebbe immaginato molto peggio, fu costretto a ricorrere ai poteri del settimo senso per non venirne travolto.
Stranamente le fiamme non superavano proprio quel livello che lo costringeva a suggere dalle sue energie vitali!
Il problema era che però, se avesse tentato qualunque cosa d’altro, sarebbe stato travolto da un potere divino!
view post Posted: 6/6/2021, 09:49 PRESENTAZIONE GSW8LE - REGNO SOMMERSO - ARDUIN - IL MONDO DEGLI ELEMENTI
CAPITOLO IX - LA MALEDIZIONE DI ASCLEPIO

Iniziò dunque il confuso scontro.
Frecce e colpi provenienti da ogni dove non potevano certo minacciare seriamente i due marine ma il problema era il numero di quelle truppe semplici e il fatto che costoro non erano veri nemici ma stupidi soldatini incapaci di comprendere le loro reali forze.
“Non riusciremo a contenerli senza usare a pieno il nostro cosmo con le conseguenze del caso su di loro!” urlò Dag.
“Se è questo che vogliono, imparino a stare al loro posto…” gli rispose Febo ormai pronto a fare il necessario.
Ma l’esplodere di nuovi cosmi fermò il suo deciso tentativo.
Erano gli altri marine…, Nihal, Andrè e Man Singh!
Ora le cose pendevano decisamente verso una risoluzione più ‘pacifica’ delle cose…, solo una grossa perdita di tempo!
Gli altri fecero cenno a Febo di proseguire, loro l’avrebbero seguito presto!
Il marine di Scylla si lanciò dunque in avanti protetto, nel suo incedere, dai compagni.
Giunto in prossimità del Tempio di Asclepio notò provenire dallo stesso un potente cosmo, superiore anche al suo, evidentemente il dio si trovava in esso.
Per nulla intenzionato ad affrontare una forza di simile portata, si accinse a proseguire quando una voce lo fermò.
Non era il dio, era una donna coperta solo da una tunica semi-trasparente e dai capelli di una moltitudine di colori.
Una nuova guaritrice del dio?
Così parve…
“Buona giornata, marine… Mi duole fermare il tuo incedere, ma non ti è consentito proseguire senza versare un’offerta al Dio della Medicina!”
Febo la guardò perplesso.
La donna indicava un piccolo altare che sembrava essere stato ricavato da una semplice colonna, alta poco più di un metro ma larga tanto quanto le altre del tempio, a cui era stato allargato il capitello per consentire una discreta superficie di appoggio.
Il marine si avvicinò di qualche passo come per veder meglio qualcosa che da lontano pareva troppo difficile da scorgere ma il capitello rimase lo stesso.
“Mai sentita una cosa simile…, io rispetto Asclepio tanto quanto gli altri olimpici ma è mia intenzione solo incontrare Poseidone e non capisco perché ci siano tanti ostacoli e nessuno che dia spiegazioni! Non è una guerra sacra…, non abbiamo nulla da dimostrare…, non siamo nemici nel momento in cui voi non vi comportiate da tali o da ostacolo privo di ragione… Non ho nulla da lasciare qui e non è mia intenzione farlo! Quale è dunque il pegno da pagare al tuo dio in caso di rifiuto?"
La donna lo guardò a lungo impassibile come se stesse cercando le parole per la risposta.
“Come tu desideri… avresti potuto semplicemente dimostrare le tue buone intenzioni con poche gocce del tuo sangue, versato come rispetto a colui che può guarire ogni malanno del tuo corpo! Tua è la scelta e tua la pena! Come Asclepio può guarire da ogni malattia e ferita, così può agire in senso opposto e causarti ogni malanno! Tu morrai qui, non rivedrai mai l’Abred!”
“E se sconfiggo te?”
“Non cambierebbe nulla, nessuno può opporsi al volere di un dio!”
Febo accese di cosmo la sua mano destra, la fissò per alcuni secondi e poi proseguì.
Si voltò un ultima volta a fissare l’ingresso del Tempio di Asclepio, ma la donna e il piccolo altare erano svaniti.
Fece spallucce e rassegnato proseguì il suo cammino.
Quasi non badò al fatto che non vi fosse più un singolo soldato semplice di lì in avanti.
Chi diavolo era lo stratega tanto stupido da aver organizzato il loro benvenuto?
O non vi era più bisogno di inutili distrazioni e ben più potenti difese l’avrebbero atteso di lì in avanti…?
Fatto sta il secondo tempio divini, quello di Efesto era già visibile e qualcuno di conosciuto stava già ad attenderlo.
Era Bjorn, il figlio di Hyoga e Flair!
Sinceramente non aveva mai avuto grandi rapporti con lui, non che il ciclope ne avesse avuti molti con chiunque…
Il destino era certo stato beffardo con lui…, figlio di un saint leggendario e della seconda in capo alla guida di Asgard, si era trovato ad essere una sorta di ‘offerta sacrificale’ al Dio delle Fucine, del Fuoco…
Comunque si era dimostrato da subito la maggior risorsa del contingente unito di sacri guerrieri nell’ambito della riparazione delle armature…!
“Non più in Sicilia?” chiese amichevolmente Febo.
Il ciclope fece di no con la testa prima di parlare.
“Questo è il volere di Efesto…, non solo io, ma molti altri sacri guerrieri sono stati chiamati in O…., ehm, in Olimpo per proteggere i divini templi! E’ probabile che non rimarrà più nulla in Sacred e ogni celebrazione degli olimpici avvenga solo qui! Pare che questo sia il volere di tutti loro…”.
Le ultime parole di Bjorn distrassero Febo dalla starna pausa in quelle frasi.
“Vuoi dire che è giunto il momento di abbandonare le difese dell’Abred dai giochi divini?” chiese il marine.
Il ciclope alzò le mani esprimendo la sua stessa perplessità.
D’improvviso un vento estremamente caldo e ricco di fumo giunse a Febo facendolo addirittura tossire.
Il marine alzò d’istinto il suo cosmo.
“Mi stai attaccando?” chiese a Bjorn.
Il ciclope fece cenno di diniego.
Non sono io…, è il potere di Efesto che avvolge il suo tempio!
“Dunque mi lascerai passare? Mi lascerai andare dal mio dio a chiedere spiegazioni perché nessuno dei marine è stato avvertito di ciò che si sta decidendo qui?”
“Mi spiace ma non posso, non senza tentare di fermarti…! Se tu fossi stato invitato da Poseidone lo saprei e non avrei nulla da obiettare al tuo passaggio…, ma non apre che il Dio del Mare sia intenzionato a ricevervi!”.
Febo fece dunque espandere il suo cosmo ma avvertiva l’ambiente attorno a lui crescere notevolmente in temperatura e il suo corpo iniziò a sudare senza controllo!
Bjorn fece lo stesso e si preparò allo scontro sulle scalinate che portavano dal Tempio di Asclepio a quello di Efesto.
view post Posted: 30/5/2021, 14:30 PRESENTAZIONE GSW8LE - REGNO SOMMERSO - ARDUIN - IL MONDO DEGLI ELEMENTI
CAPITOLO VIII - RISALITA DELL’ OLIMPO.

E giornata di racconti dunque fu.
Nulla di piacevole in ognuno di essi, nessuna morale, semplice esposizione dei fatti a dimostrazione di quanto severe fossero le decisioni del destino, irrefrenabili per quanto, spesso, si dicesse il contrario.
Dentro ad essi la speranza era che si generasse una comune comprensione di ciò che erano, un motivo per ciò che erano e soprattutto un senso per continuare ad esserlo, che fosse l’inizio o il pieno del loro cammino di sacri guerrieri.
La cosa sembrò funzionare con il nuovo tizio, un certo Andrè e capì che il suo cammino di sofferenza, dietro al quale aveva trincerato le decisioni del suo comportamento, non era dissimile da quello degli altri, in effetti…
Non si scusò realmente, ma parve convinto di ciò che ci si aspettava da lui e soprattutto accettarlo, alla fine.
Febo ci aveva visto giusto, se nel Regno Sommerso, la peculiarità dei suoi poteri era invidiabile, fuori da quei luoghi non era una dei guerrieri più dotati, per la sua inesperienza e totale mancanza di pazienza.
Indubbiamente la base della sua forza era il controllo delle correnti marine e della pressione atmosferica e al momento poteva solo costituire un ottima difesa per il Regno di Poseidone.
Poseidone…, proprio lui…
Le attenzioni di Febo passarono dal completare l’ordine al capire il comportamento del dio, come se fosse possibile capire capricci delle divinità…
D’altronde se il potere del nuovo marine di Lymnades fosse stato ancora la metamorfosi, ce ne sarebbero ben state di tribolazioni per trovarlo…
Dunque la priorità del marine di Scylla prese a spostarsi in maniera sempre più decisa sino al punto di doverne parlare con qualcun altro.
Optò per Dag, quello tra i compagni che al momento pensava più scevro da altri pensieri…
Il marine di Seadragon pareva anche sapere cosa il compagno stava covando e ne condivideva, almeno in parte, le preoccupazioni.
“Dunque non ci resta altro da fare per capire…” chiese a Febo, appena venuto al corrente delle sue intenzioni.
Ogni risposta era futile.
“Conosci il modo per entrare nell’Olimpo?” chiese il marine di Seadragon.
“Dai racconti dei miei genitori… Quattro sono i possibili percorsi per giungere alla sua cima, nel Tempio di Zeus ed Hera, sede del senato olimpico. Una dall’Ade, alle sorgenti del Flegetonte; uno da Humaak; uno dal Grande Tempio di Athena ed infine Avalon.
“Dunque da Avalon?” fu la sola risposta possibile.
Humaak era ancora di incerta sorte e l’Ade e Atene erano da escludersi a priori.
Febo fece un cenno.
“Non ti vedo convinto…”
“Quello è il sentiero meridionale per i templi di Asclepio, Efesto, Artemide e Demetra…, avrei preferito riuscire a passare subito per quello di Poseidone! Ma partire da Humaak non mi pare possibile di questi tempi…, non voglio coinvolgere altri, non subito, almeno…”
“Potremmo cercarlo sempre dopo…” aggiunse Dag. “Dubito ci lascino passare tanto facilmente…”
“Noi due soli…, vuoi chiedermi?” gli rispose Febo. “Non so…, ho paura che sia troppo per gli altri…, non sappiamo il ‘clima’ che regni ora laggiu! Due sono poco più che apprendisti, Kyros non ho ben chiaro dove sia finito e Nihal non ha ancora vinto la sua più importante battaglia, quella contro sé stesso!”.
“Dovremo comunque dirglielo…” disse Dag.
“Fallo tu, non è cosa che fa per me, comincio a precederti ad Avalon!”.
Febo non trovò nessuno di conosciuto.
L’ordine aveva cominciato a riformarsi e le cerchie druidiche che componevano i soldati semplici di esso, sapevano comunque chi fosse lui e non posero problema alcuna a condurlo sino a Ynys Wytrin.
Lì vi era una sorta di specchio magico in grado di aprire la porta per il Ceugant.
Sinceramente, sul momento, non ci aveva pensato…, ma con tutti i percorsi distrutti, questo risultava dunque perfettamente integro?
O Nemesi l’aveva risparmiato, o qualcuno di molto, ma molto potente l’aveva ripristinato!
Poco dopo giunse anche Dag.
Attraversato il portale si ritrovarono dunque nei pressi del primo tempio della strada che avevano intrapreso, quello di Asclepio, o Dioniso che dir si voglia!
Non era per nulla obbligatorio attraversare i templi, tipo la Scalinata delle Dodici Case, ma si doveva per forza di cose passare nelle loro vicinanze.
Un corno suono all’improvviso provocando un gran trambusto tutto intorno a loro con soldati che sembravano saltar fuori ovunque.
Dag si fece avanti per primo.
“Fermi non abbiamo intenzioni ostili! Non riconoscete le nostre armature? Siamo marine e chiediamo solo di poter vedere il nostro Signore!”
“Non vi è consentito! Gli ordini sono di non far passare nessuno che non sia accompagnato da una divinità! E nessuno di voi è un dio!”
Febo era da un po’ di tempo che aveva poca pazienza...
Aveva riconosciuto i soldati come appartenenti alle truppe di Hera…
“E da quando i ‘dipendenti’ di Hera comandano sull’intero Olimpo?”
“Non vi è più un solo schieramento qui…, combattiamo tutti uniti…, e quelle sono le arciere di Artemide!”
Un nutrito numero di donne armate di arco era in effetti comparso su diverse delle rocce che fornivano il paesaggio montano.
“Iniziano ad essere tantini per fermarli senza far loro troppo male..” cercò di dire sottovoce il marine di Seadragon. “Bada ai soldati, loro sono mie!”
I due marine ampliarono quindi il loro cosmo pronti alla lotta.
view post Posted: 15/5/2021, 13:51 PRESENTAZIONE GSW8LE - REGNO SOMMERSO - ARDUIN - IL MONDO DEGLI ELEMENTI
CAPITOLO VII - LE NOSTRE STORIE

Se da principio pareva esserci un semplice scontro fra trottole fatte di acqua che si respingevano a vicenda, il potere di Febo ebbe sin da subito la meglio.
Il suo vortice non impattò più su quello del nemico ma lo fece suo arricchendosi altresì in potere.
Le acque che proteggevano il misterioso intruso conversero sul solo marine di Scylla.
Egli le annullò in un solo istante e finalmente, per un solo attimo, vide il suo avversario.
Un tizio biondo, in costume da bagno e ricoperto di tatuaggi al punto sembrasse, per il colore della pelle, più di origine africana che caucasica.
Questi provò ancora a svanire nel nulla, ma le acque che ricoprivano ora l’intero fondale del Pacifico Settentrionale, mostrarono ora la sua posizione e Febo non si fece più distanziare.
Il primo di una serie di indizi iniziò a portare il marine di Scylla ad una rivelazione che non avrebbe voluto avere…
Costui respirava indubbiamente sott’acqua tanto quanto poteva fare lui!
Mentre il tizio iniziava ad emanare in maniera molto poco controllata il suo cosmo, Febo decise di levarsi ogni dubbio…
Mentalmente provò a rivolgersi a costui seguendo i dettami della normale telepatia intra-ordine.
E funzionò!
“Chi diavolo sei?”
Gli occhi dell’intruso si spalancarono distraendolo, nel contempo, dall’uso del cosmo.
“Come puoi parlarmi nella mente? Anche questo potete fare voi dannati marine?”
I pugni di costui si arricchirono ancora di cosmo.
Lo stesso fece Febo ma poi spense subito l’intento preferendo prendere un’ altra strada.
“Non so cosa tu abbia contro i marine, ma se mi senti e mi parli in questo momento è perché anche tu sei un marine!”
“E pensi che non lo sappia? E’ proprio per questo che vi odio!”
Approfittando del vantaggio, provò a colpire il marine di Scylla, ma questi intercettò banalmente il pugno ebbro di cosmo diretto contro di lui.
Un attimo di perplessità.
Perché prima costui si era rivelato tanto potente e ora pareva un apprendista qualunque?
Era meglio che Febo capisse ciò il prima possibile…
Il tizio provò più volte a colpire il marine di Scylla ma venne sempre respinto con irrisoria facilità.
La differenza nella capacità di utilizzare il cosmo era troppa e costui mancava di ogni addestramento!
Eppure…
Colpo dopo colpo aumentava in lui una rabbia che Febo in ben pochi avversari aveva visto…
Come poteva però prevalere su un uso oculato delle proprie forze?
Eppure…
Qualcosa prese a cambiare.
Non era in realtà il tizio a migliorare l’uso delle forze, stava anzi finendo con lo spossarsi, quanto più che altro l’ambiente, le acque…
Non era ormai difficile da capire…, costui era il predestinato per lo scale di Seahorse!
Ok, ma come calmarlo?
Febo provò a ‘parlargli’ ancora.
“Ti vuoi dare una calmata e spiegarmi cosa ti avremmo fatto di tanto grave?”
“Io non ho mai voluto essere un marine…, non ho mai voluto avere il cosmo…, e a causa di tutto ciò ho distrutto tutto ciò che stava intorno a me! Ho passato tutti i miei giorni a capire, sino a che non sono riuscito a trovarvi, a nascondermi, a studiarvi, a trovare un modo per farvela pagare!”
“Tutto qui?” gli rispose Febo. “Sei convinto di essere il solo ad aver avuto un destino beffardo irto di sofferenze fisiche e mentali? Non vi è uno di noi che non abbai da raccontarti un passato traumatico! Ma tu sei l’unico che conosco che arrogantemente si erge a unico conoscitore della Verità assoluta e pensa di risolvere il tutto creando un dolore simile a quello che ha provato negli altri! Forse sarebbe stato meglio che tu sia stato scelto da Hades piuttosto che da Poseidone!”
Il tizio attaccò ancora Febo con una gragnuola di colpi commettendo l’errore di riuscire a prenderlo con uno di essi!
“Ora mi hai stufato! SEA SNAKE STRANGLER!”
Il serpente si avviluppò attorno al tizio minacciandolo con le sue fauci venefiche.
Egli tentò il tutto per tutto sino a trovare dentro di sé una forza inaspettata e non solo…
Il marine di Scylla non aveva osato rischiare di ucciderlo e questo gli impedì di scatenare il peggio che potesse immaginare.
Una nuova forza si manifestò in quei luoghi e lo scale di Seahorse accorse in protezione dell’uomo destinato a indossarlo!
Le acque attorno a loro presero a turbinare e a rispondere solo al tizio minacciando palesemente il marine di Scylla.
L’emanazione di tutto quel potere aveva avuto anche l’effetto di far accorrere lì gli altri marine presenti!
Per un attimo il loro potere unito sembrò avere la meglio su quello delle acque del Pacifico Settentrionale ma il turbinio si rinvigorì ancora di più, costui stava passando al settimo senso!
Sembrava disposto a tutto pur di prevalere, anche ad autoimmolarsi!
Febo provò ancora a fermarlo con le sole parole.
“Fermati, non hai speranza alcuna! Non capisco da dove tu tragga tanto potere ma ancora meno lo sai tu! Pensi che la tua morte possa ridarti ciò che hai perso?”
Ma egli non si fermava…
“Hai un potere enorme sulle acque degli Oceani…, ma tu sei uno e noi siamo in quattro! Per quanto sia facile per te soggiogare le acque dell’Oceano Pacifico Settentrionale, queste fanno parte di un tuttuno e anche noi possiamo dire la nostra su di loro! Se le forse di uno dei mari possano pareggiarsi con quelle di un altro, tu non puoi pretendere di fermare quelle di quattro di essi con uno solo!”
In effetti cominciò a perdere il controllo dei suo potere di fronte alle forze unite di Febo, Dag, Nihal e Man Singh!
Quindi al marine di Scylla venne un’idea.
“Buttateci fuori da qui! Costui è forte nel regno Sommerso, ma dubito che fuori possa rappresentare un grosso pericolo!”
L’enorme potere che si stava formando, simile ad un’ eruzione vulcanica sottomarina, avvolse il marine di Scylla e quello di Seahorse spingendoli a vertiginosa velocità verso l’alto.
I due vennero precipitati diversi metri fuori dall’acqua per poi ricadere sulla terraferma del Giappone.
Febo era l’unico dei due ad aver mantenuto i sensi.
Si privò dell’armatura e fece lo stesso con quella del tizio, subito seguito dagli altri compagni emersi dalle acque.
Non dovevano dare nell’occhio…
Quando il tizio si riprese trovò intorno a sé, seduti in abiti civili e del tutto rilassati, gli altri marine.
Febo si accorse della sua ripresa.
“Vuoi ancora ucciderci tutti? Perché prima non ascolti le nostre storie…?”
view post Posted: 10/5/2021, 19:29 PROBLEMI CON FACEBOOK - ARDUIN - IL MONDO DEGLI ELEMENTI
Dunque nell'ordine:

1) Prima ci impediscono i link a questa pagina
2) Ora ci nascondono la pagina di facebook per non ben precisate violazioni del regolamento...

Naturalmente gli si chiede spiegazioni e tacciono...

bangin
view post Posted: 25/4/2021, 13:29 PRESENTAZIONE GSW8LE - REGNO SOMMERSO - ARDUIN - IL MONDO DEGLI ELEMENTI
CAPITOLO VI - NEMICO INVISIBILE!

Ogni marine godeva del pieno potere sulle acque che presidiava, eppure in quei giorni ogni cosa inerente esse pareva andare da sé.
Ognuno dei presenti era stato in grado di chiudere il ‘rubinetto’ che faceva ricadere le acque del proprio oceano sul terreno del Regno Sommerso.
Questione talvolta di minuti, talvolta di ore, ma la colonna si riformava identica a prima, ma non sempre nella stessa posizione…
In realtà l’acqua rimaneva nella posizione, non si diffondeva da nessuna parte, restandosene lì a sorreggere indipendentemente il peso, o parte di esso, di ciò che stava sopra.
Nessuno era stato in grado di trovare una spiegazione.
Dag era il più infervorato nella ricerca di possibili notizie su fatti simili negli archivi del Tempio di Poseidone, gli altri erano semplicemente costretti a fare la guardia a quelle strane cose.
Naturalmente di Poseidone e della mermaid nessuna notizia, nonostante tutto ciò che stava accadendo…
E venne il primo vero attacco!
Non fu preso di mira, come era lecito aspettarsi, l’ultimo arrivato, ma il marine di Syren!
Nihal non aveva ancora fatto il passo avanti che gli era già stato prospettato in passato da Io e non era ancora riuscito ad uscire dall’impasse del suo addestramento che lo voleva relegato a combattere solo in compagnia del suo strumento.
E chiunque lo prese di mira, parve conoscere questo suo punto debole sfruttandolo appieno!
Era da tempo che Nihal lamentava che qualcosa non funzionasse completamente appieno nel diffondersi delle sue onde sonore nelle profondità della loro porzione di Sacred.
Le onde sonore parevano talvolta incontrare un eccessiva resistenza nell’ aria o scorrere troppo rapide rispetto a quanto ci sarebbe aspettati e lui, anche nelle più innocue melodie musicali prendeva un sacco di stecche!
Fu proprio durante una banale rappresentazione musicale che accadde il fatto.
Il disturbo che aveva di questi tempi divenne estremamente palese.
L’intensità sonora diminuì sempre più, come se qualcosa otturasse sempre più efficacemente il flauto sino a rendere praticamente impossibile il soffiarci dentro!
Il peggio avvenne quando, intuendo il pericolo incombente, il marine di Syren tentò di utilizzare il cosmo!
Lo concentrò sulle sue labbra per farlo fluire nello strumento.
Per un solo istante parve avvertire un altro cosmo, opposto al suo, concentrato nel piccolo spazio all’interno del flauto.
Non ebbe difficoltà a prevalere.
Ma quando il suono avrebbe dovuto iniziare ad essere emesso, avvertì un colpo, neppure troppo potente, e il flauto scomparve dalle sue mani e dalla sua bocca!
Il marine di Syren piombò comunque nel panico nella forma concessa al suo status.
Come mai non arrivavano gli altri?
Non avevano avvertito il suo cosmo?
Provò ad espanderlo ancora.
Cercò gli altri telepaticamente.
Ma nessuno gli rispose.
Cosa diavolo stava succedendo?
Fu solo quando ricorse al settimo senso, accendendosi come un lampadario, che i compagni accorsero in suo soccorso.
Giusto in tempo per vedere il suo flauto tornare dal nulla semi-accartocciato!
Eppure non si vedeva e non si avvertiva nulla!
Incomprensibile!
Inconcepibile!
Quattro marine di Poseidone beffati a tal punto?
Bisognava trovare un modo per trovare chi e cosa li stesse minacciando sempre più apertamente!
E Dag aveva altre notizie…
Gli scrigni che contenevano le armature di Lemuri e Seahorse erano scomparsi!
Febo era il più furioso.
Frantumò il più vicino scoglio per scaricare la rabbia.
“Come diavolo è possibile? Chi gode di un tale potere da metterci tutti in scatto e fregarsene del potere di Poseidone che pervade questi luoghi?”
Dag scrollò la testa come rassegnandosi a non riuscire a comprendere qualcosa che andava oltre le sue possibilità.
Una scintilla comparve nei suoi occhi a segnalare che forse qualcosa su cui riflettere rimaneva…
“L’unica possibilità che rimane è che chi ci sta attaccando riesca a sfruttare il potere stesso di Poseidone che permane in questi luoghi! Sono le correnti marine a far sì che le acque risparmino le strutture che il suo volere ha creato quaggiù e che fungano da barriera difensiva contro le forze ostili. Miglia e miglia marine possono essere percorse in pochi secondi anche per coloro che sono acerbi alle velocità prossime a quelle della luce garantite dal settimo senso. Supponiamo che il nostro nemico sia in grado di sfruttare queste forze pur non facendo parte del nostro ordine e che le sfrutti per celarsi alla nostra vista e celare il suo stesso cosmo, Non vi pare possibile…?”.
Il marine di Syren gli rispose: “Proverbiale, se così fosse, la sua capacità! Si nasconde dietro miglia e miglia di zone in cui riesce a muoversi non avvertito! E non solo…, il suo controllo sulle correnti riesce a creare varchi nel cosmo di Poseidone stesso, facendo scendere quelle colonne dalla superficie oceanica!”.
Intervenne quindi Febo: “Vi è un unico modo per trovarlo! Sfruttare il suo stesso potere! Fare davvero ciò che lui ha mostrato si possa fare ma in maniera ben più netta! Portate tutti nei pressi della Main Bread Winner e sigillate coi poteri dei vostri Oceani l’ingresso di qualunque cosa, visibile o no che sia! Faremo collassare gli oceani sull’ intero Regno Sommerso! Se si muove così facilmente nella situazione attuale, voglio vedere come farà a rimanere nascosto sott’acqua!”
Dag si mostrò dubbioso.
“La tua idea presenta una falla…, se lui si nascondesse insieme a noi nei pressi del Tempio di Poseidone?”
Febo indicò il marine di Krisaore.
“E’ ora che tu impari ad unire il tuo cosmo a quello dei tuoi compagni. Fallo seguendo i loro consigli ed espandi i poteri del chakra che hai aperto al cosmo verso l’esterno. Abbraccia tutti i presenti e dimostra se altri siano presenti!”
“Tu cosa farai?” chiese Nihal.
“I sette mari diverranno uno solo e le acque di tutti si mescoleranno tra loro! Io le attenderò sotto la Colonna del Pacifico Meridionale, mi unirò ad esse per avvertire ogni movimento insolito in esse! Dubito che potrà muoversi rapidamente come fa ora…, dovrà pur usare il cosmo per sostenere una simile forza!”
Il piano andò dunque concretizzandosi.
Una volta che tutti si trovarono in salvo sull’unica zona franca desiderata, le acque ricaddero ad acquisire la loro posizione persa sull’intero fondale.
Febo espanse il suo cosmo cercando di unirlo a quello del Dio dei Mari che permeava ogni singola goccia di quella vastità.
Una volta che il caos di quel moto divenne quiete, nulla parve accadere.
Ma una particella di cosmo estraneo divenne sempre più palese…, Oceano Pacifico Settentrionale!
Uno dei mari non toccati dai passati fenomeni…
Io sfruttò appieno il settimo senso per dirigersi in un istante alla fonte!
Nulla era comunque visibile ai suoi occhi!
Il marine di Scylla sorrise e ponendosi come fulcro scatenò il suo cosmo cerando un gigantesco vortice marino.
Un altro si formò a poca distanza.
Evidentemente il nemico stava copiando l’idea di Febo…
Giunto ai limiti del proprio cosmo, il marine di Scylla iniziò a superarsi ricorrendo al settimo senso!
view post Posted: 17/4/2021, 17:08 PRESENTAZIONE GSW8LE - REGNO SOMMERSO - ARDUIN - IL MONDO DEGLI ELEMENTI
CAPITOLO V - LA RIBELLIONE DELLE ACQUE!

I giorni successivo trascorsero nella tranquillità, quasi nella noia se non fosse per le straordinarie abilità che dimostrava il marine di Krisaore.
Il suo nome risultò essere Man Singh e praticamente non sembrava conoscere nulla al di là delle privazioni della sua vita, trascorsa praticamente sempre all’insegna della religione induista, sino alla ricerca dell’estremo sacrificio per giungere alla verità.
In effetti, la parte più difficile per Febo e gli altri fu proprio fargli capire che esistevano altri dei e lui in realtà, ‘apparteneva’ ad un altro credo e forse quello che credeva di conoscere era solo dovuto alla sua appartenenza geografica più che davvero a ciò che apparteneva la sua anima.
In effetto di episodi di plurarismo religioso ve ne erano in più sacri ordini rendendo talvolta difficile dove fossero davvero i confini.
Misteri del Creato…
Riguardo all’uso del cosmo si rivelò incredibilmente portato.
Se all’inizio gli mancava solo un aiuto per comprendere ciò che era davvero in lui e imparare a incanalarlo, ora difettava solo di esperienza!
Le mirabolanti esperienze cosmiche maturate quasi inconsapevolmente durante lo scontro con gli spectre divennero palesi nell’ addestramento.
In qualche modo era in grado di bloccare il cosmo degli avversari avvolgendolo in una sorta di ‘bolla d’ acqua’ praticamente invisibile ma dalla straordinaria potenza!
Ispirato dalla molteplicità dei possibili attacchi di Febo, aveva deciso quasi subito di creare un proprio repertorio di colpi dedicato ai sette chakra.
Era solo questione di tempo e una sorta di gara tra lui e il marine di Scylla, anche se quest’ ultimo in fin dei conti i colpi li conosceva già dal padre e si era solo fissato di farne una sua versione…
Comunque sia quella sua particolare abilità era confluita nell’espressione del chakra denominato MULADHARA, il primo con sede nel bacino, tramite il quale, l’energia viene raccolta dalla terra e dalla natura e in seguito trasformata.
Attraverso la rappresentazione di un fiore con quattro petali e un quadrato (simbolo della terra) è in grado appunto di creare invisibili barriere attorno alle emanazioni cosmiche del nemico per poi addirittura farle proprie.
Era sorprendente poi, come forse proprio grazie al potere di quel primo chakra che aveva espresso, fosse riuscito a convertire la guarigione di Kagebooshi nella propria.
In fin dei conti le guarigioni di spectre e altri sacri guerrieri erano in effetti diametralmente opposte…
Un po’ per proprio background personale, un po’ per la peculiarità di questo potere, fu spinto da Febo a iniziare anche un percorso da guaritore e presto avrebbe dovuto partire per incontrarsi con il saint di Pisces.
Negli ultimi giorni Man Singh si stava esercitando nel corpo a corpo e, soprattutto, nel FLASHING LANCER con Nihal.
In realtà il vero ‘istruttore’ pareva essere la lancia stessa e il marine stava divenendo ormai un tuttuno con essa.
Febo aveva provato più volte a sondare le profondità marine dei sette mari, anche con l’aiuto di Dag, ma aveva percepito solo emanazioni cosmiche confuse che non capiva a chi potessero appartenere.
Queste scomparivano nel momento in cui le sue esplorazioni si facevano più precise e potevano tranquillamente far parte di sporadiche apparizioni della ancora latitante mermaid delle Sorgenti Salate o dei semplici effetti dei poteri di Poseidone che tanto pesavano sulla particolare fisica del Mondo Sommerso.
Parte delle preoccupazioni di Febo riguardava proprio il posto in cui si fossero rintanati Poseidone e Aretusa, ma era evidente che l’Olimpo si fosse ricostruito e probabilmente tutti gli dei era là che si trovavano ora…, almeno i principali!
Quando la mente, che in mancanza di risposte era disposta a una riconciliazione con le visioni profetiche dell’ Oracolo di Delfi, tentò di unirsi con il cuore alla continua ricerca di riavvicinarsi ad Anya, il marine di Scylla fu quasi pronto a lasciare le profondità marine.
Furono alcuni eventi dei giorni successivi a trattenerlo bruscamente.
Con l’esplicarsi del potere del ‘redivivo’ Poseidone, numerosi seguaci erano comparsi al di là della barriera del Sacred e anche la vita attorno alle colonne aveva iniziato ad animarsi sempre più.
La ricostruzione di ciò che era stato distrutto procedeva alacremente e sempre più soldati erano formati per formare le prime linee di difesa.
Naturalmente la Main Bread Winner e il Palazzo di Poseidone erano gli edifici su cui si erano concentrati i maggiori sforzi.
Il primo episodio riguardò proprio un incidente nei pressi della Sala delle Armature.
La volta della porta d’ingresso che conduceva a quella stanza crollò su due operai uccidendone uno sul colpo e ferendone gravemente l’altro.
Nulla di particolarmente strano, se non fosse che Dag si era fissato a ritenere troppo bizzarro il tipo di crollo.
A suo avviso era come se i blocchi di marmo si fossero sgretolati dall’interno, premendo uno sull’altro, più che semplicemente staccarsi dal materiale di incollaggio e cadere.
Il giorno successivo Nihal sostenne che qualcosa non funzionasse più come doveva nelle correnti marine che permettevano a tutti loro di spostarsi per miglia e miglia in un battito di ciglia e senza ricorrere alle velocità proprie del settimo senso.
In breve diceva di essersi perso!
E venne il terzo giorno dei misteri.
Così come era successo ai tempi degli attacchi dei Serpenti di Nubi, in alcune zone del Regno Sommerso aveva preso a piovere!
Era indubbio che i quattro marine presenti fossero i bersagli!
Le acque dell’ Atlantico Settentrionale, dell’Atlantico Meridionale, dell’Indiano e del Pacifico Meridionale sembrava volessero ritornare sui loro fondali sino a ricoprire anche l’intero Regno di Poseidone.
Se per i marine non sarebbe stato un grande problema, probabilmente per la nuova popolazione non sarebbe stato affatto così…
“Siamo sotto attacco?” chiese Man Singh.
“Non c’è dubbio…” gli rispose Dag. “Forza corriamo a difendere le nostre colonne!”
La situazione per ognuno di loro fu la stessa.
Non era più solo pioggia, nei pressi di ognuna delle loro colonne era apparsa una gigantesca colonna d’acqua, come se fosse quella e non più la costruzione a reggere il peso della volta sovrastante!
view post Posted: 4/4/2021, 10:19 PRESENTAZIONE GSW8LE - REGNO SOMMERSO - ARDUIN - IL MONDO DEGLI ELEMENTI
CAPITOLO IV - ANIME INDISSOLUBILI!

Non ci voleva certo un genio per aver ipotizzato la cosa, ma il suo palesarsi non lasciò certo indenne il marine di Scylla.
Febo fece dunque mente locale su tutto il resto organizzandosi per affrontare il resto dei capricci del destino.
Cavalieri ‘assegnati’ ad ordini sbagliati non era certo cosa nuova…, ma qui qualcosa non quadrava e ogni volta che la sua mente cercava di carpire il pezzo mancante alla verità, questo inevitabilmente sfuggiva.
Tra i ‘misteri’ irrisolti vi erano la surplice all’esterno della grotta che non pareva appartenere ad Atavaka e il fatto che costui non indossasse la sua armatura, invece disposta coma a sua protezione alle spalle…
E poi…, il marine palesò apertamente il suo ultimo dubbio.
“Uno spectre che teme la morte? Che il libro di Virgo abbia preso a funzionare?” disse al suo interlocutore sogghignando.
“Desideri, oppure no, salvare il tuo compagno?” gli rispose lo spectre.
“Potremmo ricominciare tutto da capo…, tu mi restituisci i sensi e io fermo il veleno nel tuo corpo…” disse Febo.
Entrambi rispettarono le condizioni della ‘tregua’.
Il marine concentrò l’attenzione dei sensi che gli tornavano su ogni cosa.
Dei visi incastonati nelle pareti di roccia ne rimanevano ancora molti e se rappresentavano davvero una difesa permanente per lo spectre, la sua sconfitta era ancora ben lontana.
E bisognava ancora capire come sconfiggerlo senza perdere ciò che il marine cercava…
Per il resto non vi era che da chiedere…
“Dove è l’altro spectre?” disse Febo di colpo.
“Troppo debole per questo marine…” disse sorridendo mentre una delle numerose mani della surplice indicava sé stesso.
Proprio concentrandosi su quel gesto, Febo notò un particolare.
L’armatura di Atavaka aveva una maschera a coprirgli il volto.
“Ah, ah, ah! Perché non mi mostri il tuo vero volto? Tu sei dentro all’armatura e ti nascondi dietro al corpo di colui che cerco, giusto?”
Lo spectre rise a sua volta ma con il viso e la bocca di colui che quindi apertamente controllava.
“Ah, ah, ah! Bravo marine…, ma la situazione è molto più complicata di quanto tu possa immaginare! Io posso controllare le anime ma costui può controllare il mio cosmo impedendomi di utilizzarlo a mio piacimento! Certo posso usare il suo…, ma con i reciprochi poteri ci siamo tanto aggrovigliati da rendere impossibile il separare le reciproche energie vitali! Non puoi uccidere me senza uccidere anche lui e salvare lui senza salvare anche me! Come desideri procedere dunque?”
Febo rimase in silenzio calcolando possibilità che apparivano estremamente remote sino ad avvertire un improvviso odore di salsedine.
Il marine di Scylla sembrò guardare il terreno alla ricerca di una risposta.
Ma non era quello che cercava…
Vide con la coda dell’occhio la lancia di Krisaore ancora avvolta nelle pelli di squalo.
Quindi, senza alzare lo sguardo, onde calcolare millimetricamente la sua prossima mossa, si rivolse allo spectre.
“Dimmi una cosa…, è mai accaduto cha Hades vi abbia aiutato in situazioni simili? A mio avviso il Dio dei Morti preferisce solo cancellarvi qualora non seguiate il suo cammino…”.
Senza attendere alcuna risposta, Febo fece esplodere il suo cosmo ai limiti del settimo senso.
Si lanciò sul pacco, lasciato cadere prima sbadatamente durante la lotta, lo afferrò e, dopo una rotazione su sé stesso, lo lanciò verso l’uomo davanti alla surplice con il chiaro intento di trafiggerlo!
Le braccia di Atavaka si lanciarono in avanti frapponendosi come scudo all’uomo.
Praticamente l’involucro si disintegrò di fronte alla forte luce che l’arma emanò e due delle mani della surplice finirono in pezzi.
L’arma rimase comunque sospesa con la punta più lunga giunta appena a produrre un lieve rivolo di sangue sul corpo di colui che avrebbe dovuto esserne il portatore.
E qualcosa iniziò a scatenarsi, qualcosa ricco di un potere che andava ben oltre a quello che chiunque dei presenti nella grotta avrebbe potuto produrre…
Un primo chakra prese a manifestarsi di fronte all’uomo.
L’intera grotta si arricchì di cosmo e questo parve convergere verso di lui.
Un secondo chakra e nella grotta prese a piovere acqua salata, che pareva sorgere anche dal terreno, nonostante il mare fosse ben lontano…
Il terzo chakra comparve insieme agli altri due. Un rumore lontano, come di onde e una potente energia farsi strada verso il punto in cui si trovavano.
Senza che l’uomo rompesse la posizione del loto, in cui si trovava, lo scale di Krisaore si pose sul suo corpo.
All’apparire del quarto chakra, l’uomo si alzò e la lancia si pose nella sua mano destra.
Una sorta di cantilena spirituale si udì nella grotta insieme al quinto chakra mentre onde concentriche ricche di cosmo traevano origine dal corpo del nuovo marine.
Atavaka, la cui voce sembrava avere altra origine, prese ad urlare.
Con il sesto chakra, il marine di Krisaore, aprì gli occhi, voltandosi ovunque come a cercare di capire dove si trovasse.
Con il settimo, e ultimo, il suo cosmo esplose scaraventando Atavaka contro la parete retrostante.
“Chi sono io?” chiese improvvisamente a Febo.
“Tu sei il difensore dell’Oceano Indiano!” disse di rimando il marine di Scylla.
“Ora morirete! Ora che ho il potere di un dio, non avete speranza alcuna!” interruppe il bel siparietto Atavaka.
Una miriade di mani si lanciò verso i due marine.
Krisaore parve ora piuttosto confuso e impaurito.
“Cosa devo fare?” disse rivolto a Febo, che si era posto schiena contro schiena nei suoi confronti.
“Infilzale ogni cosa ti venga contro! O fai quello che hai fatto prima!”
Febo odiava le costrizioni ma non aveva scelta…
“VAMPIRE INHALE!”
Per la seconda volta era costretto ad usare un colpo del padre che lui non aveva ancora migliorato!
Le mani erano molte più di quelle che la surplice di Atavaka possedeva e stavano attaccando i due da ogni dove!
Come se la lancia di Krisaore si fosse impossessata del suo portatore, il nuovo marine si stava comportando più che bene e pian piano gli attacchi diminuirono.
Evidentemente, bastava fermare le vere braccia di Atavaka tra tutte coloro che giungevano a minacciare i guerrieri…
Infatti molte di esse ritornarono danneggiate dal loro portatore.
La maschera calò mostrando il vero volto dello spectre.
“MATEN MUHORIN!”
Ancora le braccia scattarono in avanti.
“Non puoi lanciare un colpo già visto!” disse Febo sorridendo.
“Pensi di avere l’esclusiva sulle varianti?” lo prese in giro Atavaka.
In effetti nuovi mandala presero a formarsi ovunque, nuovi e infiniti visi parevano prendere il posto di quelli delle grotta ed aggiungersi ad essi.
E il peggio non era quello…
Il cosmo di un nuovo spectre si aggiunse a quello di Atavaka, minacciando direttamente Krisaore.
Un tizio con una sorta di imbuto rovesciato in testa era apparso da chissà dove.
“Che la vista ti sia impedita!” fu la dichiarazione di Atavaka.
Febo venne colto di sorpresa dal sorprendente potere emanato.
Il nuovo giunto lanciò qualcosa contro Krisaore con il KAGE GOUPUKU…, dei vaijira potè vedere il nuovo marine.
Riuscì a fermarli tutti intercettandoli con la sua lancia ma Febo avvertì come fosse ancora acerbo dei suoi reali poteri.
“Sei in grado di fare il resto che hai mostrato prima?” disse il marine di Scylla.
“Cosa?” gli rispose il compagno perplesso.
“In qualche modo riesci a ostacolare il cosmo dei tuoi nemici…”
“Il cosmo? Cosa è il cosmo?”.
“Un potere che sgorga da dentro di te…, il kundalini mi pare lo chiamate qui…”
“Ci provo…”
Febo fu costretto a usare i suoi pipistrelli per fermare nuovi vajira rivolti verso Krisaore e finì così con il perdere anche l’udito.
Qualcosa si manifestò però sulla mano sinistra di Krisaore.
Egli abbandonò la lancia e lo stesso fu per la mano destra.
L’intera stanza prese l’odore di salsedine.
“Punta su Atavaka!” urlò Febo.
Lo spectre più potente urlò.
“No, non un’altra volta! Kagebooshi, usa il gantha, guariscimi!”
Febo non potè udire nulla.
“No!” disse Krisaore.
Il secondo spectre tentò di agitare una campanella ma nessun suono giunse da lei, fu come se fosse circondata da una bolla di vuoto sonoro e cosmico.
“Sto guarendo!” disse il marine dell’Oceano Indiano del tutto sorpreso
Lo stesso parve accadere anche a Febo!
Una mano di Krisaore era infatti appoggiata sul suo scale e da essa cosmo guaritore pareva giungere sul suo corpo.
“Ora basta…” disse Febo.
“SEA SNAKE STRANGLER!”
Il cosmo di Febo parve divenire senza limite, prevalendo di gran lunga su quello di Atavaka.
“Finite le tua anime? Crepa!”
Quantità immani di veleno si formarono nel suo corpo sino a causarne una morte praticamente immediata.
Febo piombò quasi esausto al suolo mentre Krisaore passava da parte a parte il corpo di Kagebooshi.
Tutto pareva essere finito per il meglio quando la caverna parve collassare su di loro.
“Dannazione! Le braccia di Atavaka che reggevano la volta!” disse con un filo di voce.
Krisaore lo stava sorreggendo.
“Come possiamo uscirne?”
“Sai pregare?” gli chiese il marine di Scylla.
“In che senso?”
“Tu sei un marine, un guerriero di Poseidone e il Dio dei Mari lo è anche dei terremoti! Lui può tirarci fuori di qui!”:
Krisaore espanse il suo cosmo generando onde concentriche che presero sempre più vigore.
Acqua marina eruppe dal sottosuolo contrastando con la sua pressione il franare di tutto ciò che li circondava.
Altri, anche sacre guerrieri, sarebbero morti annegati…
Altri ma non loro…, non avevano da fare altro che seguire a ritroso il percorso del mare, anzi dell’Oceano, di quello Indiano…
view post Posted: 28/3/2021, 10:18 PRESENTAZIONE GSW8LE - REGNO SOMMERSO - ARDUIN - IL MONDO DEGLI ELEMENTI
CAPITOLO III - IO SONO COLUI CHE CERCHI!

Febo sorrise.
“E di vostra grazia, chi è cha fa le nomine? Le schiere di Hades sono piene di dei, ma basta un suo capriccio per sottoporvi ancora al ciclo delle reincarnazioni! A sto punto, meglio essere umani…”
La risposta non si fece attendere.
“Io sarò a lui superiore, lo stesso Hades e gli dei tutti si inchineranno a me…”
Il marine interruppe, scocciato, il resto.
“Anche questo è tutta cosa già vista…, lascia perdere… Comunque sia, al momento, non mi interessa cosa farai…, sono qui per altro! Un cavaliere da queste parti deve aver ricevuto la chiamata del Mare, penso sia difficile to possa essere volontariamente di aiuto…, ma ne sai qualcosa?”.
Le mani dell’uomo indicarono ovunque e da nessuna parte mostrando i palmi verso l’alto con gesto lento e molto ampio.
“Perché non chiedi ai morti?” disse Atavaka.
“Perché il suo cosmo è diffuso nell’intera zona e dunque non è fra i morti che va cercato!” disse semplicemente Febo.
Quindi il marine espanse il suo cosmo.
“E il tuo nauseabondo cosmo che riempie i dintorni non fa che disturbare la sua ricerca!”
Lo spectre sorrise sguaiatamente.
“E tu pensi di avere qualche possibilità?”.
Le pareti della caverna dietro ad Atavaka mostrarono una duplice visione associata al suo cosmo.
A sinistra immagini di violenza, sopraffazione e morti di varia natura, a destra immagini di ogni tipo di inebriante vizio portato all’eccesso.
“Dunque, scegli il dolore o il piacere?”
Febo scrollò la testa per poi dire ben altro di quello che si aspettava lo spectre.
“Pensi che i fiori di loto possano qualcosa contro di me? Ben a peggiori veleni sono abituati il mio corpo e la mia mente!”
“Fiori di loto? E dove li vedi?”
Mentre la duplice immagine permaneva di fronte a lui, i fiori sulle pareti divennero teste a vari gradi di putrefazione o mummificazione.
La distruzione parve costare cara al marine o perlomeno diede allo spectre la possibilità di attaccare per primo.
Le molteplici braccia della sua surplice scattarono verso Febo richiudendo le loro mani sul suo corpo.
“Non importa cosa sceglierà la tua mente…, la tua fine sarà la medesima! MATEN MUHORIN! Privazione del primo senso!”
Un dolore lancinante interessò le orecchie di Febo mentre la stanza intera diveniva una infinità di mandala.
Indubbiamente l’udito era andato…, e con esso l’equilibrio!
Pur traballante, il marine non sembrò aver remore a lanciare il suo attacco.
Nonostante fosse altresì parzialmente immobilizzato, l’icona energetica a forma di ape parve precipitarsi verso il terreno a cui puntava la sua mano destra, ma si raddrizzò in volo per puntare alla fronte dello spectre.
“QUEEN BEE’S NIGHTMARE!”
Atavaka venne a sua volta preso alla sprovvista e l’aculeo si conficcò nella sua testa.
Le braccia che reggevano Febo caddero come morte al suolo.
Il marine non perse tempo e si lanciò in avanti.
“GRIZZLY WOUND!”
Questa volta la zampa del possente orso si generò come icona energetica proveniente dal suo ginocchio sinistro.
Il colpo aprì una ferita nel petto dello spectre ma le braccia della surplice avevano, probabilmente evitato il peggio fermando l’animale prima che affondasse completamente le unghie.
Febo sorrise mentre dalla pur leggera ferita su Atavaka iniziò copioso ad uscire il sangue.
Questa volta Febo mostrò il suo bracciale sinistro.
Occhi da rettile sembrarono illuminarsi dalla fonte cosmica proveniente da quella parte dello scale.
“SEA SNAKE STRANGLER!”
Lo striato serpente marino si lanciò sullo spectre tentando di avvolgerlo nelle sue spire prima di morderlo.
Ma le braccia di Atavaka erano, questa volta, troppo vicine a lui per non proteggerlo efficacemente!
Le molteplici mani, infatti, fecero a pezzi il rettile.
“Secondo senso abbandona il suo corpo! MATEN MUHORIN!”
Nella nuova comparsa dei mandala, visibili nonostante ciò che gli stesse succedendo, Febo perse anche il senso della vista.
Non avvertì la risata del suo avversario ma il marine intuì l’ inevitabile sbeffeggio.
In qualche modo Febo cercò di rimanere dritto, forse solo grazie all’acuirsi degli altri sensi.
“Sei stupido guerriero-dio!” disse sorridendo. “Non fai che rendermi più forte, privandomi dei sensi! Mentre tu hai in corpo il veleno dell’ape e il sangue scorrerà sempre più rapido fuori da te a causa dell’emorragia della ferita dell’orso! Non abbiamo che da aspettare e vedere chi cederà prima! Hai tempo…, o sarà troppo poco?”
Avvertì altre braccia agganciarsi al suo corpo.
“Sono io o sei tu lo stupido?” disse all’improvviso lo spectre usando la telepatia. “MATEN MUHORIN! Privazione del settimo senso!”
Febo si sentì strano, spossato di colpo, come in una sorta di asfissia, di formicolio che interessava tutto il suo corpo.
E non era il peggio…
L’olfatto ultra-sviluppato, il sapore in bocca dopo che aveva ‘saggiato’ l’aria come rettile.
Il sangue…, l’amaro delle particelle cosmiche dell’ influenza cosmica molecolare…, perché li avvertiva appena? Come poteva il suo avversario rigenerarsi da ciò che gli era stato inflitto?
“Dubbi, marine di Scylla? Scommetto che ne hai molti…, come molte, troppe per te, sono le mie possibilità! Il tuo potere è davvero notevole, ma hai trovato l’avversario sbagliato! Io sono immortale sino a che il SHISHA NO MANDALA mi fornirà anime da far soffrire al mio posto!”.
Un altro colpo?
E come poteva usarne due contemporaneamente?
Se sinora aveva attaccato, come poteva essersi difeso al contempo?
Le anime…
Dove diavolo era quella sua riserva?
E se…
Se erano proprio i volti, prima celati da fiori di loto?
Febo sorrise.
Gli rispose tramite il pensiero, per essere sicuro che Atavaka fosse consapevole della sua fine.
“Sai Atavaka…, devo anche io farti i complimenti per la tua potenza! Ma lo stupido sei tu ad avermi rivelato tanto! Sei il primo che mi costringe ad usare uno dei colpi di mio padre prima che abbia deciso come migliorarlo…, ma anche tu hai incontrato l’avversario sbagliato!”.
Le ali del suo scale si spalancarono.
Lo spectre si dimenticò, probabilmente, del fatto che Febo fosse ora sordo e la sua domanda riecheggiò nella grotta senza risposta.
“Cosa è questo battito d’ali?”.
Una miriade di pipistrelli riempì la stanza gettandosi sulle teste incastonate nella roccia iniziando a suggere ciò che restava in esse.
Febo continuò nella mente di Atavaka.
“Hai perso Atavaka! Il veleno continuerà a percorrere il tuo corpo, contaminando il tuo sangue ancor prima fuoriesca dalla tua ferita! Soffrirai per qualcosa, insomma, che sei già destinato a perdere! E qualunque cosa ti stesse proteggendo, è destinato a cadere a causa del VAMPIRE INHALE! Comprendi dunque la tua fine?”
Lo spectre non perse occasione di dargli opportuna risposta psichica.
“Sei tu ad aver perso! Io possiedo ancora il settimo senso, tu no!”
In effetti quello poteva essere un grosso problema.
Febo non avvertì però alcun crescendo di potere in lui.
E invece manifestò il proprio!
“Privazione del settimo senso? Ah, ah, ah!” prese in giro la mente dello spectre.
“Sicuro? Potrai pur ostacolarlo, ma il settimo senso è la vita stessa! E fino a che ne avrò un alito da sacrificare, quel potere sarà ancora in me!”
In effetti Febo parve poter sacrificare ancora parte di sé stesso e i pipistrelli-vampiro aumentarono ancor più in numero.
Per la prima volta Atavaka parve davvero preoccupato, giungendo ad urlare il suo disappunto prima che si ricordasse, nuovamente, di aver privato il marine dell’udito.
Quindi nel collegamento mentale.
“Fermati, io sono colui che cerchi! Io sono un marine general!”
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