| CAPITOLO LXII - I TORI DI ATLANTIDE.
Atene, 4 Gennaio 1994 ore 10.30 Durata mail del master: 30 minuti
Atlantide. Isola centrale (Sid e Kagaho)
In fin dei conti gli esseri della mitologia nipponica erano così..., potentissimi se combattuti secondo la via di cui il folclore aveva fatto la loro strada..., debolissimi una volta noti i loro punti deboli... Non era ancora chiaro il loro coinvolgimento con Atlantide, ma indubbiamente erano comparsi lì davanti a loro già diverse volte... Houshu era l' unica ad aver avuto sentore di ciò che poteva comportare la loro presenza, prima che scoppiasse concretamente la guerra, ma Amateratsu non aveva misteriosamente voluto il suo coinvolgimento nè quello dei suoi compagni... Demoni, spiriti, mostri e creature del folclore giapponese erano comunque troppi e a volte troppo geograficamente determinati da non rendere stupefacente il fatto che anche un waizu come Kazuo non avesse informazioni precise da fornire. A volte la verità è posseduta però da coloro che più paiono lontani dalle risposte..., e indubbiamente entrambi i due guerrieri nipponici non potevano immaginare si trovasse tra le gelide terre di Asgard! Il waizu di Gunpou quasi gridò di gioia all' ipotesi del god warrior e arretrò per schierarsi coi compagni proprio quando il suo avversario aveva preso la sua forma finale di gigantesco lupo. Il tentativo di Sid di attirare su di sè la furia dell' inugami risultò sin troppo pericoloso, visto che neppure Kagaho, ancora troppo confuso e soprattutto ferito nell' orgoglio, aveva deciso di donare il proprio cosmo al tentativo di Saga e lo sforzo unito poteva non rivelarsi sufficiente... Ma il cosmo dei restanti parve essere più che sufficiente per compiere il miracolo e a sorpresa anche Ritaoha si era unito ai compagni. L' inugami venne dunque inghiottito inesorabilmente dall' ANOTHER DIMENSION! Lì avrebbe potuto godere indefinitamente del potere che gli dava la sua rabbia..., tanto non avrebbe trovato nessun altro da combattere! Ancora una volta Jubee fissò l' imbelle spectre di Bennu ma fu solo un attimo e lo lasciò subito solo con il suo silenzio mentre riprendendosi dalla fatica tutti si apprestavano a proseguire verso un ponte che si era a sorpresa aperto sulla 'fossa' dell' Annawyn.
Atlantide. Acropoli (Alixia)
L' arrivo di un esausto Kiki distolse appena Alixia dal senso di inutilità che aveva preso a far lentamente breccia in lei. Quasi si sentiva in colpa per ciò che chiedeva al guaritore chiaramente già così pesantemente messo alla prova. Non capiva un gran che dei poteri di un guaritore di Asclepio ma dubitava che in quelle condizioni avrebbe potuto rimetterla completamente in sesto in breve tempo. E in effetti: "Sei messa male Alixia..., con un Anablastano posso riportarti a metà delle tue energie vitali e dubito di essere in grado di fare molto meglio con un Antidosis..., mi spiace!" Ritaoha e Saga si erano affiancati al guaritore cogliendo le ultime parole. Fu il gold saint di Gemini a parlare forte, almeno in parte, della sua passata conoscenza di Grande Sacerdote: "Prova il possibile Kiki, noi ti doneremo il nostro cosmo come se fosse un colpo segreto..." "Ma..., c' è il pericolo che..." tentò di dire Kiki. "Se sono qui, in grado ancora di combattere è solo perchè l' Antidosis l' hai fatto a me! E so anche io cosa comporterebbe per te farne uso un' altra volta!" aggiunse Black Phoenix. "Prova!" gli intimò quasi Saga ampliando pacificamente il suo cosmo insieme a quello del black saint. Kiki dunque iniziò con lieve riluttanza il rituale dell' Anablastano accettando in sè il cosmo dei due compagni. All' inizio tutto sembrò andare per il meglio..., ma verso la fina la stessa Alixia, pur essendo l' unica non interessata direttamente dalla cosa, parve accorgersi che qualcosa non andava per il verso giusto! Saga e Ritaoha parevano improvvisamente soffrire evidentemente per il tentativo! Fu solo la spossatezza del guaritore a evitare, probabilmente, il peggio..., visto che l' effetto 'sanguisuga' cessò con il suo ennesimo svenimento. La silver saint di Sagitta fu in effetti la sola a non finire completamente distesa a terra. Comunque, almeno Saga e Ritaoha, si ripresero subito e il gold saint di Gemini dispose comodamente il corpo di Kiki appoggiandolo a una vicina roccia. "Alla fine di questa guerra, ammesso che ne esista una..., è meglio che tu parli con Viana o Asclepio, in qualunque modo si chiami ora..." disse al guaritore pur impossibilitato ad ascoltarlo. Alixia potè cogliere solo pezzi di quel discorso ma si accorse contemporaneamente di essere completamente in pieno possesso delle proprie forze! "Fanne tesoro!" le disse Ritaoha mentre proseguiva il suo cammino.
Atlantide. Zona delle cripte (Giulio e Neferata)
Giulio non riuscì a identificare il samael perchè, Neferata gli si scagliò contro prima che potesse intentare qualunque strategia. Lei possedeva ancora reali ali da pipistrello e non le fu difficile scagliarsi contro l' angelo, ebbra della sua furia. Il cherubino le afferrò però un braccio, come se fosse stato possibile scorgerlo nella sua TACHIEMIA sorretta dal settimo senso, e la scagliò lontana nell' aere. Cosa diavolo le aveva fatto? Come aveva potuto costui renderla tanto inoffensiva? La rabbia prese ancora una volta possesso di lei cancellando ogni flash luminoso che le fosse stato misteriosamente imposto ma qualcosa la colpì tanto duramente al fianco da sbatterla insieme ad esso al suolo frantumando un paio di lapidi. Neferata avvertì chiaramente il rompersi di alcune ossa del costato ma subito dopo esse parvero godere di vita propria riacquistando miracolosamente la loro integrità. Un altro dono di Phaleg? La spectre di Lamia lanciò via ciò che le era finito sopra..., e lo riconobbe..., pronunciando il suo nome digrignando tanto i denti da frantumare in parte i più deboli. "Whimber..." Ecco, ora aveva trovato qualcosa che odiava più dell' angelo stesso! Ma non era finita... Alasdair irruppe anch' esso nel cimitero ritardato però nell' incedere da un grande numero di ghoul. "ARSENALE VIVENTE!" Il diavolo emerse dal corpo di uno dei ghoul riacquistando la sua forma primigenia. In realtà ulna e radio di entrambe le braccia erano fuoriuscite dalla pelle modificandosi tanto da apparire lame di alabarde. Il chiaro bersaglio del samael erano le ali di Giulio!
Atlantide. Santuario di Poseidone e Clito (Khaled, Edward e Lucifer)
I gruppi si erano divisi equamente. Con i due guerrieri di Poseidone si erano recati al tempio del Dio del Mare, indubbiamente il più celebrato a Cerne, anche Drow, Hyoga, Isaac e Myu. Con un pizzico di delusione Khaled ed Edward si rivolsero alla memoria tempio del Regno Sommerso, non certo a quello che avevano di fronte! "Athena..." pensarono all' unisono riferendosi di come a quello sottomarino, essendo indubbiamente sottoposto a continue distruzioni come effetto delle guerre contro la dea, non fosse resa proprio di ciò di cui quest' ultima faceva il suo vanto, Giustizia! Il marine di Seadragon si fissò anche il suo scale paragonandone la lucentezza a ciò che aveva davanti e scosse la testa quasi divertito, dimentico per un attimo di ciò che doveva in effetti fare lì. Il palazzo, o meglio il tempio, in effetti il termine era piuttosto confuso visto che negli ultimi cinque metri di altezza, parevano esserci vere e proprie abitazioni di natura non certo sacra, era costituito interamente in oro! E in oro era il muro, alto circa dieci metri, che circondava l' enorme palazzo senza però, almeno in apparenza, avere la minima funzione difensiva visto che vi erano archi che conducevano a gallerie, che percorrevano i dieci metri di larghezza, prive di porte o barriere di qualunque tipo. Quando gli altri guerrieri riuscirono a staccare Khaled ed Edward dalla loro contemplazione attraversarono le mura indisturbati per giungere nel breve cortile, abbastanza ampio però da contenere le statue, a grandezza naturale, di quelli che vennero riconosciuti come i dieci re, con tanto di totem delle costellazioni dimenticate ai loro piedi, con tanto di scritte in greco: Ceneus, Cor caroly regis, Custos Messium, Gladii Electorales Saxonici, Honores Frederici, Pomum Imperiale, Sceptrum et Manus Iustitiae, Sceptrum Brandeburgicum, Polophilax e Harpa Georgii. Lo strano cosmo, tale fu riconosciuto da tutti, si emanava però dall' interno del tempio vero e proprio a cui parevano essere dedicati almeno i quattro quinti di altezza del palazzo, almeno quello dicevano le dorate colonne. Il portone non fu difficile da aprire ma Khaled ed Edward subirono l' ennesimo e conclusivo bombardamento artistico. In realtà questa volta nessuno potè rimanere insensibile a ciò che se fosse stato reso pubblico avrebbe indubbiamente costituito l' ottava meraviglia del mondo! Era una statua in oro del dio Poseidone che colmava l' intera altezza del tempio giungendo sino al soffitto ricoperto, come le pareti, da diversi mosaici in avorio, oro, argento e oricalco che riproduceva tutte le divine faccende che avevano interessato Atlantide sin dalla sua fondazione. La gigantesca rappresentazione del Dio del Mare lo vedeva in compagnia di Clito, la donna con cui fondò il leggendario continente, sul suo carro trainato da sei cavalli alati. E dietro un 'corteo'di ben 100 nereidi a cavallo di altrettanti delfini. Ci volle dunque diverso tempo prima che i presenti si accorgessero di due presenze da altrettanti porte laterali. Non erano sacri guerrieri delle costellazioni dimenticate ma nuovi nemici del folclore nipponico! In effetti uno dei due era talmente piccolo da non essere neppure facilmente identificabile. Appariva come una piccola statuetta in grado di muoversi in maniera autonoma con un kimono che lo faceva apparire come una simpatica bambolina se non fosse per la bocca spropositatamente grande che era disegnata sul suo volto. Il secondo, pur avendo dimensioni umanamente accettabili, non era meno bizzarro, in quanto aveva la testa di gallo su un corpo umano. Questo tranquillamente si stava fumando quella che sembrava una semplice pagliuzza.
Atlantide. Palazzo regale (Mur e Mime)
Mur e Mime si ritrovarono a fianco del loro compagno Sigfried insieme a Shun, Tim, Shilfield e Aioria. Il palazzo verso cui si erano recati era ricoperto d' argento, con elementi decorativi in oro alla sua sommità. Almeno ciò era quello che pareva al di là dell' enorme cortile lungo non meno di cento metri e largo circa la metà che dovevano attraversare per raggiungerlo. Il pavimento in oricalco era interamente ricoperto da sottili solchi che parevano portare a una sorta di piastra dello stesso materiale, di forma circolare e con un diametro di circa sei metri. Sulla destra rispetto al loro punto di entrata stava invece un grosso braciere a cui era stata data la forma di un piccolo vulcano. Piccole costruzioni delimitavano l' enorme perimetro mostrando ai sacri guerrieri magnifiche porte costituite uniformemente da pietre rosse, nere e bianche. Due guerrieri uscirono dal palazzo richiudendo accuratamente la porta alle loro spalle. Uno appariva la brutta copia del gold saint di Taurus. La sua armatura appariva infatti ricoperta casualmente da pezzi di pelle bovina e rovinata in più parti, mentre quella dell' altro era interamente bianca e ricoperta da un' infinità di numeri arabi. Fu il primo gigantesco, visto che era alto almeno tanto quanto Stand di Deedly Beetle, guerriero a rivolgersi ai nuovi giunti. "Solo sette? Ne avrei preferiti dieci! Dieci sono i re di Atlantide, come dieci erano i tori lasciati liberi su questi stessi pavimenti! Era qui che si pregava il Dio dei Mari perchè concedesse il potere di catturare uno degli animali armati solo di reti e picche! Era qui che si immolava l' animale sulla Colonna delle Leggi! Ed era qui che proseguiva il rituale sino alla vestizione con le kyanen stolen in un comune giuramento di fedeltà! Ma ora le cose son cambiate..., non immoleremo un solo toro ma tutti e dieci! Anzi, tutti e sette!". Incurante del numero dei suoi avversari egli si lanciò alla carica furioso proprio come l' animale da cui traeva simbologia. L' altro guerriero delle costellazioni dimenticate espanse semplicemente il suo cosmo senza dar però l' impressione che questo suo gesto favorisse apertamente il compagno.
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