| CAPITOLO XXXI - RISPOSTE Atene, 3 Gennaio 1994 ore 19.00 Durata mail del master: 30 minuti
Atlantide. Foresta delle fiere (Alasdair, Alixia, Kagaho, Sid, Mur, Mime, Edward e Khaled)
Le domanda revolte a Pan sembrarono essere minori del previsto e il dio le ascoltò tutte prima di dare le risposte. Mur era parso il più interessato agli strani effetti di molti dei loro scontri soprattutto quando la magia si era messa di mezzo. "Dunque Ecate non è tornata..." fu il primo commento del dio e tutti si augurarono che il resto non fosse così sibillino. In effetti le spiegazioni parvero essere piuttosto precise, per quanto potessero esserlo le parole di una divinità... Cominciò con la solita, ritrita, teoria degli atomi che venne però presto interrotta da Aioria. "Il cosmo insomma..." lo frenò il gold saint di Leo. "Quello!" disse un po' deluso Pan. "Un tempo non si chiamava così ma potere divino, dono, maledizione, miracolo o per l' appunto..., magia! Così come Prometeo donò il fuoco agli uomini non solo per motivazioni 'umanitarie'..., a proposito non vorrei comparisse qui anche lui..., ma no, non può essere..." Evidentemente Pan aveva tendenza a perdersi in chiacchiere ma gli sguardi comuni dei presenti lo fecero desistere in fretta. "...stavo dicendo, come Prometeo donò il fuoco agli uomini, Ecate ci provò con la magia! Al contrario di quello vedo è stato fatto di questi tempi, allora gli dei non erano molto dell' idea di innalzare mortali ad un livello troppo vicino al loro e privarono Ecate stessa di gran parte dei suoi poteri! Il danno però era fatto e nonostante gli uomini stessi vennero indotti a temere e combattere duramente la magia, essa sopravvisse nell' ombra. Atlantide semplicemente ne divenne la culla principale dal momento che lì attecchì qualunque cosa non piacesse agli dei!" "Dunque..." tentò ancora Aioria. Ma fu ora Pan a zittirlo con lo sguardo. "Cosmo e magia sono semplicemente due nomi per indicare la medesima forza! Detto ciò penso non sia difficile capire quello che è successo..." Il gold saint di Aries continuò a fissarlo piuttosto perplesso costringendo il dio a essere più chiaro. "La magia segue i venti magici, come sono soliti dire quelli che la utilizzano..., in breve carpiscono gli atomi e le molecole da ogni cosa e li piegano alla propria volontà..." "Ma anche alcuni di noi ne sono in grado con l' influenza cosmica dinamica e con quelle elettronica, nucleare o molecolare..., eppure la magia sembra sempre un passo avanti forse più in termini di velocità che in efficacia..., ma è stato così sinora!" intervenne Io di Scylla "Quello che vi hanno concesso gli dei è in realtà di ricorrere alla magia.., oops..., al cosmo che è in voi non a quello fuori dai vostri corpi! Anche se avete l' impressione di controllare l' ambiente che vi circonda in realtà agite sugli atomi che vi circondano solo attraverso i vostri! Producete il fuoco? Ebbene sono gli elettroni del vostro corpo a rallentare per velocizzare quelli dell' aria che vi circonda! Per fortuna basta poco perchè il resto dell' effetto si produce a catena se no finireste assiderati prima di incendiare qualunque cosa! In breve la sorgente di qualunque colpo siete voi e solo voi! Infine, la vostra forza cosmica è strettamente legata all' Iperuranio! Non avete tutti voi un simbolo, un aspetto della vita o una costellazione da cui traete la vostra forza e che è anche spesso molto fortemente legato alle armature che indossate?" Tutti erano rimasti basiti soprattutto dall' ultima parte delle sue affermazioni. "Ciò permette alla vostra divinità di privarvi di gran parte del vostro potere qualora limiti o spenga del tutto l' influsso dell' Iperuranio!" disse Pan "Le black cloth..." disse all' improvviso Black Phoenix, di solito piuttosto taciturno Pan annuì ma si affrettò a rispondere anche su quell' argomento. "In quel caso vi sono stati anche uomini in grado di sfruttare questa 'falla' voluta dalle divinità e con i giusti strumenti sono stati in grado di spegnere i più potenti cosmi!" concluse la questione Pan. Un dubbio incontrò subito la mente acuta di Kagaho. Che fosse quello il tentativo atlantideo all' Isola della Regina Nera? Trovare gli strumenti utili per limitare o spegnere del tutto il cosmo di coloro che erano lì presenti? La comunque utile digressione venne in fretta spenta e Pan tornò sull' argomento principale. "Per quanto vi sembri più potente la magia, non lo è! Non lasciatevi rapire dalla foga per il 'nuovo'! Gli atomi su cui essa si basa sono troppo diffusi per garantire potenza e il flusso a volte tanto imprevedibile da creare problemi ai maghi stessi!" "In effetti quando ci hanno attaccato nelle nostre versioni di Sacred parevano molto più deboli!" disse Aioria "Probabilmente in quel momento i venti sono stati avversi ai loro utilizzatori!" concluse in breve il dio. "Comunque veniamo a ciò che più interessa alcuni di noi! Cosa diavolo hanno a che vedere le chiavi con Atlantide?" intervenne Sigfried ricordando l' altra parte delle questioni poste dal gold saint di Aries. "Cosa fanno tutte le chiavi assieme?" domandò lo stesso Pan "Ogni cosa..., l' universo..." azzardò il god warrior di Fafnir. Pan annuì. "Se davvero Atlante è dietro a tutto, resta lecito pensare che in qualche modo voglia autonomamente abbandonare la sua condanna!" disse il dio. "Ma cosa vuol fare? Lasciar cadere il Cielo sulla Terra ponendo fine all' intera esistenza?" disse Hyoga "Neppure voi guerrieri divini distinguete il mito dalla realtà?" disse sorridendo Pan. "Se invece di Cielo e Terra, usassimo i termini Urano e Gea?" Ancora una volta tutti i presenti provarono un brivido nella schiena. "La vera prigionia di Atlante, quella che in fin dei conti ha sempre accettato, è impedire che il seme di Urano si congiunga ancora con il ventre di Gea! Pensavate che un titano avrebbe mai potuto accettare altra condanna?" urlò quasi Pan. "Cosa vuoi dire che Atlante potrebbe voler far tornare il padre? A che pro? E se davvero è intenzionato a fare ciò, perchè non si è semplicemente già sottratto al suo fardello?" intervenne Saga. "Va beh che sono un dio..., ma la mente di un titano sfugge anche ai miei poteri! Comunque sia probabilmente teme il potere di tutti voi uniti, l' unico forse in grado di fermare Urano!" lo punzecchiò il dio Molti cominciavano ad avere mal di testa per la chiacchierata e la quantità di informazioni loro 'inviate'. Mur tentò comunque di avere maggior chiarezza sulle sue passate esperienze dirette: "Tornando a come è possibile affrontare efficacemente i maghi, perchè è stato sufficiente nel mio caso utilizzare il teletrasporto?" Pan scrollò le spalle come se la cosa fosse già chiara. "Pensa in termini di atomi e non di effetti delle tue tecniche..., trapassando con gli atomi del tuo stesso corpo quello del tuo avversario per riformarti alle sue spalle, non è come se elettroni, protoni e neutroni lo abbiano 'attaccato'? Basta che il movimento atomico, il 'vento', indotto dalla magia venga superato o modificato in direzione per renderla inutile! Pura e semplice quantità di moto!" Ormai appariva essersi messa in moto una sfida dialettica tra Mur e Pan. "E Arcet de la Fleche?" chiese il custode della Prima Casa. "Pura e semplice esigenza di saggiare la massima potenza da voi esprimibile!" "Probabilmente si sarebbe fatto auto-esplodere?" ipotizzò Mur Il dio annuì e anticipò la successive ripetizione. "Minotauri, elfi...? Il popolo fatato di Avalon non è con voi? Pensate che davvero tutti loro accettino un esistenza di reietti rinchiusi in una dimensione a sè stante? In effetti è ora che tornino anche satiri, ninfe, centauri..." L' ultima parte della risposta di Pan parve quasi una minaccia ma per ora le cose si fecero pacate. Mur abbassò appena il tono. "E i poteri del minotauro?" insistè però deciso "Mai sentito parlare di artefatti? Mi stupisco che a nessuno di voi sia venuto in mente di raccoglierne qualcuno..., avrebbero potuto esser utili, sapete!" disse facendo l' occhiolino. Alla ripetizione delle domande di Edward, conoscendo poi la sua curiosità, molti degli altri presenti iniziarono a scalpitare. "Riguardo l' amnesia divina, la situazione si complica un poco..." Aioria si lasciò cadere al suolo tenendosi la testa fra le mani, fatto che gli permise di evitare il conseguente sguardo di Pan. "Vi è una sola risposta..., Nemesi! Ma non comprendo il suo ruolo in tutto ciò, anche se indubbiamente nella lunga scomparsa di Atlantide potrebbe esserci il suo zampino!" Nuovi momenti di lungo silenzio... Non bastava Atlante? Pure lei? "Riguardo al problema con i varchi dimensionali..., semplicemente non li userei coi 'pezzi grossi', per il resto che vi importa se coloro che allontanante tornano a Cerne? Il problema nella capitale sarà rappresentato non da loro, ma dai guerrieri delle costellazioni dimenticate che combatteranno non più per testarvi, ma per uccidervi!" Pan voltò improvvisamente le spalle ai presenti fissando la collina alle sue spalle. "Il Monte Menalo era a me sacro! E' il luogo in cui mi sono nascosto a lungo prima dell' idea di seguire dove volesse arrivare l' idea di Atlantide...". "Un momento..., anche io inizio a non ricordare!" urlò all' improvviso digrignando i denti. "Basta! Ora siete pronti! Ognuno al suo varco!" disse iniziando improvvisamente a espandere il suo divino cosmo senza paura di essere notato da altri. I gruppi rimasero gli stessi, trovando nell' affiatamento sinora conquistato un importante vantaggio, e i primi a essere inviati via furono coloro che erano diretti nella Giungla a Scaglie. Una breve sibillina raccomandazione fu a loro riservata. "Voi chiavi avete il potere di richiamare gli dei anche qui ove nessun varco, neppure di natura divina, dovrebbe essere consentito! Non esitate a ricorrervi una volta che dovrete affrontare Atlante!" disse Pan. "Sì, ma come?" chiese Io che essendo la chiave del Ceugant pareva essere il più interessato alla cosa. "Con lo stesso potere che temerebba anche Urano! Tutte le dimensioni assieme!" rispose il dio "Ma noi non siamo tutte le chiavi!" lo corresse coraggiosamente Willie "Non so cosa dirvi, allora, è l' unico modo! Io solo e tutti voi non siamo sufficienti!" Quanto diavolo era forte Atlante? Eppure solo cinque cavalieri erano stati in grado di sconfiggere diversi olimpici... Il dio si auto-inflisse una ferita e gocce del suo sangue divino galleggiarono nell' aria prima di raggiungere come proiettili il gruppo proveniente dal Triangolo delle Bermude. Le vene e le arterie di costoro si illuminarono impercettibilmente di verde prima di tornare normali. "Il mio sangue è venefico, ma anche un ottimo antidoto! Coloro che vi attendono fanno del veleno delle piante la loro arma principale!" Willie era in procinto di chiedere come liberarsi di quello che invece lui aveva indotto in loro, ma il varco dimensionale spense ogni sua richiesta. Quindi toccò al gruppo proveniente dal Jamir che non fu oggetto di particolari raccomandazioni, nè trattamenti... E lo stesso valse per i restanti guerrieri... "Però, notevoli questi guerrieri..." disse il dio non sentito portando le mani là dove era stato ferito poco prima
Atlantide. Giungla a scaglie (Edward e Khaled)
Diversi di loro, soprattutto Aioria, furono in procinto di maledire Pan perchè sembrò una burla del dio. I sacri guerrieri si ritrovarono infatti talmente attorcigliati dalla vegetazione presente sul loro nuovo campo di battaglia da dover liberarsi prima di fare il punto delle situazione E tutti loro avevano in corpo chissà che! Ma il peggio arrivò subito... Un numero spropositato di dardi lanciati da invisibili nemici, più che altro perchè anche un gigante sarebbe risultato invisibile lì, si diresse contro tutti loro a 360°.
Atlantide. Palude dimenticata (Sid, Mime e Mur)
Posto peggiore in Atlantide non avrebbero potuto probabilmente incontrare! Erano immersi sino alle ginocchia nella melma, situazione non certo rosea neppure per sacri guerrieri del loro calibro. Alberi morti dalle foglie più simili a ragnatele che ad altro circondavano ogni cosa come spettri in agguato. La zona era sin troppo silenziosa almeno fino a che un solitario uccello prese a cantare..., un tordo! E i sacri guerrieri si ricordarono subito chi dovessero incontrare lì... In effetti il saint delle costellazioni dimenticate si materializzò subito dopo accanto all' uccello, riproducendo il suo stesso suono canoro. Sid fece per farsi avanti ma Saga gli toccò uno spallaccio. Su ogni singolo ramo era apparso un uccello identico a quello che aveva dato loro il 'benvenuto', erano centinaia, ma ogni volta che provassero a stimarne il numero, sembravano aumentare... "Possibile che sia solo quello l' esercito alle sue dipendenze?" disse acutamente Kiki. In un unico battito d' ali, il cielo già prossimo al tramonto si oscurò del tutto. "STORMO VIRILE!" Costui sembrava davvero voler attaccare da solo tutti loro!
Atlantide. Ponte d' acqua (Alixia, Alasdair e Kagaho)
Ci vollero due gomitate di Alixia, la terza sarebbe stata probabilmente un colpo cosmico, per ridestare Alasdair e fargli chiudere la bocca rimasta aperta per lo stupore. In effetti non era stato tanto quello che era chiamato 'Ponte d' Acqua' a colpire i presenti ma la muraglia di una cinquantina di metri di altezza che si innalzava di fronte loro, era la cinta esterna di Cerne! Vista l' altezza si vedeva comunque anche se fra essa e la posizione in cui stavano i guerrieri vi erano ancora parecchie costruzioni... Il muro era costruito con mattoni grandi tanto quanto una delle vicine case costituiti ognuno di orialco, oro o argento e talmente splendenti da rendere impossibile capire come potessero non essere intaccati dalla sporcizia o dal tempo. E finalmente anche lo spectre di Treasure Dragon riuscì a distogliere lo sguardo. Ciò che era chiamato Ponte d' Acqua pareva essere in realtà un complicato sistema di chiuse ed elevatori in grado di sollevare le gigantesche navi che potevano percorrere il Canale di Atlantide sistemandole per inserirle correttamente nel vicino porto o nel canale secondario che pareva entrare direttamente nelle capitale. La chiusa principale su cui venivano inserite con millimetrica precisione le navi, nel momento in cui doveva essere decisa la successiva destinazione, pareva stare miracolosamente, o meglio magicamente, sospesa su una specie di gigantesco pozzo di un centinaio di metri di diametro e profondo molto di più! Le acque presenti nello spazio ristretto della chiusa ricadevano in esso al passaggio delle navi venendo raccolte da un complicatissimo sistema di canali in pietra e sembravano penetrare direttamente al di sotto della città, forse in una sorta di reticolo fognario con innumerevoli punti di ingresso, o uscita. Si poteva addirittura ipotizzare che nessuna goccia d' acqua arrivasse in fondo al pozzo, e indubbiamente ciò non poteva che essere il fiore all' occhiello del sistema ingegneristico atlantideo! "Ma questo è un varco?" chiese Tim Non che molti di loro potessero dare una risposta... "Piuttosto dove è il comitato di accoglienza?" grugnì Kagaho. Come a dargli risposta, improvvisamente, uno dei numerosi abitanti presenti si fece avanti. Un saio ricopriva quasi interamente il suo corpo da cui però spuntavano degli evidenti schinieri. "Rivelati!" gli gridò contro Hyoga facendosi avanti. "Jordanus Fluvius della costellazione dimenticata!" disse improvvisamente lui lasciando cadere la veste. L' armatura era davvero molto bella, sembrava fatta di vetro temperato color zaffiro e la cosa bizzarra era che in effetti il suo corpo era perfettamente visibile sotto le sue protezioni semitrasparenti. "Da topi di fogna quali siete, l' unico varco possibile è attraverso le fogne!" disse schernendo evidentemente i presenti. "Lì sotto è un vero e proprio labirinto! E l'unica via corretta è costituita da sei diversi percorsi indicati da minuscoli simboli, come questo!" Il saint si levò l' elmo a punta indicando un simbolo luminoso al suo interno. "Prendete strade diverse e potrete vagare per anni al di sotto di Cerne senza uscirne mai più!" Hyoga fece per dire qualcosa ma lui lo fermò con un gesto della mano. "Naturalmente i cinque simboli successivi al mio, quello che vi indica l' entrata, dovrete averli da altrettanti guerrieri! Ah, ah, ah! Prego..." La pausa fu breve. "Ah, naturalmente uno deve combattere contro di me! Un favore me lo dovete!" Ma Pan non aveva parlato di sacri guerrieri lì! Aveva ingannato tutti loro o Atlantide aveva scoperto da che parte stava lui e soprattutto l' esistenza di un dio sulle loro terre?!? Atlantide. Pianura continentale (Giulio e Lucifer) I sacri guerrieri avevano appena distrutto il varco quando videro Giulio sollevarsi sulle sue ali saltando indietro di qualche metro dal punto esatto in cui stavano. Disse qualcosa in una lingua che nessuno di loro comprese ma che per chi era stato in Paradiso parve essere chiaramente quella degli angeli. "Non può essere..." farfugliò l' angelo più chiaramente. "...perchè non lo avverto?" Finalmente tutti videro a chi si riferiva. Una sorta di alto satiro, almeno per tutti loro, ma non per un angelo..., che vide in esso una delle più classiche rappresentazioni di Lucifero stesso! "Io sono Pan!" si affrettò a dire il nuovo venuto. "Tu!" disse quindi indicando proprio Giulio. "Hai nulla da dire sulla mia morte?"
Atlantide. Linea delle Colline (Neferata e Whimber)
I tizi incappucciati in nero non furono in effetti difficili da trovare. Nonostante non avesse fatto ricorso alla TACHIEMIA in effetti a Neferata parve che il suo corpo godesse degli stessi effetti e Whimber li provò per la prima, inebriante, volta... Arrivarono sulle loro due prede senza lasciar quasi loro il tempo di avvertirne la presenza ma ai due maghi bastava riuscir a parlare... "VIDDI FE QIMWASA!" disse quello su cui si era lanciata la spectre di Lamia. "THOUSFI FE PUHUTL!" invece quello che affrontava Whimber. Ma le incomprensibili parole dei due parvero assumere nuova forma alle orecchie dei due guerrieri di Hades suonando più o meno, rispettivamente, come VODDO FI QOMWESE e THUASFO FI PAHATL! Nulla di molto più chiaro ma erano sicuri entrambi che presto avrebbero carpito il senso di quei suoni...
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