God_Seiya_Wars

PRESENTAZIONE GSW4, Solo mail del master

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view post Posted on 2/12/2012, 18:26
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Divinità

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CAPITOLO LXI - L' INASPETTATO AIUTO DEL NEMICO.

Atene, 4 Gennaio 1994 ore 10.00
Durata mail del master: 30 minuti

Atlantide. Isola centrale (Sid e Kagaho)

La situazione per coloro che erano rimasti più arretrati spazialmente era andata nettamente migliorando.
Saga, grazie alle cure ricevute da Kiki, aveva potuto ricorrere al settimo senso senza risparmiarsi ed era riuscito a dirigere il suo ANOTHER DIMENSION su Marmor Sculptile.
Relegato il saint delle costellazioni dimenticate nella dimensione di cui era signori i gold saint di Gemini, la sua copia perse come di consistenza divenendo ciò che era in realtà, un puro e semplice elementale del piano della Terra!
L' essere parve confuso e, anche se per ora non pareva aver intenzioni ostili, non pareva certo dimostrarsi ora un osso duro per Saga...
In troppi stavano ora attaccando Officina Typografica...
A nulla servì il tentativo di Kagaho, scacciato come una mosca dal saint delle costellazioni dimenticate, ma ciò diede un indubbio vantaggio a Jubee.
"MORI WAGOMO!"
Prima ancora che Sid terminasse di cauterizzarsi la ferita, la lancia del guerriero nipponico fuoriuscì dalla sua armatura, dando l' impressione che provenisse invece dall' interno della sua bocca, trapassando da parte a parte il comune nemico.
Fu sempre il guerriero nipponico a far segno allo spectre di Bennu di voltarsi una volta che fu certa la morte del suo avversario.
Strisciando come agile serpe, gli strappò con i denti qualcosa dall' unica parte rimasta sana della sua armatura, sulla schiena, e improvvisamente Kagaho avvertì di poter utilizzare ancora il cosmo.
Jubee si limitò a fissare il guerriero di Hades, ancora confuso, negli occhi dicendogli: "Perchè hai così poca fiducia in te? Fai attenzione, in queste terre perdere valori di questa portata può rivelarsi mortale...".
Infastidito lo spectre non gli rispose.
Sconfitto l' elementale di Saga, l' unico guerriero rimasto si rivelò insomma quello che combatteva ancora contro Kazuo.
A tutti parve chiaramente che fosse aumentato di dimensioni!
Fu Jubee a dare spiegazioni a Saga, Sid e Kagaho.
"Quello è un inugami! E' l' incarnazione di un cane che viene seppellito lasciando fuori la sola testa. Quando sta per morire di fame gli si mette vicino una ciotola di cibo in maniera tale che cerchi di raggiungerla allungando il collo ma senza riuscirvi. Ee dcco che quando essa è al massimo dell' estensione, l' animale viene decapitato!".
Di fronte al disgustato silenzio dei presenti il guerriero proseguì.
"Questa è solo la sua forma iniziale..., all' apice della sua potenza diventa un lupo di circa sei metri di altezza! La testa gli sta sempre staccata dal corpo unita da quel legame di sangue che non può essere in alcun modo spezzato! E l' ultima cosa..., la più importante..., la sua potenza cresce con l' odio che prova per i suoi avversari! Nessuno ha un' idea su come combattere qualcosa che più vi accanite a batterlo, ferendolo e più è in grado di allontanare questa vostra convinzione divenendo sempre più forte?"

Atlantide. Acropoli (Alixia, Whimber, Edward, Khaled, Lucifer, Mime e Mur)

Con la sconfitta da parte di Saga del marionettista, gli esseri evocati dall' Arduin tornarono a essere ciò che dovevano essere.
Il cambiamento, ammesso che fossero davvero ancora ostili o forse semplicemente ciechi, determinò comunque in loro tanta perplessità da lasciarli del tutti imbelli agli attacchi dei sacri guerrieri che ancora li stavano affrontando.
Lucifer e Khaled urlarono quasi all' unisono a Khaled di colpire ora, senza indugi, e il suo avversario finì letteralmente in mille pezzi.
Mime e Mur avevano avuto la meglio sull' elementale che era rimasto a minacciare il gold saint di Aries e così pure gli altri...
Praticamente l' unico avversario rimasto doveva essere la strana donna della tradizione nipponica che era però ora rinchiusa in uno dei due bozzoli di cui lo spectre di Papillon ne era il sicuro artefice.
Molti furono i guerrieri che comunque persero ancora la vista dopo averla ritrovata in mezzo ad un fastidioso vorticare di piume nere.
Ma ormai il gold saint di Aquarius sembrava essere avanti tutti nella comprensione del problema...
Attingendo addirittura al settimo senso, Hyoga espanse il suo cosmo gelido invitando tutti a non muoversi.
Le piume che ancora ricoprivano il campo di battaglia si innalzavano ad ogni minimo movimento e a detta del cavaliere di Athena ve ne erano probabilmente tra loro di tanto piccole da impiantarsi coi calami negli occhi dei presenti accecandoli.
Esse erano poi interamente costituite o ricoperte di cosmo e pertanto, se il fuoco di Bennu avesse mai attecchito su di esse, come minimo, sarebbero stati tutti permanentemente resi ciechi!
In qualche modo Myu e Aiacos erano insomma responsabili della loro salvezza..., ma pochi, anzi nessuno parve voler sapere come erano andate in realtà le cose tra i due spectre..., e soprattutto farsi dare precise spiegazioni dall' unico sopravvissuto.

Atlantide. Isola dei Re (??????????)

Per coloro che avevano iniziato ad esplorare la strada di lì in avanti, essa divenne piuttosto complicata nel senso che non avevano alcuna informazione sul punto preciso in cui dirigersi, non vi era alcun preciso indizio sulla presenza dei dieci re, anzi nove..., o di qualcosa di peggio...
Non era comunque difficile percepire il combattimento in atto, in quello che aveva tutta l' aria di essere il cimitero di Cerne, ma vi erano almeno due altre costruzioni che indubbiamente potevano rappresentare il punto di arrivo.
Uno era il Santuario dedicato agli stessi Poseidone e Clito, praticamente i fondatori di Cerne...
Mentre l' altro il Palazzo regale con davanti un cortile grosso quanto un intero stadio o forse più...
In entrambi i posti cosmi si palesarono chiamando a sè chiaramente i sacri guerrieri.
Non erano potenti come quelli dei dieci re..., ma se erano altri guerrieri del calibro di quelli appena incontrati...

Atlantide. Zona delle cripte (Giulio e Neferata)

In effetti era praticamente impossibile per un diavolo resistere alla provocazione di essere ritenuto inferiore di un suo simile e parigrado, tanta era la caotica corsa nell' Inferno cattolico ai più alti dei gradi, tale da prendere quella degli Inferi greci come una mera gara di rutti e paragonarla alle Olimpiadi.
Eppure il diavolo non parve reagire, non rendendo difficile intuirne il perchè...
Indubbiamente il samael era ferito tanto gravemente da non reggere un altro scontro contro il cherubino!
Doveva per forza di cose recuperare le energie prima di intentare alcun che, magari attingendo dalle proprie energie vitali visto che l' angelo non pareva per nulla restio a compiere un gesto simile a quello di Pioggia pur di sopraffare il male di quelle terre!
In fin dei conti si trattò di riposo anche per Giulio ma la ripresa delle forze venne quasi forzatamente interrotta da un canto che da principio il legionario angelico non riconobbe, pensando addirittura che fosse un altra delle trovate del suo nemico naturale.
Improvvisamente un nuovo terremoto sconquassò il campo di battaglia e l' acqua marina eruppe dalle crepe già create dal SESTO SIGILLO.
Fu la sola Neferata a percepire le parole associate al canto che si innalzò più forte, per Giulio parole confuse come sempre quando si esplicavano i poteri della magia tanto avversata dalle sue schiere, ma sorridendo iniziò a riconoscerne la natura.
"VEFUM XUWA, ONDA DI MAREA!"
Come se esistesse un mare sotterraneo nel preciso punto in cui il diavolo aveva eletto il suo campo di battaglia, una tremenda onda eruppe devastando ogni cosa.
Il solo angelo parve misteriosamente esserne immune.
O meglio, altre quattro copie di sè lo avevano protetto fisicamente dal moto di irresistibile marea!
La vista gli fu comunque preclusa dall' enorme massa d' acqua ma quando gli tornò tutto divenne estremamente chiaro non solo per il senso della vista ma anche per il suo senno.
Come aveva ipotizzato, era il popolo del mare, forse quello che forse più legittimamente apparteneva ad Atlantide..., e come promesso era tornato di fronte a qualcosa che per quanto potesse odiare gli dei, andava sicuramente oltre!
Gli esseri di sabbia che avevano preso le sue sembianze, centinaia di tritoni, gli esseri dalla testa tentacolata e di squalo e naturalmente due sirene in grado di governare i venti della magia si lanciarono con furia contro le immonde creature governate dal diavolo.
Molti erano già i ghoul abbattuti duramente contro le lapidi e le costruzioni del cimitero a causa dell' improvviso e inaspettabile maremoto, alcuni di essi non parevano avere neppure la forza di rialzarsi, ma altri presero a uscire da ogni possibile apertura che portava alle catacombe, intatte o distrutte che fossero, allagate o rese quasi impenetrabili dal terremoto di Giulio che fossero state...
Le due sirene parvero chiaramente essere intente a ostacolare la magia che probabilmente stava richiamando quelle creature da chissà quale anfratto.
E in tutto quel caos non vi era che distinguere quale ghoul sarebbe in effetti stato il samael!
Non restava che trovare un modo...
Neferata non era per nulla rimasta immune da quel devastante attacco.
Dovendosi liberare del cadavere dell' arcangelo, si era accorta troppo tardi dell' improvviso allontanarsi da lei dei venti magici, attirati verso una nuova sorgente di magia...
La cosa strana fu che dentro di lei nulla si attivò per proteggerla, come se qualcosa volesse addirittura arrendersi di fronte a quella enorme massa d' acqua.
Impattando con la testa contro una delle lapidi, la spectre di Lamia si procurò un profondo taglio sulla nuca.
Troppo poco il sangue perso per giustificare la pesantezza mentale di cui soffrì subito, era come se se avessero sparato un flash davanti agli occhi.
Incapace di comprendere ciò che le era successo, quasi disinteressata alla totale perdita del vantaggio numerico, si voltò ovunque, disperata, alla ricerca di Phaleg.
Non riusciva a trovarlo!
La paura di essere rimasta sola la fece quasi piangere disperatamente di dolore ma le lacrime le si fermarono prima di scendere per gli imprevedibili percorsi della pelle sulle sue gote.
Vide Whimber, lo riconobbe, ricordò a sprazzi episodi della loro vita passata e ciò che era stata per lui, nonostante non provasse insomma più gli stessi sentimenti, li ricordava comunque con fastidio...
E fu la volta degli odiati Alixia e Alasdair...
Pandora...
E infine Hades stesso!
Cosa diavolo le stava succedendo?
Era colpa del dannato colpo che le aveva rivolto Pioggia?
Furiosa rivolse ora tutta la sua attenzione su Giulio, come se un bisbiglio avesse cancellato tutti i suoi pensieri mostrandole il suo unico scopo di vita, distruggere l' angelo!

 
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view post Posted on 9/12/2012, 13:58
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CAPITOLO LXII - I TORI DI ATLANTIDE.

Atene, 4 Gennaio 1994 ore 10.30
Durata mail del master: 30 minuti

Atlantide. Isola centrale (Sid e Kagaho)

In fin dei conti gli esseri della mitologia nipponica erano così..., potentissimi se combattuti secondo la via di cui il folclore aveva fatto la loro strada..., debolissimi una volta noti i loro punti deboli...
Non era ancora chiaro il loro coinvolgimento con Atlantide, ma indubbiamente erano comparsi lì davanti a loro già diverse volte...
Houshu era l' unica ad aver avuto sentore di ciò che poteva comportare la loro presenza, prima che scoppiasse concretamente la guerra, ma Amateratsu non aveva misteriosamente voluto il suo coinvolgimento nè quello dei suoi compagni...
Demoni, spiriti, mostri e creature del folclore giapponese erano comunque troppi e a volte troppo geograficamente determinati da non rendere stupefacente il fatto che anche un waizu come Kazuo non avesse informazioni precise da fornire.
A volte la verità è posseduta però da coloro che più paiono lontani dalle risposte..., e indubbiamente entrambi i due guerrieri nipponici non potevano immaginare si trovasse tra le gelide terre di Asgard!
Il waizu di Gunpou quasi gridò di gioia all' ipotesi del god warrior e arretrò per schierarsi coi compagni proprio quando il suo avversario aveva preso la sua forma finale di gigantesco lupo.
Il tentativo di Sid di attirare su di sè la furia dell' inugami risultò sin troppo pericoloso, visto che neppure Kagaho, ancora troppo confuso e soprattutto ferito nell' orgoglio, aveva deciso di donare il proprio cosmo al tentativo di Saga e lo sforzo unito poteva non rivelarsi sufficiente...
Ma il cosmo dei restanti parve essere più che sufficiente per compiere il miracolo e a sorpresa anche Ritaoha si era unito ai compagni.
L' inugami venne dunque inghiottito inesorabilmente dall' ANOTHER DIMENSION!
Lì avrebbe potuto godere indefinitamente del potere che gli dava la sua rabbia..., tanto non avrebbe trovato nessun altro da combattere!
Ancora una volta Jubee fissò l' imbelle spectre di Bennu ma fu solo un attimo e lo lasciò subito solo con il suo silenzio mentre riprendendosi dalla fatica tutti si apprestavano a proseguire verso un ponte che si era a sorpresa aperto sulla 'fossa' dell' Annawyn.

Atlantide. Acropoli (Alixia)

L' arrivo di un esausto Kiki distolse appena Alixia dal senso di inutilità che aveva preso a far lentamente breccia in lei.
Quasi si sentiva in colpa per ciò che chiedeva al guaritore chiaramente già così pesantemente messo alla prova.
Non capiva un gran che dei poteri di un guaritore di Asclepio ma dubitava che in quelle condizioni avrebbe potuto rimetterla completamente in sesto in breve tempo.
E in effetti: "Sei messa male Alixia..., con un Anablastano posso riportarti a metà delle tue energie vitali e dubito di essere in grado di fare molto meglio con un Antidosis..., mi spiace!"
Ritaoha e Saga si erano affiancati al guaritore cogliendo le ultime parole.
Fu il gold saint di Gemini a parlare forte, almeno in parte, della sua passata conoscenza di Grande Sacerdote: "Prova il possibile Kiki, noi ti doneremo il nostro cosmo come se fosse un colpo segreto..."
"Ma..., c' è il pericolo che..." tentò di dire Kiki.
"Se sono qui, in grado ancora di combattere è solo perchè l' Antidosis l' hai fatto a me! E so anche io cosa comporterebbe per te farne uso un' altra volta!" aggiunse Black Phoenix.
"Prova!" gli intimò quasi Saga ampliando pacificamente il suo cosmo insieme a quello del black saint.
Kiki dunque iniziò con lieve riluttanza il rituale dell' Anablastano accettando in sè il cosmo dei due compagni.
All' inizio tutto sembrò andare per il meglio..., ma verso la fina la stessa Alixia, pur essendo l' unica non interessata direttamente dalla cosa, parve accorgersi che qualcosa non andava per il verso giusto!
Saga e Ritaoha parevano improvvisamente soffrire evidentemente per il tentativo!
Fu solo la spossatezza del guaritore a evitare, probabilmente, il peggio..., visto che l' effetto 'sanguisuga' cessò con il suo ennesimo svenimento.
La silver saint di Sagitta fu in effetti la sola a non finire completamente distesa a terra.
Comunque, almeno Saga e Ritaoha, si ripresero subito e il gold saint di Gemini dispose comodamente il corpo di Kiki appoggiandolo a una vicina roccia.
"Alla fine di questa guerra, ammesso che ne esista una..., è meglio che tu parli con Viana o Asclepio, in qualunque modo si chiami ora..." disse al guaritore pur impossibilitato ad ascoltarlo.
Alixia potè cogliere solo pezzi di quel discorso ma si accorse contemporaneamente di essere completamente in pieno possesso delle proprie forze!
"Fanne tesoro!" le disse Ritaoha mentre proseguiva il suo cammino.

Atlantide. Zona delle cripte (Giulio e Neferata)

Giulio non riuscì a identificare il samael perchè, Neferata gli si scagliò contro prima che potesse intentare qualunque strategia.
Lei possedeva ancora reali ali da pipistrello e non le fu difficile scagliarsi contro l' angelo, ebbra della sua furia.
Il cherubino le afferrò però un braccio, come se fosse stato possibile scorgerlo nella sua TACHIEMIA sorretta dal settimo senso, e la scagliò lontana nell' aere.
Cosa diavolo le aveva fatto?
Come aveva potuto costui renderla tanto inoffensiva?
La rabbia prese ancora una volta possesso di lei cancellando ogni flash luminoso che le fosse stato misteriosamente imposto ma qualcosa la colpì tanto duramente al fianco da sbatterla insieme ad esso al suolo frantumando un paio di lapidi.
Neferata avvertì chiaramente il rompersi di alcune ossa del costato ma subito dopo esse parvero godere di vita propria riacquistando miracolosamente la loro integrità.
Un altro dono di Phaleg?
La spectre di Lamia lanciò via ciò che le era finito sopra..., e lo riconobbe..., pronunciando il suo nome digrignando tanto i denti da frantumare in parte i più deboli.
"Whimber..."
Ecco, ora aveva trovato qualcosa che odiava più dell' angelo stesso!
Ma non era finita...
Alasdair irruppe anch' esso nel cimitero ritardato però nell' incedere da un grande numero di ghoul.
"ARSENALE VIVENTE!"
Il diavolo emerse dal corpo di uno dei ghoul riacquistando la sua forma primigenia.
In realtà ulna e radio di entrambe le braccia erano fuoriuscite dalla pelle modificandosi tanto da apparire lame di alabarde.
Il chiaro bersaglio del samael erano le ali di Giulio!

Atlantide. Santuario di Poseidone e Clito (Khaled, Edward e Lucifer)

I gruppi si erano divisi equamente.
Con i due guerrieri di Poseidone si erano recati al tempio del Dio del Mare, indubbiamente il più celebrato a Cerne, anche Drow, Hyoga, Isaac e Myu.
Con un pizzico di delusione Khaled ed Edward si rivolsero alla memoria tempio del Regno Sommerso, non certo a quello che avevano di fronte!
"Athena..." pensarono all' unisono riferendosi di come a quello sottomarino, essendo indubbiamente sottoposto a continue distruzioni come effetto delle guerre contro la dea, non fosse resa proprio di ciò di cui quest' ultima faceva il suo vanto, Giustizia!
Il marine di Seadragon si fissò anche il suo scale paragonandone la lucentezza a ciò che aveva davanti e scosse la testa quasi divertito, dimentico per un attimo di ciò che doveva in effetti fare lì.
Il palazzo, o meglio il tempio, in effetti il termine era piuttosto confuso visto che negli ultimi cinque metri di altezza, parevano esserci vere e proprie abitazioni di natura non certo sacra, era costituito interamente in oro!
E in oro era il muro, alto circa dieci metri, che circondava l' enorme palazzo senza però, almeno in apparenza, avere la minima funzione difensiva visto che vi erano archi che conducevano a gallerie, che percorrevano i dieci metri di larghezza, prive di porte o barriere di qualunque tipo.
Quando gli altri guerrieri riuscirono a staccare Khaled ed Edward dalla loro contemplazione attraversarono le mura indisturbati per giungere nel breve cortile, abbastanza ampio però da contenere le statue, a grandezza naturale, di quelli che vennero riconosciuti come i dieci re, con tanto di totem delle costellazioni dimenticate ai loro piedi, con tanto di scritte in greco: Ceneus, Cor caroly regis, Custos Messium, Gladii Electorales Saxonici, Honores Frederici, Pomum Imperiale, Sceptrum et Manus Iustitiae, Sceptrum Brandeburgicum, Polophilax e Harpa Georgii.
Lo strano cosmo, tale fu riconosciuto da tutti, si emanava però dall' interno del tempio vero e proprio a cui parevano essere dedicati almeno i quattro quinti di altezza del palazzo, almeno quello dicevano le dorate colonne.
Il portone non fu difficile da aprire ma Khaled ed Edward subirono l' ennesimo e conclusivo bombardamento artistico.
In realtà questa volta nessuno potè rimanere insensibile a ciò che se fosse stato reso pubblico avrebbe indubbiamente costituito l' ottava meraviglia del mondo!
Era una statua in oro del dio Poseidone che colmava l' intera altezza del tempio giungendo sino al soffitto ricoperto, come le pareti, da diversi mosaici in avorio, oro, argento e oricalco che riproduceva tutte le divine faccende che avevano interessato Atlantide sin dalla sua fondazione.
La gigantesca rappresentazione del Dio del Mare lo vedeva in compagnia di Clito, la donna con cui fondò il leggendario continente, sul suo carro trainato da sei cavalli alati.
E dietro un 'corteo'di ben 100 nereidi a cavallo di altrettanti delfini.
Ci volle dunque diverso tempo prima che i presenti si accorgessero di due presenze da altrettanti porte laterali.
Non erano sacri guerrieri delle costellazioni dimenticate ma nuovi nemici del folclore nipponico!
In effetti uno dei due era talmente piccolo da non essere neppure facilmente identificabile.
Appariva come una piccola statuetta in grado di muoversi in maniera autonoma con un kimono che lo faceva apparire come una simpatica bambolina se non fosse per la bocca spropositatamente grande che era disegnata sul suo volto.
Il secondo, pur avendo dimensioni umanamente accettabili, non era meno bizzarro, in quanto aveva la testa di gallo su un corpo umano.
Questo tranquillamente si stava fumando quella che sembrava una semplice pagliuzza.

Atlantide. Palazzo regale (Mur e Mime)

Mur e Mime si ritrovarono a fianco del loro compagno Sigfried insieme a Shun, Tim, Shilfield e Aioria.
Il palazzo verso cui si erano recati era ricoperto d' argento, con elementi decorativi in oro alla sua sommità.
Almeno ciò era quello che pareva al di là dell' enorme cortile lungo non meno di cento metri e largo circa la metà che dovevano attraversare per raggiungerlo.
Il pavimento in oricalco era interamente ricoperto da sottili solchi che parevano portare a una sorta di piastra dello stesso materiale, di forma circolare e con un diametro di circa sei metri.
Sulla destra rispetto al loro punto di entrata stava invece un grosso braciere a cui era stata data la forma di un piccolo vulcano.
Piccole costruzioni delimitavano l' enorme perimetro mostrando ai sacri guerrieri magnifiche porte costituite uniformemente da pietre rosse, nere e bianche.
Due guerrieri uscirono dal palazzo richiudendo accuratamente la porta alle loro spalle.
Uno appariva la brutta copia del gold saint di Taurus.
La sua armatura appariva infatti ricoperta casualmente da pezzi di pelle bovina e rovinata in più parti, mentre quella dell' altro era interamente bianca e ricoperta da un' infinità di numeri arabi.
Fu il primo gigantesco, visto che era alto almeno tanto quanto Stand di Deedly Beetle, guerriero a rivolgersi ai nuovi giunti.
"Solo sette? Ne avrei preferiti dieci! Dieci sono i re di Atlantide, come dieci erano i tori lasciati liberi su questi stessi pavimenti! Era qui che si pregava il Dio dei Mari perchè concedesse il potere di catturare uno degli animali armati solo di reti e picche! Era qui che si immolava l' animale sulla Colonna delle Leggi! Ed era qui che proseguiva il rituale sino alla vestizione con le kyanen stolen in un comune giuramento di fedeltà! Ma ora le cose son cambiate..., non immoleremo un solo toro ma tutti e dieci! Anzi, tutti e sette!".
Incurante del numero dei suoi avversari egli si lanciò alla carica furioso proprio come l' animale da cui traeva simbologia.
L' altro guerriero delle costellazioni dimenticate espanse semplicemente il suo cosmo senza dar però l' impressione che questo suo gesto favorisse apertamente il compagno.



 
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view post Posted on 16/12/2012, 16:55
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CAPITOLO LXIII - POSSESSIONE DEMONIACA

Atene, 4 Gennaio 1994 ore 11.00
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Atlantide. Zona delle cripte (Alixia, Alasdair, Giulio e Neferata)

Come può l' empia deformità del meraviglioso dono divino che è il corpo in carne e ossa competere che ciò che dall' Unico è stato creato proprio per difendere il Disegno Originale?
In realtà vi erano casi in cui il Male aveva imparato a neutralizzare le armi divine, ma questo non era tra quelli..
E poi il vero problema delle schiere di Lucifero era l' ossessiva ricerca del potere che in maniera ancor più netta di quella degli spectre, almeno parzialmente 'redenti' per evidente necessità, li rendeva, tranne sparuti casi, del tutto incapaci di collaborare tra loro!
Problema del tutto superato invece da uno che spectre era stato e il cui sentimento di amicizia pur maturato in un tempo in cui era altro, era rifiorito di quei tempi più forte che mai.
Troppa era la decisione dei due amici perchè il diavolo potesse sperare di eguagliarla ma probabilmente fu anche la sua consapevolezza di poter rinascere ad ogni sua morte a decretare la sua fine.
L' attacco di Alasdair dilaniò anche diversi ghoul prima di agire direttamente sul samael, poco prima che venisse raggiunto dalla spada divina.
L' urlo del diavolo echeggiò probabilmente in tutta Cerne, almeno ai due sacri guerrieri piacque pensarla così, e il possente corpo dello schiavo di Lucifero cadde divenendo un ammasso informe su quello che era diventato il fangoso campo di battaglia.
Il terreno non perse tempo e avido parve iniziare subito reclamare ciò che era giunto da molto più in basso...
L' eroe di Ercole dovette sostenere l' amico spossato sino all' inverosimile, sin troppo vicino al sacrificio che aveva incontrato Pioggia.
Ma Giulio sembrò comunque lontano ad Alasdair e se all' inizio diede la colpa della cosa al suo stato, dovette presto ammettere che c' era dell' altro...
"Cosa non ti convince? Perchè il tuo volto non è radioso per la tua meritata vittoria?" chiese deciso Alasdair.
"Ho come l' impressione che il samael abbia trattenuto il suo ultimo colpo..." disse a voce sin troppo bassa il cherubino.
E la peggiore delle paure si concretizzò in lui quando nella sua mente si materializzò un pensiero in enochiano.
"Hai ragione angelo, non hai ancora vinto! La vera battaglia con le legioni di Lucifero inizia ora!"
Alasdair, ignaro del messaggio si rivolse ancora all' amico che avvertiva lontano.
"Avverto chiaramente la sua morte! Cosa ti turba...?"
Giulio si voltò di scatto osservando lo scontro tra Neferata e Whimber.
"Non può essere..." iniziò a dire ad Alasdair. "Non questo!"
Ma l' angelo avvertì chiaramente ciò che andava formandosi in Alixia.
All' improvviso si staccò dalle braccia del guerriero di Ercole e quasi lo spaventò per l' urlo che produsse.
"Whimber! Staccati da lei! Ora quel corpo non è più appartenente a Neferata! Il diavolo è in lei!".
Ma era tardi...
"TACHIEMIA!"
Whimber conosceva bene quel colpo..., eppure lo trovò sin troppo veloce, sin troppo potente!
Nonostante i venti la sferzassero, Neferata lo colpi pesantemente alla clavicola destra fratturandogliela mentre il suo braccio gli passava il corpo e la surplice il corpo da parte a parte.
Fosse stato colpito al cuore, spectre o non spectre, sarebbe morto praticamente sul colpo!
Alixia era riuscita ad aprirsi un varco finendo proprio vicino ai due coniugi impegnati nel duro combattimento.
Non poteva capitare in un momento peggiore!
La spectre di Lamia allontanò il marito con un poderoso calcio che gli incrinò l' armatura e puntò direttamente lo sguardo sulla nuova arrivata.
Alasdair inorridì intuendo cosa sarebbe accaduto di lì a poco.

???. Nella propria anima (Neferata)

L' attacco che le aveva rivolto il marito fu in effetti l' ultima cosa che la spectre di Lamia ricordò prima di piombare in uno strano mondo onirico che indubbiamente trovò molto piacevole.
Essi si modellava a suo piacimento ma solo nelle sue immediate vicinanze.
Qualcosa in lei le fece dubitare quasi di essere morta ma se era quella la morte la cosa non le dispiaceva minimamente...
Stava bene con sè stessa...
Non provava nè dolore fisico, nè psichico...
Avvertiva l' unione con Phaleg, era come se fosse al suo fianco, come se fossero una cosa sola e ciò le diede un brivido di piacere...
Aveva il meritato riposo dai tormenti sempre più assillanti in quei momenti...
Ma fu riposo breve...
Il sogno divenne incubo dopo un flash luminoso.
Un essere con le sembianze di Whimber le vomitò addosso lingue fiammeggianti dalla bocca.
Lei fu sin troppo impaurita da quella visione ma si ripigliò subito quando avvertì chiaramente il calore delle fiamme che si stavano dirigendo verso lei.
Attorno solo buio, ma sentiva che era solo quella la vera salvezza...

Atlantide. Santuario di Poseidone e Clito (Khaled, Edward e Lucifer)

I guerrieri di Poseidone e l' augure di Demetra furono i primi ad aprire i combattimenti.
Il testa-di-gallo sembrò rimanere immobile di fronte all' esecuzione delle loro tecniche, come se le stesse esplicitamente attendendo.
All' improvviso vomitò fuoco nero riuscendo a fermarle per qualche istante.
Fu solo però questione di una manciata di secondi e ne venne travolto proprio mentre Kagaho, Jubee e Kazuo entravano nel palazzo.
I tre ebbero per l' appunto appena il tempo di superare la soglia che un' enorme esplosione fiammeggiante si accinse a colmare l' intera enorme stanza.
Lo spectre di Bennu le riconobbe..., anche quelle erano le sue fiamme!
Anche se sarebbe semplicemente stato meglio dire che funzionavano come le sue...
Hyoga e Isaac avevano tentato di congelare il loro minuscolo avversario senza riuscirvi ma ora dovevano anche loro improvvisare qualcosa per salvarsi!

Atlantide. Palazzo regale (Sid, Mur e Mime)

Il guerriero atlantideo guardò con noncuranza le corde della cetra di Mime avvolgersi su di lui.
Prima che si stringessero troppo le afferrò lui stesso allungando la mano destra davanti e sè pur ferendosela sino a farla sanguinare.
Costui si muoveva, nonostante la stazza, persino più veloce del musico di Asgard e il suo cosmo lo superava nonostante il guerriero di Odino avesse attinto alle proprie energie vitali, ma indubbiamente non era tutta farina del suo sacco...
L' attacco successivo di Mur non ebbe maggiore fortuna e il gigantesco guerriero l' intercettò con la CATTURA COL LACCIO, un colpo con cui aveva intrappolato il collo del gold saint di Aries, soffocandolo, prima che il colpo di quest' ultimo raggiungesse la sua massima potenza.
Indubbiamente l' intenzione del guerriero era quella di scagliare i due guerrieri, ormai intrappolati, verso l' alto e farli impattare fra di loro ma un colpo frantumò la terra davanti a lui prima di scaraventarlo a gambe all' aria liberando i due sacri guerrieri dalla trappola in cui erano caduti.
Sigfried aveva atteso sino all' ultimo momento per coglierlo di sorpresa con la sua ODIN SWORD e ci era riuscito in pieno!
Sid arrivò in tempo per assistere all' incredibile forza di quel guerriero.
Aioria e Shun avevano attaccato l' altro guerriero supportati da Shilfield ma tutti e tre non erano neppure riusciti a raggiungerlo rimanendo come intrappolati attorniati da 4 bastoni, completamenti bianchi e ricoperti di numeri, piantati nel suolo.
Al minimo movimento degli intrappolati essi rilasciavano potenti scariche elettriche in grado di far inginocchiare anche guerrieri del calibro di quelli così banalmente resi inoffensivi.
"Te l' avevo detto che al massimo ne fermavi due tu!" disse il guerriero dalla bianca armatura da cui parevano mancare dei sottili pezzi come se fossero stati essi ad aver intrappolato i sacri guerrieri, naturalmente dopo opportune modifiche in dimensioni.
"Quanti te ne devo lasciare?" chiese al compagno.
Il saint della costellazione dimenticata di Taurus Poniatowsi, altro non poteva essere a memoria, non parve molto felice dalla strafottenza del compagno.
"Lasciami i primi due..., anche se almeno di uno di loro qualche goccia di sangue l' ho fatta quasi versare..."
Il bianco guerriero sorrise avvicinandosi con estrema calma.
Mur si toccò il collo là dove gli bruciava.
L' escoriazione c' era ma in effetti il sangue non era ancora fuoriuscito...
"Dunque voi siete miei?" disse il guerriero dalla bianca armatura rivolto a Sid e Tim.
Ma nella piazza fecero capolino anche Saga e Ritaoha in compagnia sempre del loro importantissimo ma esanime 'bagaglio', Kiki.
"Guarda come se ne fermano quattro!" disse il probabile Tarabellum, l' ultima delle costellazioni che mancava all' appello.
 
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CAPITOLO LXIV - FIAMME INESTINGUIBILI

Atene, 4 Gennaio 1994 ore 11.30
Durata mail del master: 30 minuti

Atlantide. Zona delle cripte (Alixia, Alasdair, Giulio e Neferata)

Alixia schivò all' ultimo momento un possente calcio che le avrebbe sicuramente spezzato una delle gambe, se non addirittura entrambe.
La furia di ciò che era diventata la spectre di Lamia si placò solo in conseguenza delle parole del cherubino.
Neferata rise con voce che era contemporaneamente sua e non sua sorprendendo non poco coloro che non erano avvezzi alle 'caratteristiche vocali' della possessione.
"Sei 'nuovo', vero? Mai visto un esorcismo...? Ah..., sì..., il primo era quello a Catania..., ah..., scusami..., ma mi sembravi un tantino impegnato allora..., non hai visto molto, vero? Non vi istruiscono più tanto bene mi sa nello Zebul..., son finiti i 'professoroni' nella Casa della Conoscenza? Ah, ah, ah! Io dirti il mio nome...? Perchè non lo indovini? Non è più divertente? Certo avere in mano il mio nome potrebbe esserti molto di aiuto, ma pensi di riuscire in un esorcismo senza la volontà dell' indemoniato? Pensi che il credere nel tuo Dio a lei sia di aiuto? Devi partire dalle fondamenta per costruire una casa!"
Il diavolo si zittì di colpo mentre Neferata si lanciò direttamente sull' angelo ignorando i colpi che di lì a poco sarebbero stati a lei diretti.
L' attacco congiunto di Alixia e Alasdair e il colpo di Whimber risultarono sufficienti al loro scopo e i minerali intrappolarono la spectre di Lamia nonostante avesse attinto a tante energie vitali da surclassare quelle dei due sposi.
Era solo e unicamente il numero di guerrieri ad aver fatto la differenza o il fatto che lei non avesse più visto altro che il suo bersaglio...
Praticamente rimase fuori solo la testa di Neferata, inglobata completamente per il resto del corpo nei minerali di Alasdair.
Il samael, però, non pareva eccessivamente preoccupato della cosa.
"Lezione uno! La sua anima è mia e tu non me la strapperai mai...! Lei me l' ha donata e nessuno può strapparmela, tantomeno qualcuno in cui lei non crede nè potrà mai credere!".
Quindi Neferata si rivolse con la propria voce ad Alasdair piangendo.
"Leva i cristalli e chiedi all' angelo di inginocchiarsi davanti a me! Col prossimo colpo il diavolo vuole attingere a tutte le mie energie vitali e a meno che tu non ti sacrifichi del tutto, non mi tratterrai! A lui non importa più della mia morte..., non ha nulla da perdere nel lasciarvi con la colpa del mio annientamento!"
La testa della donna prese a scuotersi piegandosi innaturalmente verso destra sino a sfregarsi a sangue sui cristalli che le bloccavano il corpo.
Le parole successive del servo di Lucifero furono però tutte per Giulio.
"Forza, quando cominciamo? Si usa ancora il salmo 67?".
Per il resto i ghoul erano ormai completamente allo sbando e prossimi alla totale sconfitta da parte del 'popolo dei tritoni'

???. Nella propria anima (Neferata)

"Credi!" fu la sola voce che udì in un nuovo sprazzo di luce.
Nella consapevolezza che pareva man mano acquisire, la spectre di Lamia capì di dover mettere in dubbio ogni sua ipotesi di ricerca della luce.
C' era infatti anche qualcosa in lei che le diceva che il buio era buono e la luce solo inganno!
Non aveva mai temuto il corvino colore che la circondava quasi interamente e che tale tornava dopo ogni flash.
La sua intera vita di spectre era, in fin dei conti, dominata dall' oscurità non solo metaforica ma anche estremamente concreta in ogni luogo dell' Ade.
Perchè temerla dunque?
Ancora la voce le chiese di trovare qualcosa a cui aggrapparsi...
Aveva solo sprazzi di ciò che avevano rappresentato per lei Whimber, ma anche Alixia e Alasdair...
Ma era davvero su loro che avrebbe dovuto concentrare il proprio io?
E se invece avesse dovuto proprio fare il contrario e divenire pura essenza priva di legami al concreto?
Era insomma intrappolata nella più potente e penetrante delle trappole!

Atlantide. Santuario di Poseidone e Clito (Khaled, Edward e Lucifer)

Da principio la strategia di Khaled parve funzionare a meraviglia.
Il VIOLET SHIFT WAVE, rafforzato dal cosmo di amici e compagni parve contenere l' enorme esplosione fiammeggiante ma fu la gioia di un singolo momento.
Tutti coloro che avevano utilizzato il cosmo attirarono a sè almeno parzialmente le fiamme che giacevano sulle pareti del santuario, compreso lo stesso Kagaho ormai conscio di essere prossimo alla propria fine.
Lui più di ogni altro sapeva...
Sapeva che le fiamme avevano ormai attecchito sul suo corpo e lì sarebbero rimaste sino alla sua orami imminente fine!
Non si capiva qui se fossero di natura cosmica o meno..., quanto fossero potenti insomma, ma il peggio era che lui non poteva sicuramente attingere dalle sue energie vitali per la quantità sufficiente a prevalere su di esse..., di questo era purtroppo certo!
Lui sarebbe insomma morto di lì a poco, qualunque fosse stato il tentativo dei suoi compagni!
Davvero però poco importava a uno spectre di morire?
Di abbandonare tutte le facce preoccupate che vedeva intorno a lui?
Quasi non avvertì l' urlo di Khaled ma vide con parecchia rassegnazione le fiamme ormai aver trovato il loro posto sulle armature e sui corpi di tutti i suoi compagni.
La voce del tritone si era innalzata non solo perchè una volta liberata la vista dalle fiamme si era reso conto del fatto che l' essere dalla testa di gallo giaceva morto a terra..., il problema era che troppo tardi aveva compreso che col suo gesto aveva solo rinchiuso le fiamme in una delle sue bolle e che prima o poi avrebbe dovuto rilasciarle riversandole ancora nella stanza.
Oltretutto per mantenere la sfera era costretto a bruciare ancora il cosmo attirando su di sè nuovi lembi di fuoco.
Edward fece per ricorrere al teletrasporto ma Hyoga lo fermò.
"Dubito che cambi qualcosa..., semplicemente attireresti le fiamme nel tuo varco insieme a tutti noi! Anche l' interferenza di fase è fatta di cosmo!"
La situazione non poteva insomma dirsi peggiore di così!
Jubee era riuscito a trapassare con la sua lancia il piccolo essere del folclore nipponico ma essendo stato costretto a utilizzare il cosmo ne era stato pesantemente ustionato.
Tutti erano rimasti in silenzio.
Fu Isaac a perdere per primo la pazienza, in maniera neppure troppo giustificata.
Afferrò Kagaho per il collo e gli urlò contro la rabbia che però forse molti di loro covavano silenziosa in sè.
"Quelle dannate cose sono le tue! Lascia da parte l' arroganza e dicci quale è il loro punto debole!"
Hyoga lo staccò dallo spectre ma anche lui lo fissò severo.
Myu e Drow si erano avvicinati alle pareti là dove il fuoco aveva la sua principale fonte alla ricerca di una possibile via di fuga da quella che sino a poco prima era solo la loro prigione ma che ora era divenuta un patibolo.
All' improvviso lo spectre di Papillon, trascurando l' eventuale risposta di Kagaho alle parole del marine di Kraaken, disse: "Forse un modo ci sarebbe per uscire di qui..., basterebbe che uno di noi si sacrifichi per gli altri!".
Le attenzioni furono tutte per lui.
"Uno di noi che attiri col suo cosmo tutte le fiamme su di sè, quelle delle pareti e quelle che permangono su di noi..."
Drow annuì.
"Sì, è l' unico modo..." rispose lo spectre di Shadow sorridendo maliziosamente. "Non resta che decidere chi si offra volontario!".
Verità o semplice impressione che fosse, Kagaho sentì tutti gli sguardi su di sè.
Facile vero?
Immolare il capo ferito per salvare il resto della mandria...
Facile usarlo anche come capro espiatorio...

Atlantide. Palazzo regale (Sid, Mur e Mime)

Nonostante il settimo senso con cui aveva rafforzato la sua difesa, anche Sid venne circondato da quattro aste numeriche col colpo che il nemico nominò come VIRGULAE NUMERATRICES.
Il primo dei 'bastoni', di fronte a lui, spuntava dal suolo mostrando dall' alto in basso i numeri da uno a nove.
Il secondo, seguendo la stessa direzione e proseguendo in senso orario, i multipli di 3 da 3 a 27.
E per il terzo e quarto le complete 'tabelline' dell' 8 e del 4, procedendo sempre con rotazione destrorsa.
Il god warrior avvertì chiaramente ciò che quelli artefici rappresentavano..., era dentro un varco dimensionale che però non lo estraniava completamente dalla realtà, permettendogli insomma di mantenere i suoi sensi sulla realtà ma privando il corpo della capacità di muoversi in essa.
Le parole del suo avversario confermarono la cosa, mentre lui si accorgeva che tranne Mur e Mime, tutti avevano seguito il suo stesso destino.
"Sai usare i bastoncini di Nepero? No? Peccato! E' la tua unica possibilità di uscire di lì a meno di non sacrificare le tue energie vitali in nome del settimo senso! Ne possiederai abbastanza? E una volta fuori te ne rimarranno anche a sufficienza per sconfiggermi? Riposati guerriero..., e assisti alla morte dei tuoi compagni uno ad uno, non ti resta altro!"
Il saint della costellazione dimenticate non rinunciò a stuzzicare ancora il guerriero di Odino: "Ciò che ti circonda è un varco dimensionale psichico! La 'chiave' che ti permetterà di uscire la troverai insomma solo nella tua mente! Il primo dei bastoni rappresenta nella sua parte bassa il primo dei moltiplicanti, gli altri tre in quella alta formano le tre cifre del secondo. Ciò che tu devi trovare è il risultato! Ma non basta che la tua mente o la tua voce lo esprimano o che tu 'abbia' una calcolatrice all' interno della tua armatura con cui eseguire il calcolo..., ah, ah, ah! Tu devi essere conscio di come i bastoncini di Nepero ti mostrino già il risultato! Divertente, no?"
Vedendo la perplessità di Sid, Tarabellum sorrise.
"Allora, quale strada scegli, la prigionia o la morte? Ah, e prima che te lo domandi distraendoti dal tuo compito..., sono anche gli stessi bastoni a produrre cosmo, non solo io! Quindi, te lo ripeto..., nelle tue attuali condizioni pensi di farcela ad uscire da lì con la forza?"
Per quanto fosse forte il saint delle costellazioni dimenticate che aveva in sè una delle più alte simbologie di Atlantide, non poteva certo badare a due sacri guerrieri che sincronizzarono a meraviglia le loro capacità per confonderlo il più possibile.
In effetti la strategia del musico di Asgard non andò a buon fine e l' attacco della CACCIA AI TORI generò praticamente lo stesso numero di icone energetiche a forma di bovino rispetto al numero di immagine illusorie di Mime.
Mime perse buona parte del pettorale e impattò duramente contro le mura difensive della piazza ma Taurus Poniatowski non si avvide che troppo tardi dell' attacco contemporaneo del gold saint di Aries.
Il colpo di Mur frantumò circa i due terzi dell' armatura del saint delle costellazioni dimenticate e Mime trovò la sua arpa, volata via nel precedente impatto, prima che il loro comune avversario riuscisse a rimettersi in piedi.
Indubbiamente ora privo del sua atlantideo vantaggio, non potè più reggere a un colpo ebbro del settimo senso e venne dilaniato dalle corde dello strumento del god warrior di Harpfe.
Tarabellum fu costretto a distrarsi da Sid concentrando la sua attenzione sui due sacri guerrieri vincitori e prese ad applaudire sarcasticamente.
"Mi scuso per il mio compagno..., ma era indegno del simbolo del toro! Pronti a combattere con me? Anche se dubito le cose andranno nello stesso modo...".
Il guerriero di Atlantide parve attendere il loro agire.
 
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CAPITOLO LXV - LA DIVINA FENICE DEL VENTO INFERNALE

Atene, 4 Gennaio 1994 ore 12.00
Durata mail del master: 30 minuti

Atlantide. Zona delle cripte (Alixia, Alasdair, Giulio e Neferata)

Colui che era in Neferata parlò con voce propria.
"Ma che belle parole..., non sarebbe però stato meglio l' esorcismo di quel 'pretucolo'..., si chiamava come il re della foresta..., ma non mi ricordo il numero che gli faceva da cognome..., poca fantasia voi, vero? Ah, ah, ah!".
Il diavolo rise talmente forte e con intonazione tale da paralizzare per un attimo il fiato di tutti coloro che non erano avvezzi alla voce del Maligno.
"Puoi usare tutte le parole che vuoi ma lei vuole restare con me!" urlò sino a far parere le sue parole come un vero e proprio attacco.
Il cherubino gli sorrise a sua volta sarcastico come solo un angelo sapeva fare di fronte all' atavico avversario.
La prima regola di un esorcismo era non credere a una singola parola dei servi di Lucifero!
La ritrosia di Neferata poteva però effettivamente costituire un problema, che almeno per ora l' angelo non sapeva risolvere, e prolungare la 'cura' per un tempo addirittura indefinito.
Furono però l' agire di Alasdair e Whimber a risvegliare la consapevolezza in Giulio e a indicargli la strada.
"Ma certo...!"
Per qualche istante l' angelo si concesse di cessare l' esorcismo.
Con fare gentile staccò lo spectre di Bat dal suo dolore.
"Non è il momento nè per piangere nè per arrendersi!" gli disse con voce melodiosa.
Avuta l' attenzione di Whimber proseguì, indicando l' eroe di Eracle: "Lo vedi lui? Pregare coloro in cui credete è l' unico modo che hai per aiutare Neferata! Lascia perdere ciò che siete stati..., ciò vi darà solo dolore, non potete più esserlo! Voi avete accettato il credo di Hades per motivi che non voglio discutere o condannare e che vi piaccia ora o no, quello siete! Dire credo e farlo davvero sono due cose ben diverse ma voi spectre siete! Accettatelo, fallo accettare anche a lei, perchè quello di cui ora ha veramente bisogno è credere nel Dio dei Morti!".
Alixia e Alasdair impallidirono, soprattutto il secondo.
Ecco quale era il vero pericolo nel correre tra una divinità e l' altra solo per l' istinto o il sentimento di un attimo..., perdere la fede!
Colui che era stato spectre di Treasure Dragon probabilmente non ci sarebbe mai riuscito a credere davvero in Hades..., forse non vi aveva mai creduto davvero e aveva solo finto con sè stesso...
Ma ce l' avrebbe fatta lei a trovare la luce nelle tenebre dell' Ade?
Neppure Whimber ne era certo...
Giulio tentò ancora con lui.
"Pioggia ha sicuramente aperto uno spiraglio in lei..., ma perchè questo diventi breccia, lei deve tornare a credere nel vostro dio e abbandonare ciò che ha eletto a nuova fede! Aiutala, dalle la forza per fare ciò! Io proseguirò ma, senza di te..., potrebbe volerci troppo tempo, tanto da non riuscire a giungere alla fine del nostro viaggio quaggiù a Cerne!".
Era il momento per il cherubino di pronunciare la seconda parte del rituale...

???. Nella propria anima (Neferata)

La voce che pareva aiutarla giunse ancora, ma come se si fosse allontanata, sempre di più nello stesso scandirsi delle parole.
"Lascia perdere i piaceri terrestri..., lascia perdere i piaceri della mente..., tieni con te solo quelli dell' anima!".
Solo pochi istanti e la voce divenne quasi un sussurro.
"Phaleg è solo un nome..., accetta il tuo desio e non considerarlo solo un male! Tu hai voluto essere un vampiro, ebbene, puoi esserlo anche percorrendo la via del bene! Aiutando tutti coloro le cui immagini mai ti hanno abbandonato neppure di fronte alla luce che ti minaccia con il suo inganno!".
Nel buio una forma pare materializzarsi.
Era Whimber e stava piangendo mentre l' angelo gli stava parlando probabilmente di ciò che era diventata lei...

Atlantide. Santuario di Poseidone e Clito (Kagaho, Khaled, Edward e Lucifer)

Che fossero state le parole di speranza di Edward, la consapevolezza di spectre di una limitata immortalità o miracolosa e inaspettata altruistica volontà unita a un pizzico di senso di colpa e inutilità, forse davvero non importava a Kagaho che accettò di divenire la comune salvezza nonostante il suo stesso discorso di poco prima.
Non disse nulla però che avesse a vedere con scuse, che forse neppure doveva, o altisonanti epitaffi e si limitò a un cenno di assenso diretto a tutti i compagni.
Lo spectre di Bennu avanzò con passo deciso verso una delle pareti e giunto a circa un metro da essa espanse il suo cosmo al limite della propria vita..., e forse anche oltre...
Come pronosticato, le fiamme dell' intera stanza vennero da lui attirate come falena dal fuoco e nel silenzio generale rimasero solo le sue urla di morte.
Non vi era tempo per dargli però il meritato commiato, tutti temevano il nuovo richiudersi della trappola su di loro e si lanciarono sull' entrata ora del tutto sgombra.
Fu quando gli ultimi erano ormai quasi fuori dal Santuario che qualcosa parve accadere allo spectre di Bennu.
Per lui si trattò solo di una voce: "Perchè hai accettato di divenire l' agnello sacrificale? Era vero senso di colpa o semplice noia per essere continuamente additato come tale? Coraggio o lealtà? Mah, poco importa..., ora sei degno...".
Il vento misteriosamente giunto alle sue orecchie scemò nel nulla mentre Kagaho avvertì nuovo potere sorgere attorno a lui.
Il dolore si fece di nuovo lontano, come se non fosse mai esistito e il suo corpo parve divenire immune alle fiamme che ora circondavano solo lui.
Hyoga, che si era fermato avvertendo ciò che stava accadendo sorrise intuendo il senso del tutto.
Era impossibile scorgere il corpo dello spectre di Bennu all' interno del fuoco che pareva dilaniarlo ma furono le fiamme stesse ad acquisire la precisa forma di una fenice con le ali spalancate verso il cielo.
L' immagine si innalzò insieme alle fiamme che la componevano, sciogliendo letteralmente il soffitto della costruzione e volò alta sino a scomparire dalla vista non prima di divenire un secondo sole.
Per chi l' osservò da fuori quello parve il definitivo commiato del guerriero di Hades ma il gold saint fu l' unico che lo vide per quello che era.
Quando la colonna di fuoco, coda del mitico uccello, svanì nel nulla ecco emergere la figura di Kagaho, il nuovo Kagaho...
O meglio..., lui era sempre lo stesso..., ma attorno gli si era formata una nuova surplice di Bennu!
Ma forse non era solo dall' Ade che proveniva la meraviglia davanti agli occhi del cavaliere di Athena...
La forma generale era identica al passato anche se forse più 'slanciata'.
Il colore era sempre nero ma invece di essere profondo e violaceo ora era più tenue e tendeva al blu.
Spirali, come a indicare la simbologia del vento, apparivano su ogni singola parte di essa e lievi soffi di cosmo sembravano circondarla di tanto in tanto in maniera del tutto casuale.
Kagaho guardò perplesso Hyoga che gli sorrise annuendo.
"Sì, quella è un' armatura divina!".
Kagaho si guardò i bracciali avvertendo come tutto ciò non gli avesse restituito però in alcun modo le energie vitali.
"E' lei ad essere cambiata..., non tu!" gli spiegò il gold saint di Aquarius intuendo il suo pensiero. "Il tuo corpo rimane al limite..., ma dubito esista forza mortale anche qui ad Atlantide in grado ora di superare le tue difese!".
Allibiti furono a dir poco coloro che assistettero alla sua trionfale uscita dal Santuario.
Myu e Drow si limitarono a un probabile sorriso di circostanza e si affrettarono a proseguire verso il Palazzo regale insieme a tutti gli altri.

Atlantide. Palazzo regale (Khaled, Edward, Lucifer, Kagaho, Sid, Mur e Mime)

Vi era indubbiamente qualcosa di strano in Tarabellum, anche al di là degli ignobili vantaggi conferiti dalla tecnologia atlantidea e il tentativo di Mur e Mime lo mise in luce chiaramente...
Quattro aste circondarono anche il gold saint di Aries e il god warrior di Harpfe, nonostante i loro tentativi di evitarlo.
Il tentativo di teletrasporto del primo non era andato misteriosamente a buon fine e la musica del secondo era come se non avesse il minimo effetto sul guerriero atlantideo.
"Questo enorme cortile è un unico varco dimensionale e il tuo potere è in realtà quello di celare ciò, vero...?" disse all' improvviso il custode della Prima Casa.
Tarabellum applaudì sarcasticamente.
"Dunque esistono ancora persone sagaci nelle fila della Dea della Saggezza! Ma cosa ti cambia sapere ciò? Per uscire devi comunque risolvere l' utilizzo dei bastoncini di Nepero! Voi non siete in nessun cortile, quello vi viene solo mostrato e ciò che considerate prigione è in realtà la vostra unica via di fuga!".
"E tu non sei in realtà qui..." aggiunse Mime.
"Lo sono e non lo sono! Comunque l' ho appena spiegato..." disse il saint delle costellazioni dimenticate con fare piuttosto scocciato.
Attorno a Mime vi era l' asta decimale conficcata sino a mostrare le cifre da uno a tre mentre in successione le altre erano due 'tabelline' del tre conficcate sino al nove e quella del quattro sino al dodici.
Per Mur la prima arrivava al cinque mentre le altre tre erano rispettivamente uguale alla prima; da 2 a 10 la seconda e ancora da 1 a 5 la terza.
Furono le parole di Sid a distogliere, quasi, l' attenzione di Tarabellum dai due guerrieri e dal gruppo che stava entrando ora nell' enorme cortile dopo essere sfuggito dalla trappola del Santuario di Poseidone e Clito, giusto per giungere nella sua.
"Brava tigre, di Asgard..., sai fare i conti a mente! Ma non è ciò che ti sottrarrà alla mia dimensione! Non hai compreso ancora l' utilizzo del mio strumento!"
Solo ora Tarabellum sorrise ai nuovi giunti come a dargli il benvenuto, ma continuò a parlare a Sid, telepaticamente, come a confidare a lui e solo a lui misteriosamente un segreto.
"Vi è un altro modo che non dipende da me per sfuggire a quelle dimensioni..., se ciascuno di voi, nessuno escluso, bagna i quattro bastoni col proprio sangue, anche con solo una goccia..., esse scompariranno permettendovi di trovarvi nel vero cortile dei Dieci Re!".
Ora Tarabellum lo lasciò però solo dirigendosi verso i nuovi giunti.
 
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Atlantide. Palazzo regale (Shaka)

Coloro che erano giunti dall’ infuocata avventura al Santuario di Poseidone e Clito erano ormai quasi dentro al tremendo cortile in cui i loro compagni erano ormai preda dell’ inganno di Tarabellum quando avvertirono un potente cosmo alle loro spalle.
Non fu sorpresa da poco veder emergere dal nulla l’ armatura dorata del gold saint di Virgo.
Il custode della Sesta Casa non era al massimo delle forze, a testimonianza dei duri combattimenti sostenuti chissà dove, ma era indubbiamente messo meglio di molti presenti lì…!
Coloro che si trovavano nella piazza che portava al palazzo regale erano indubbiamente preda di una trappola, visto che nonostante gli sforzi nessuno di essi sembrava essere in grado di muoversi al di là di quattro bastoni numerati che circondavano ognuno nelle quattro direzioni principali.
Probabilmente entrando in quella zona, anche Shaka avrebbe scatenato qualcosa ma restare lì a guardare tutti gli altri in pericolo senza far nulla non era senz’ altro un opzione plausibile…
 
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CAPITOLO LXVI - UOMINI O DEI?

Atene, 4 Gennaio 1994 ore 12.30
Durata mail del master: 30 minuti

Atlantide. Zona delle cripte (Alixia, Alasdair, Giulio e Neferata)

L' essere-Neferata colpì con precisione millimetrica il viso di Whimber con uno sputo.
Ma fu quello l' ultimo gesto a suo improbabile vantaggio...
Mentre Giulio proseguiva il suo esorcismo, Whimber compì il reale miracolo, forse comunque impossibile senza anche l' aiuto aggiuntivo di Pioggia, le preghiere di Alasdair e i dubbi di Alixia...
Breccia fu fatta nell' anima della spectre di Lamia e ora che vedeva chiaramente la mano tesa verso di lei, non dovette far altro che stringerla nella propria...
Nel riprendere coscienza di ciò che era davvero, si accorse che questa non era però quella del ritrovato amato, ma di Hades stesso!
Ne era sicura..., ma senza accorgersene quel tocco le fece pronunciare una parola che fu ben afferrata dal cherubino.
"Phaleg!".
Era quello il momento decisivo e Giulio lo colse all' istante!
Ti ordino, Phaleg,
riconosci lo Spirito di verità e di grazia,
lo Spirito che respinge le tue insidie
e smaschera le tue menzogne.
Esci da questa creatura, Neferata!
Abbandona questa donna!
Vattene, dunque, Phaleg: vattene
nel nome del Padre X
e del Figlio X
e dello Spirito X Santo.
Allontanati per la fede e la preghiera della Chiesa.
Fuggi per il segno della santa croce di Gesù Cristo,
Signore nostro.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
"Non può essere!" ruggì il samael. "Come può un umana aver trovato fede nella morte! Non è possibile che vi siano persone in grado di credere in ciò che la morte rappresenta! Era lei il bersaglio più facile..., lei...".
Un ultimo urlo di terrore del servo di Lucifero, come se Hades stesso fosse apparso alle spalle di Giulio usando la sua forza insieme a quella del cherubino.
Forse fu in effetti quello che vide il diavolo prima di abbandonare definitivamente la sua preda...
Forse fu in effetti quello che vide Neferata prima di riacquistare per qualche secondo il pieno possesso dei suoi sensi...
Svenne ora la spectre spossata dall' accaduto prima di poter proferire altro verbo mentre lacrime di gioia riposero alle parole di Giulio.
"Ora è libera! Laudato sia il Signore!" cantò l' angelo con voce melodiosa.
"E anche Hades..." si affrettò a dire Whimber accorrendo dall' amata mentre Alasdair scioglieva la sua prigione.

Atlantide. Palazzo regale (Shaka, Khaled, Edward, Lucifer, Kagaho, Sid, Mur e Mime)

L' attacco unito di Khaled e Lucifer non ebbe effetto alcuno, come se non fosse stato addirittura stato eseguito, ma Edward trovò invece il tempo di stabilirne il perchè...
Tarabellum era e non era lì di fronte a loro!
Ciò che avevano inconsapevolmente, e del tutto inavvertitamente, attraversato era indubbiamente uno dei varchi dimensionali meglio congeniati che avesse mai visto!
Il paragone più azzeccato gli parve essere quello di un cilindro di vetro delimitato dai quattro bastoni che si erano innalzati anche attorno ognuno di loro.
Loro potevano guardare fuori dalle loro 'prigioni' ma ciò che vedevano si trovava in realtà altrove, in un ambiente identico ma allo stesso tempo lontano tanto quanto solo due differenti dimensioni potevano essere!
I due guerrieri di Poseidone e l' augure di Demetra furono in procinto di osservare gli indizi per risolvere l' indovinello numerico loro imposto, quando qualcuno parve ormai essere già fortunatamente in possesso della soluzione...
Tarabellum si voltò verso Sid con espressione sorpresa ma nel contempo, almeno apparentemente, compiaciuta.
Il saint delle costellazioni dimenticate non aveva risposto al pensiero del god warrior di Tiger, come se avesse in realtà già compreso l' importanza di ciò che il guerriero di Odino aveva da dirgli dopo...
Un solo gesto del guerriero atlantideo e tutti i bastoni che circondavano i sacri guerrieri tornarono a celarsi nel terreno da cui erano sembrati provenire per poi andare a ricostituire l' armatura attorno allo stesso Tarabellum.
Fu solo allora che il nemico di poco prima rispose a Sid in tutta tranquillità: "Il sangue era solo una trappol...".
Tarabellum non finì mai la frase, una lama comparve nel suo petto attraversandogli il corpo da parte a parte e ciò come se non fosse sufficiente, essa venne torta nelle sue viscere non dandogli scampo alcuno.
Ed ecco comparire da varchi di teletrasporto i nove re restanti.
Se era lecito non vedere più Custos Messium, non era altrettanto, almeno per gli altri che l' avevano pensato sconfitto da Shaka, ritrovarsi ancora davanti Sceptrum et manus iustitiae..., eppure era così!
Il silenzio scese nell' intera piazza su cui si affacciava il palazzo regale.
Se già i re di Atlantide erano parsi di tutto un altro livello molti avvertirono che ora era pure peggio..., anche le loro armature, come quella di Bennu, apparivano divine!
Kagaho se ne accorse in effetti per primo..., in esse scorreva lo stesso sangue che aveva reso tale anche la sua, quello di Eolo!
Lo spectre di Bennu si accorse anche che colui che aveva ucciso Tarabellum era lo stesso che aveva infranto una delle sua lame sulla sua surplice: Gladii electorali saxonici.
Le sue armi erano in perfetta 'forma' e sembravano irradiare lo stesso potere 'ventoso' che circondava ora la sua surplice!
Polophilax si intromise nel loro gioco di sguardi.
"E' meglio che lo affronti io!" disse rivolto al compagno.
Gladii electorales saxonici lo allontanò con un gesto.
"No! Lui è mio!" disse sbrigativamente.
"Se ne sei convinto..." disse il saint delle costellazioni dimenticate responsabile addirittura dell' imprigionamento di un dio.
Hyoga e Isaac comunque si intromisero.
"Lascia perdere..., tu sei nostro!" dissero quasi all' unisono rivolti in effetti al più potente degli avversari incontrati dalla loro permanenza a Cerne.
Fu lo stesso saint delle costellazioni dimenticate con le due lame a ribadire, rivolto a Kagaho: "Che dici..., ci proviamo ancora? Vediamo se l' armatura divina può proteggerti ancora! Ricordi la leggenda dell' arma più potente e dello scudo più potente?".
Non furono molti i saint delle costellazioni dimenticate a chiamare direttamente delle sfide, incuranti del fatto che i sacri guerrieri non avrebbero nè potuto, nè voluto combattere da soli, accettando una qualunque delle loro eventuali condizioni.
A sorpresa uno di coloro che attirò le maggiori intenzioni fu però Tim.
Pomum imperiale lo indicò con la chiara intenzione di essere il suo avversario.
E inevitabile fu anche l' invito di Harpa Georgii, diretto al musico di Asgard.
Quale delle loro prossime composizioni avrebbe vinto la gara?
Certo i 'prescelti' avrebbero potuto essere affiancati da altri guerrieri, eppure i dieci re non parevano temere simili disparità...
Cosa nascondevano questa volta?
Molti, indubbiamente, se lo domandarono...
Coloro che erano giunti dal Jamir riconobbero Ceneus che pareva quasi assente psicologicamente dagli scontri che stavano avendo inizio, guardando il tutto con chiara indifferenza e superiorità.
Ma anche Cor caroly regis, Honores Frederici, Sceptrum et manus iustitiae e Sceptrum brandeburgicum non apparivano interessati per il momento alla lotta, attendendo semplicemente il loro turno di essere 'scelti', come se per loro tutto fosse inutile nella sua superba facilità e già determinato dal destino.
Fu solo l' arrivo di nuovi cosmi che parve interessarli appena distraendoli dalla loro, almeno apparente, apatia.
Sì, Io, Willie e Ikki comparvero nella zona con sorrisi sarcastici, come se il loro arrivo non fosse ormai più atteso dai guerrieri atlantidei.
 
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CAPITOLO LXVII - LA VERA FORZA DIVINA E' DENTRO DI NOI!

Atene, 4 Gennaio 1994 ore 13.00
Durata mail del master: 30 minuti

Atlantide. Palazzo regale (Tutti)

"Tipico di voi sacri guerrieri..., essere in possesso di poteri totalmente al di fuori della vostra comprensione, meri mezzi pronti ad assecondare potere divino!".
Queste le parole di Gladii electorales saxonici, ma non le sue sole...
"Non lo immagini? Il sangue divino era già in te prima che risvegliassi completamente l' armatura! Hai rotto le mie precedenti lame solo e unicamente per quello! Fortuna no? Solo dannata fortuna! Ma ora purtroppo per te l' hai terminata e con l' annullamento del vantaggio divino ultimo, la tua strada termina qui! Voi avete sempre dato a noi degli sleali ma senza la tecnologia atlantidea non avremmo mai colmato il divario con ciò che gli dei hanno fatto di voi! Siete infatti voi ad essere giunti qui forti del cosmo e dell' esperienza che gli dei e solo loro hanno lasciato maturare in voi andando altresì contronatura! Perchè pensi che abbiano preferito rischiare l' annullamento di questa intera realtà pur di avere al loro fianco guerrieri già 'formati' al posto di nuove generazioni? Sì, tutti loro, come qualunque umano a cui si sentono tanto superiori si sono inebriati con i nuovi poteri e mai vorranno farne a meno perchè nessuno di loro abbia il 'giochino' migliore di quello degli altri! E vuoi sapere cosa mi fa pensare di essere in vantaggio? Tu hai accettato il dono di Hades delle tue fiamme nere senza mai comprenderlo davvero! Ed è un onore per me far delle tue fiamme il motivo stesso della tua fine! Comunque prima, lascia che ti 'firmi' l' armatura!".
"IOHAN!" urlò il saint delle costellazioni dimenticate attaccando con un affondo con la lama su cui era inciso il nome da lui pronunciato.
Le fiamme impattarono sull' armatura del guerriero atlantideo mentre appena Kagaho avvertì lo stridere della sua arma sulla sua surplice.
Non era però tutto suo merito..., qualcosa aveva fermato comunque il completo attacco del suo avversario!
L' altra lama, GEORG era come ricoperta da un sottile strato di roccia!
Shilfield di Basilisk era comparso, unico, a fianco del compagno di ordine.
Le fiamme sembravano permanere sull' armatura di Gladii electorales saxonici ma improvvisamente esplosero scomparendo nel nulla e senza dare l' impressione di aver avuto effetto sul nemico dei due spectre.
Il saint delle costellazioni dimenticate scoppiò a ridere indicando con entrambe le lame la sottile incisione prodotta su uno dei bracciali di Bennu.
Come se non si curasse più della fenice nera degli Inferi, la sua attenzione sembrò ora essere calamitata tutta da Shilfield.
"Il fuoco di Bennu non è più un problema per me..., basta trovare il modo di circondarsi con un involucro di cosmo senza farsi toccare da esso per poi farlo implodere allontanandolo con la telecinesi che è naturale appannaggio di noi atlantidei! Non resta dunque che eliminare anche l' ostacolo presentato da te!".
"Vediamo come te la cavi col veleno..., la tua armatura 'divina' è in grado di renderti immune a esso? BASILISK REVELATION!" gli rispose a tono l' altro guerriero di Hades.
I guerrieri che non erano stati direttamente 'invitati' a prendere parte alle lotte preferirono intervenire subito non lasciando nessuno dei saint atlantidei libero dagli scontri in grado di interferire eventualmente con quelli in atto forte di chissà quali poteri.
Indubbiamente Polophilax fu quello che attirò le maggiori attenzioni...
A Hyoga e Isaac si unirono anche Ikki, Shun e Tim.
Almeno al momento i due sacri guerrieri delle energie fredde sembravano essere stati costretti alla difensiva mentre gli altri tre cercavano inutilmente di trovare un varco nei portentosi poteri criocinetici del loro avversario.
I guerrieri nipponici e Black Phoenix affrontavano l' immortale Ceneus ma nel giro di una manciata di minuti sembrarono essere stati tutti e tre già sommersi da un gigantesco ammasso di rocce e tronchi.
Io e Willie, coloro che forse erano apparsi meno provati dagli scontri precedenti si erano divisi per portare il maggiore apporto ai compagni ma si erano praticamente ritrovati soli rispettivamente contro Honores Frederici e Pomum imperiale.
A dar loro man forte si recarono però Kiki e Sigfried.
Shaka era stato costretto a difendersi precipitosamente dalla GIUSTIZIA TERRENA del suo avversario.
Il KHAN aveva retto a fatica ma ora al suo fianco si innalzavano anche Saga e Aioria.
La posizione che i tre avevano assunto lasciava pochi dubbi...
Un' armatura pur divina, avrebbe retto a un ATHENA EXCLAMATION?
Il saint sembrò in effetti essere piuttosto preoccupato della cosa e passò subito all' affilato colpo TAGLIO DI GIUDIZIO.
Raggi simili a ustionanti laser si diressero veloci verso i tre gold saint.
Myu e Drow erano soli contro un irresistibile Sceptrum Brandeburgicum e sino a quel momento non avevano fatto altro che sfuggire alla sua AQUILA PRUSSIANA.
Lo spectre di Papillon venne però abbattuto in quel preciso momento con l' armatura in mille pezzi.
Il suo corpo parve sciogliersi come neve al sole assumendo l' aspetto di ammasso d' uova.
Una mossa piuttosto azzardata e sin troppo pericolosa...
La precisa strategia di Edward e Lucifer parve ottenere, un vero e proprio miracolo...
Al costo del loro sacrificio vitale i vegetali del guerriero di Demetra si avvilupparono sul loro avversario non dando l' apparenza di consentirgli possibilità di fuga.
L' elementale del fuoco comparve mostrando subito a Khaled quanto fosse difficile mantenere il controllo necessario per fargli, almeno inizialmente, mantenere la sua forma nel piano dimensionale in cui stavano.
Ammesso che fossero occhi quelli che lo stavano osservando attraverso le fiamme, il tritone vide in essi un' estrema fierezza e forse sin troppa boria.
Comunque sia l' essere prese a guardarsi in giro come se lui stesso volesse decidere autonomamente cosa fare.
"Notevole guerrieri..., ma è tutto qui quello che riuscite a fare?" disse Cor Caroli regis senza liberarsi.
Furono solo le sue parole ad attirare finalmente l' attenzione dell' elementale.
"Pensate che io non sia più in grado di attaccarvi? Stolti! CONTROLLO DEI SENTIMENTI!".
A sorpresa il saint delle costellazioni dimenticate parve quindi essere in grado di agire lanciando un colpo senza neppure aver bisogno di muoversi!
L' elementale del fuoco sembrò comunque restare immobile ad osservare l' effetto di quello strano colpo.
Più o meno quando i due guerrieri di Poseidone e l' augure di Demetra allibirono di fronte alla consapevolezza che il loro avversario stava ricorrendo al settimo senso come ogni esperto utilizzatore di cosmo, lo stesso accadde nello scontro che interessava Mur, Mime e Sid.
Il god warrior di Tiger non aveva portato alcun apporto alla strategia di Edward avvertendo il potere che si stava manifestando davanti a lui.
Con il PLANXTIES, il saint di Harpa Georgii evocò una miriade di immagini del folclore celtico che smorzarono la strategia del gold saint di Aries e del god warrior di Harpfe già nella loro prima parte.
Mime ricadde pesantemente al suolo ruggendo di rabbia quando comprese che forse avrebbero dovuto espandere il loro cosmo oltre i limiti del settimo senso da subito e non attendere l' attuazione di colpi contro i quali il loro avversario si sarebbe dimostrato indubbiamente superiore.
Fu il solo Sid insomma a portare un attacco efficace evitando il peggio anche per i suoi due compagni.
L' impatto del suo colpo infatti travolse Harpa Georgii impedendogli di proseguire la sua melodia che aveva indubbiamente surclassato quella del musico di Asgard.
Mur, privo di protezioni giaceva comunque disteso al suolo con alcune ferite profonde, essendo stato colpito nonostante si fosse materializzato alle spalle del suo avversario.
Il custode della Prima Casa iniziò ad avvertire qualcosa di strano in lui, di piacevole, come se nuova linfa prendesse a scorrere all' interno del suo corpo.
Cosa era in grado di rinnovare in lui una simile forza?
Il contrattacco del guerriero atlantideo sembrò successivamente interessare il solo Sid.
"NASCITA DELL' ARPA CELTICA!".
Tutto ciò fu quello a cui assistettero coloro che erano giunti dalla zona delle cripte.
Neferata era ancora estremamente confusa ma ora aveva ben nove valvole di sfogo su cui esercitare la rabbia repressa.
Fu solo Alixia ad attardarsi appena.
Una strana sensazione di deja-vu..., qualcuno li stava seguendo, ne era certa!
Ma non poteva essere, lei l' aveva ucciso!
Eppure riconosceva chiaramente il cosmo di Tenzen...
 
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CAPITOLO LXVIII - IL VERO SIGNIFICATO DEL SETTIMO SENSO.

Atene, 4 Gennaio 1994 ore 13.30
Durata mail del master: 30 minuti

Atlantide. Palazzo regale (Tutti)

Il concreto apporto di coloro che erano giunti dalla zona del cimitero indubbiamente ribaltò a loro favore una situazione che i soli Sigfried e Willie non parevano riuscire a controllare appieno.
Fu infatti solo l' apporto di Giulio, Neferata e Whimber a liberare Sigfried e Willie da uno strano colpo che aveva formato una sorta di gigantesca bolla cosmica che andava restringendosi su entrambi.
Pomum imperiale sembrò ora trascurare del tutto i suoi 'vecchi' avversari e rivolse il suo colpo dal semplice nome di INGANNO verso i nuovi giunti.
Paradossale fu vedere la gigantesca croce che provenne dal disegno cosmico del guerriero atlantideo incontrare il corpo di colui che più di ogni altro era ricollegabile a quello stesso simbolo.
Sarà pure stato il sorprendente potere angelico che possedeva a compiere l' impossibile..., ma il concreto effetto finale fu anche comparabile alla dimostrazione che mai e poi mai quel simbolo avrebbe potuto nuocere proprio a lui!
Il cherubino ne sorrise.
Pomum imperiale tentò subito di rivolgersi con lo stesso attacco a Sigfried e Willie, in direzione diversa da quella ormai neutralizzata dal cherubino con il suo avanzamento, ma non aveva fatto i conti con i poteri magici accumulati dai due spectre.
I nonmorti evocati da Whimber non gli permisero neppure di preparare il suo colpo, mentre Neferata riuscì a toccarlo in una parte del corpo non protetta dall' armatura riversando in lui il potere magico che avrebbe attecchito indipendentemente dalle caratteristiche della sua inviolabile, o quasi, protezione.
Pomum imperiale ruggì, probabilmente furioso per essere stato sorpreso e forse addirittura sconfitto da una delle stesse armi atlantidee...
Certo l' invecchiamento pur già evidente a cui era stato inesorabilmente sottoposto avrebbe richiesto del tempo prima di portarlo all' annullamento ed egli sembrava del tutto intenzionato a portare almeno qualcuno con sè.
Aprendosi un varco tra i non morti a colpi di braccia, sembrò scagliare semplici colpi ebbri di cosmo verso il solo Giulio, come però se preparasse in realtà altro...
L' ammasso di scheletri che lo circondava rendeva difficile ai guerrieri prendere una precisa mira su di lui ma molto stavano studiando ogni millimetrica possibilità.
"A me non serve..., posso colpirlo dal basso!" disse deciso Willie.
"Donatemi tutti il cosmo prima che colpisca sul serio l' angelo privo di armatura!".
Shilfield e Kagaho si accorsero troppo tardi della quantità di cosmo a cui aveva fatto ricorso Gladii electorales saxonici.
Sì, costui era abile nell' utilizzo del settimo senso almeno quanto loro!
Il guerriero atlantideo sembrò utilizzare una tecnica diametralmente opposta a quella vista prima e prima ancora che le fiamme di Bennu lo lambissero, trafisse con una delle sue spade il corpo di Shilfield senza dar l' apparenza di risentire della tecnica segreta di quest' ultimo.
Lo spectre di Basilisk cadde riverso al suolo mentre il saint delle costellazioni dimenticate ruotò la lama in lui estraendola facendo zampillare una notevole quantità di sangue.
Shilfield parve non essere più in grado di alzarsi, probabilmente gli era stata lesionata la colonna vertebrale o qualche organo interno di cui anche il corpo di uno spectre non poteva evidentemente fare a meno...
Le fiamme sembravano essere attecchite però sull' armatura divina del guerriero atlantideo ma egli le fissò incurante e le attirò tutte sul palmo di una mano formando una sfera corvina che fece esplodere poco dopo.
"Meno uno..., e tu da solo non potrai mai far nulla!".
Le parole del suo avversario giunsero però lontane alle orecchie di Kagaho.
In base a come si sentiva al momento in cui aveva cominciato lo scontro avrebbe dovuto stramazzare al suolo dopo l' ultima privazione di energie vitali..., e invece se ne rimaneva tranquillamente in piedi, come se addirittura il suo gesto non gli avesse fatto patire alcun scompenso!
Che fosse merito dell' armatura divina?
Ma in tal caso che vantaggio gli avrebbe dato scoprire ciò quando anche il suo avversario si faceva forte del suo uso?
E Gladii electorales saxonici sembrava davvero voler chiudere ora lo scontro a costo della propria vita!
Il suo cosmo era spropositato e Kagaho dubitava di riuscire a contrastarlo anche giungendo al termine della sua vita di spectre!
"LE DUE SPADE!".
Ora il guerriero atlantideo incrociò le due lame obliquamente deciso a scatenare il loro comune potere.
"Non sperare di vedere la fine di questa guerra sacra!" furono le sue parole mentre l' emanazione cosmica delle due lame si avvicinava allo spectre parallelamente al suolo.
Nonostante Polophilax sembrava tranquillamente tener testa ai calibri a lui destinati, Hyoga e Isaac allontanarono misteriosamente i compagni.
Ikki fu trascinato via a fatica e riversò la sua rabbia ricorrendo al settimo senso per travolgere con le fiamme dell' HOYUKO TENSHO Ceneus.
Per un attimo sembrò essere stato sufficiente lui solo a sconfiggere il re immortale ma costui si rialzò dopo qualche minuto.
Il suo corpo appariva sì deturpato nella parte colpita dal bronze saint di Phoenix, ma i suoi movimenti non lasciavano trasparire alcuna difficoltà di movimento e le piccole crepe sull' armatura sembravano andar man mano scomparendo.
"L' immortale fenice..., vediamo se sei davvero tale!".
Shun dispose la catena attorno a sè e ai compagni che stavano faticosamente emergendo dal cumulo di legno e pietre sotto cui erano stati imprigionati mentre Tim accorse al fianco di Ikki pronto a subire al suo posto qualunque attacco provenisse dal suo avversario.
"Ora conoscerete il vero Ceneus! LANCIA DIVINA!".
Il guerriero atlantideo scagliò contro i due più vicini avversari l' arma che faceva parte del suo cloth.
L' ATHENA EXCLAMATION aveva devastato il corpo e l' armatura di Sceptrum et Manus iustitiae a testimonianza di come quest' ultime non fossero del tutto indistruttibili.
Il gold saint di Gemini era però stremato e Shaka dovette sorreggerlo mentre Aioria si stava avvicinando circospetto al suo avversario morente per dargli probabilmente il colpo di grazia che non tardò ad arrivare.
"LIGHTNING FANG!"
Myu e Drow non riuscivano a competere con il loro avversario almeno fino a quando lo spectre di Shadow non diede parecchio fondo alle sue energie vitali.
Probabilmente il suo compagno non godeva dell' apporto del settimo senso nelle fasi evolutive inferiori e ciò gli sarebbe probabilmente costato caro questa volta...
I due spectre parvero semplicemente fuggire nelle ombre del TELEPORT NELL' OMBRA lasciando Sceptrum Brandeburgicum senza avversario.
Inevitabilmente il saint delle costellazioni dimenticate si avvicinò ai tre gold saint ormai troppo in vantaggio sul loro avversario.
Il gold saint di Virgo fu costretto ad abbandonare il compagno mal messo fronteggiando il nuovo problema.
L' affiatamento tra Khaled, Edward e Lucifer aveva ormai raggiunto vette tanto alte da risultare periglioso quando in nome dell' unione di intenti trascuravano la singola efficacia.
Il misterioso colpo diretto verso di loro infatti fece desistere Lucifer da un controllo non ancora completo della sua tecnica a favore di una comune difesa.
Il comune intanto parve comunque andar a buon fine, anche quando il loro comune avversario prese a bruciare tanto il cosmo da superare il loro sforzo congiunto incenerendo i vegetali che l' avevano intrappolato sino a quel momento.
Fu troppo tardi quando i guerrieri di Poseidone e l' augure di Demetra avvertirono l' imponente bisogno dentro di loro di amplificare le loro difese come se qualcosa dentro di loro incutesse il timore di un imminente escalation...
Il loro cosmo crebbe ancora e ancora, attingendo dalle loro energie vitali molto più di quello che avrebbero voluto in un crescendo di paura comprensibile solo nel riso di scherno di Cor caroli regis.
"Touche!" disse fra la risa accorgendosi solo all' ultimo delle presenza sin troppo incombente dell' elementale di fuoco che lo afferrò con una delle sue 'mani' al collo, sprovvisto di un efficace protezione, facendolo urlare di dolore.
L' elementale prese la forma di una sorta di collare infuocato costringendolo ad abbandonare la chiara morsa mentale con cui era riuscito ad avvinghiare gli avversari.
Urlò ancora il saint delle costellazioni dimenticate ma non fu più per il dolore visto che ormai stava cominciando ad aver la meglio sul fastidioso impiccio.
"Non è possibile..., non puoi anche tu...".
Edward era quello messo peggio ed era riverso al suolo esanime.
Quando i due compagni se ne accorsero fu troppo tardi e addirittura per qualche secondo temettero il peggio.
Fu quando Khaled prese a scuoterlo che si accorse di qualcosa di strano.
Il marine di Seadragon era come ancorato al suolo e quando lo strappò a fatica da esso, si accorse che dove era adagiato il suo corpo, la sua esatta forma era stata ricoperta da una fitta erbetta.
D' improvviso il corpo di Edward si fece greve e talmente caldo che il tritone dovette abbandonarlo.
La sagoma del drago marino si allargò imponente sul corpo di Edward come se fossero una sola cosa e il guerriero di Poseidone rinacque!
La sua armatura era meravigliosa, color acquamarina e motivi floreali incisi in essa ne decoravano soprattutto l' elmo e i bracciali.
L' elementale era ormai stato distrutto e il saint delle costellazioni dimenticate urlò squarciando l' intera piazza.
"Chi ti ha dato quella armatura divina, chi?"
Senza attendere una risposta si slanciò verso il confusissimo Edward senza dar l' impressione di una precisa strategia.
Honores Frederici stava avendo la meglio sul marine di Scylla e Kiki, sottoposti a strani colpi di natura criocinetica che sembravano dovuti a una strana pioggia di piume.
Il guaritore lo sapeva di non essere un valido aiuto in battaglia ma aveva ormai deciso di compiere ciò che sapeva fare meglio..., donare il proprio cosmo!
Io da parte sua sembrava voler concentrare tutto il suo cosmo in un solo colpo.
Sarebbe bastato però il cosmo di due soli guerrieri?
Con il PLANXTIES, il saint di Harpa Georgii evocò una miriade di immagini del folclore celtico che smorzarono la strategia del gold saint di Aries e del god warrior di Harpfe già nella loro prima parte.
Mime ricadde pesantemente al suolo ruggendo di rabbia quando comprese che forse avrebbero dovuto espandere il loro cosmo oltre i limiti del settimo senso da subito e non attendere l' attuazione di colpi contro i quali il loro avversario si sarebbe dimostrato indubbiamente superiore.
Fu il solo Sid insomma a portare un attacco efficace evitando il peggio anche per i suoi due compagni.
L' impatto del suo colpo infatti travolse Harpa Georgii impedendogli di proseguire la sua melodia che aveva indubbiamente surclassato quella del musico di Asgard.
Mur, privo di protezioni giaceva comunque disteso al suolo con alcune ferite profonde, essendo stato colpito nonostante si fosse materializzato alle spalle del suo avversario.
Il custode della Prima Casa iniziò ad avvertire qualcosa di strano in lui, di piacevole, come se nuova linfa prendesse a scorrere all' interno del suo corpo.
Cosa era in grado di rinnovare in lui una simile forza?
Il contrattacco del guerriero atlantideo sembrò successivamente interessare il solo Sid.
"NASCITA DELL' ARPA CELTICA!".
Tenzen non si fece attendere e comparve di fronte ad Alasdair e Alixia.
Puntò la sua spada sulla silver saint dicendo: "E' così che onori la morte di Sagitta Australis? Farti aiutare da un altro guerriero? Non so se sei peggio tu di me o l' angelo che pur di mantenere un segreto a decretato la morte della donna e della bambina! Sconfiggimi tu sola e io ti rivelerò il pericolo delle chiavi e chi davvero dovrete affrontare insieme ad Atlante!".
Il bieco guerriero nipponico si rivolgeva ad Alixia ma guardava sornione l' eroe di Ercole.
 
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CAPITOLO LXIX - TUTTO PER IL SANGUE

Atene, 4 Gennaio 1994 ore 14.00
Durata mail del master: 30 minuti

Atlantide. Palazzo regale (Tutti)

Ceneus era davvero un guerriero incredibile, molto più di quello che era apparso sinora, ma era lecito supporre come sino a quel momento non avesse del tutto mostrato la sua vera forza...
Anche se la sua armatura si rigenerava continuamente in maniera ancor più rapida del cloth di Phoenix, il fatto più sorprendente era che visivamente il suo corpo non pareva ormai aver retto il potere scatenato contro di lui, eppure combatteva così come aveva fatto sin dal primo momento senza dar l' impressione di soffrire delle troppe ferite accumulate.
Ikki non aveva lesinato le proprie energie vitali e lo aveva colpito col suo colpo fiammeggiante forte anche del cosmo di Kazuo, Jubee, Ritaoha e Tim, eppure ancora nulla...!
Solo Shun si era dedicato alla difesa che però si era dimostrata del tutto inutile non essendo il saint delle costellazioni dimenticate riuscito a superare la quantità di cosmo a lui diretta.
"Sembra..., sembra..., uno zombi..." disse perplesso il saint di Andromeda. "Come può essere ancora in piedi in quelle condizioni?".
"Non ci resta che continuare a colpirlo sino a strappargli gli arti e tutto il resto! Come potrebbe agire altrimenti?" ruggì il bronze saint di Phoenix.
Una mano amica lo trattenne.
"Quanti colpi riusciresti a lanciare ancora di quella intensità? Uno? Due? E poi...? Se non funzionasse?" disse tranquillo Kazuo.
"Noi saint di Athena siamo abituati a riuscire ove pare impossibile!" disse Ikki liberandosi furiosamente dal tocco del guerriero nipponico.
"Aspetta, ha ragione..." intervenne il fratello. "... inutile portarci al limite senza capire ove tragga quel suo strano potere!".
"Pfui!" disse il bronze saint di Phoenix sputando per terra.
"Pensavo a una cosa..." disse all' improvviso il bronze saint di Andromeda rivolto al fratello. "... ricordi l' illusione di Gemini?".
Black Phoenix intervenne come punto sul vivo: "Non è nulla di mentale..., il suo corpo è reale, è quello davanti a noi, pur apparentemente immortale!".
"La mia catena ha l' abilità di trovare il nemico ovunque si trovi! Non resta che provare.., è un tentativo come altri!" gli rispose Shun.
"Forza! Appoggiatemi col vostro cosmo! THUNDER WAVES!".
"PUNIZIONE DEI CENTAURI!" urlò Ceneus deciso a intrappolare tutti in una volta sola come avvenuto coi suoi primi avversari.
Cor Caroli Regis scatenò un nuovo colpo, il RISALIRE LE RADICI, ma l' espansione cosmica diretta contro di lui divenne subito incontenibile.
Troppo era il rischio che avevano corso i tre guerrieri uniti perchè il saint delle costellazioni dimenticate potesse sperare di eguagliarli sacrificando sè stesso e pareggiando il marine di Seadragon il divino vantaggio che si era accaparrato, ogni suo tentativo fu reso inutile.
La genesi elementale del MID-ATLANTIC RIDGE si formò inesorabile attorno al suo corpo immobilizzando colui che si era innalzato a 'parodia' di divinità.
Lucifer cadde al suolo avendo appena il tempo di proteggersi con le mani per impedirsi di impattare col viso contro il suolo.
L' augure era allo stremo e mai e poi mai avrebbe retto un altro scontro neppure contro il più debole degli atlantidei...
Era ciò più di ogni altra cosa a renderlo triste...
Rivolto al suolo si avvide di come la pavimentazione aveva preso a cambiare colore o meglio ad arricchirsi di un altro prima non presente
Il sangue versato lì da lui o dai suoi compagni e dai loro avversari o semplicemente portato lì come retaggio sulle loro armature degli scontri passati, sembrava scorrere ora veloce tra gli interstizi delle piastrelle.
Per un attimo Lucifer rifiutò l' aiuto dei compagni a rialzarsi come bambino deciso a scrutare ove la colonna di formiche fosse dedita a rifugiarsi.
L' enorme pietra di oricalco con forma circolare che avevano visto di sfuggita appena giunti lì..., tutti i percorsi vermigli sembravano essere attratti laggiù!
Nonostante lo STINGER REQUIEM avesse raggiunto il saint delle costellazioni dimenticate, le corde della cetra non riuscirono a intaccare l' armatura divina che lo proteggeva e lui lanciò il suo colpo praticamente indisturbato.
Con precisione millimetrica tagliò i tendini di Achille delle due gambe del god warrior di Tiger facendolo precipitare al suolo nonostante la sua difesa avesse almeno parzialmente ricoperto di ghiaccio le braccia di Harpa Georgii.
L' attenzione del guerriero atlantideo venne però del tutto calamitata da Mur.
Il suo corpo riluceva di luce verdastra emanando un' intenso odore di muschio come se fosse esso stesso un attacco.
Le limitate parti del cloth di Aries che ancora lo ricoprivano emanavano uno spropositato cosmo e presto minute particelle di luce ricoprirono il custode della Prima Casa ricreando attorno a lui le sue vestigia.
Riflessi verdi si accoppiavano a meraviglia con l' oro di cui Athena aveva voluto ricoprire i suoi cavalieri più valenti ma era il cosmo e la serenità che lo attorniava a stupire in maniera sublime Mur.
Ma non era finita...
Sid non avrebbe dovuto trovare il modo di rialzarsi ancora in piedi eppure una misteriosa forza lo aiutava a compiere il miracolo...
I suoi tendini lacerati erano racchiusi in perfetti schinieri che gli sostenevano le gambe donando loro nuova linfa come se le ferite fossero ricordi passati.
Sì, anche la god robe di Tiger era ora un armatura divina arricchita indubbiamente del sangue di Pan!
Harpa Georgii arretrò preoccupato strappando le corde di Mime che ancora lo attorniavano.
"Devo fare in fretta..., vediamo come si comporteranno le armature divine contro questo! I TRE FONDAMENTALI: GOLTRAIDHE! Sì, piangete guerrieri!".
"Due chiavi e due utilizzatori di poteri magici! Nessun problema a morire insieme a voi! POTERE!" urlò Pomum Imperiale.
"Attenzione è lo stesso colpo che ha usato su di noi prima!" ruggì Sigfried.
L' affiatamento tra i sacri guerrieri risultò sconvolgente e per un attimo parvero addirittura superare il cosmo del loro comune avversario.
Ma a sorpresa il saint delle costellazioni dimenticate si dimostrò più pronto a morire di tutti loro a difesa del proprio ideale giungendo a batterli sul loro stesso terreno!
Il bizzarro attacco a forma di anatra del WILD DUCK IMMERSION di Willie riuscì sì a scalfire l' armatura divina di Pomum Imperiale ma tutti loro, compreso il guerriero atlantideo, si ritrovarono circondati dalla bolla cosmica che si strinse attorno a loro con incredibile velocità schiacciandoli tutti l' uno contro l' altro, insieme al nemico stesso, in un ammasso di armature e carne talmente pressato da far mancare loro il fiato.
Era quella la fine?
Come mai avrebbero potuto eguagliare il cosmo del loro avversario in procinto di morire insieme a tutti loro?
Praticamente tutte le armature avevano iniziato a cedere e Giulio era messo pure peggio essendone praticamente del tutto privo, senza difesa alcuna nei riguardi della crescente pressione.
Sceptrum Brandeburgicum espanse il suo cosmo minacciando Shaka e l' accorso Aioria.
Ciò che nè lui ne i suoi dorati avversari però si aspettavano era che gli spectre di Papillon e Shadow non erano in realtà fuggiti...
Era ormai palese come in effetti i guerrieri di Hades una volta mescolatisi con quelli degli altri sacri ordini si fossero distanziati dal comune modo di agire dei loro simili...
Per quanto molti dei loro modi di agire non fossero ancora accettabili dai più, forse non fu questa la volta in cui era necessario biasimarli...
"MANI D' OMBRA!"
"SILKY THREAD!"
All' improvviso le ombre attorno al saint delle costellazioni dimenticate si animarono intrappolandolo insieme a numerosi filamenti setosi che lo avvolsero rapidissimamente.
Era evidente come il bozzolo di nuova formazione contenesse insieme al suo corpo altri due, probabilmente appartenenti a Drow e Myu.
La trappola calata su di lui sembrava comunque in procinto di cedere e dubbiosi Shaka e Aioria presero ad espandere i loro cosmi pronti ad agire, incerti forse se colpire anche coloro che comunque erano compagni di lotta.
Fu la voce telepatica dello spectre di Papillon a dar loro il via.
"I tuoi colpi dimensionali, gold saint della Vergine! Mandaci negli Inferi, noi lì non abbiamo nulla da temere!".
Sceptrum Brandeburgicum fece per reagire, intuendo il pericolo, ma per la prima volta due spectre misero davvero a repentaglio la loro vita decisi a tentare il tutto per tutto per dare una possibilità agli altri...
"RIKUDO RINNE!"
Forte anche del cosmo del gold saint di Leo, Shaka spedì il 'pacchetto' dritto nella dimensione che tanto lo univa al mondo di cui Hades era incontrastato padrone...
Due compagni in meno perchè portassero con sè uno dei dieci re...
Certo coloro che avevano 'abbandonato' la lotta non erano tra i più amati dei compagni, ma erano pur sempre tali...
I due gold saint ebbero appena il tempo di accorrere verso lo scontro che coinvolgeva Io e Kiki per assistere alla trasformazione dello scale di Scylla.
Anch' esso era stato dunque più o meno evidentemente bagnato dal sangue di Pan e l' estremo sacrificio a cui era stato sottoposto Io, praticamente da solo contro Honores Frederici aveva compiuto il miracolo.
Shaka e Aioria gli furono comunque al fianco decisi ad approfittare di ogni minimo vantaggio.
Ormai era solo così che potevano sperare di avere una possibilità...
Vi era un altro spectre però che forse aveva imparato a sue spese quanto fosse ardua la via del guerriero al di fuori della tetra oscurità dell' Ade...
Il cosmico colpo a lame unite di Gladii electorales Saxonici di diresse a incredibile velocità verso Kagaho.
Fu l' incredibile e ritrovata forza d' animo dello spectre di Bennu?
L' altrettanto inverosimile arroganza del saint delle costellazioni dimenticate deciso a vincere contro il guerriero di Hades senza eccessivo sforzo?
Quando le fiamme avvolsero il corpo dello spectre fu troppo tardi per il suo avversario accorgersi dell' errore...
L' immagine energetica generata dal colpo del guerriero atlantideo si spezzò insieme alle due lame nel momento in cui impattarono con il fiammeggiante corpo dello spectre.
Nulla, perlomeno in Atlantide, avrebbe potuto ora contrastare la forza delle fiamme di Bennu e il tronfio re venne abbattuto, orribilmente sfigurato senza che forse potesse rendersi conto della reale potenza di un sacro guerriero che aveva trovato la forza di credere in sè.
Shilfield fu l' unico a rendersi davvero conto di tutto ed ebbe la forza, nel suo dolore, di sorridere al compagno.
Kagaho riatterrò osservando con noncuranza la vita che aveva mietuto.
La stanchezza era ripiombata su di lui come se l' armatura che vestiva fosse ormai stata portata anch' essa allo stremo.
Non era molto convinto di metterla alla prova un' altra volta a quei livelli...
Come diavolo funzionava?
Aveva solo una 'ricarica' e poi più nulla?
O si stava solo ponendo domande inutili...
Era l' armatura ad aver compiuto il miracolo o lui stesso?
E se fosse essa stata un placebo?
Troppe domande in un momento in cui avrebbe solo voluto riposarsi...
Lo spectre di Basilisk si rimise in piedi con estrema fatica iniziando a cauterizzarsi la profonda ferita.
"Non male Kagaho..., non male..." gli disse ridendo ma parlando in maniera del tutto sincera.
Alixia ebbe appena il tempo di vedere il sorriso di Tenzen prima di ritrovarsi la punta della lama del guerriero nipponico appoggiata sulla sua gola sino a produrle una lievissima ferita.
Era come se il nome della tecnica con cui il guerriero aveva ribattuto la sua le arrivasse alle orecchie solo ora, ben dopo averla eseguita.
"SEN NO SEN..." ripetè il guerriero di Daikokuten. "...attaccare quando l' avversario decide di attaccare...".
Quanto diavolo era veloce costui?
Lei aveva raggiunto le vette del settimo senso ma lui aveva fatto altrettanto, ma superandola!
La silver saint di Sagitta fece per muoversi ma Tenzen spinse la sua lama allargandole leggermente la ferita al collo.
Sbeffeggiandola chiudendo addirittura gli occhi, lo shinobi proseguì: "Ormai i tuoi compagni saranno riusciti ad aprire la prigione di Atlante! Ma lui non è l' ultimo dei vostri problemi..., hanno il potere delle chiavi e con esse superano ogni divinità possiate immaginare...".
D' improvviso Tenzen si separò da lei consentendole di attaccare ancora.
Il tono del suo discorso cambiò completamente.
"Forza guerriera..., è tutta qui la tua rabbia..., la tua voglia di vendetta...? Prenditela con l' angelo! Cosa gli costava citare i suoi poteri?".
Alasdair arrivò troppo tardi per portare il suo apporto là dove avrebbe voluto.
Con la calma di chi poteva ancora scegliersi un avversario osservò gli scontri in atto.
Non potè non essere impensierito dallo scontro che coinvolgeva Polophilax e i soli Hyoga e Isaac.
Con tutta sincerità non riusciva a comprendere quale fosse il reale, momentaneo, esito dello scontro.
I tre erano circondati da una sorta di barriera simile a quella che aveva intrappolato lui e i suoi compagni al loro arrivo sul continente di Atlantide.
Quali erano però le sorgenti necessarie a mantenerla?
I tre guerrieri stessi?
Con timore ebbe l' impressione che la cupola criocinetica stesse pian piano ingrandendosi come se alla lunga avesse voluto completamente abbracciare la zona dell' enorme cortile.
Avrebbero potuto tutti loro opporvisi?
L' evento sembrava comunque molto in là ed aveva tutto il tempo di dedicarsi ad altro e reclutare 'nuovi' alleati.
Pian piano la sorte delle battaglia sembrava dimostrarsi avversa ai dieci re ma cosa sarebbe giunto dopo di loro?
Erano davvero l' ultimo ostacolo?
Sicuramente sarebbe giunto Atlante..., e poi...?
 
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Hyoga ormai era pronto all' inevitabile...
Il cosmo di Polophilax era spropositato anche tenendo conto del settimo senso a cui lui e il marine di Kraken avevano già provato a far ricorso.
Tutti e tre i contendenti erano ormai già preda del CYCLIC LIFE GLACIATION e lo sarebbe stato probabilmente chiunque fosse entrato in contatto con quella tecnica in grado di ricondurre a un loop infinito il cosmo di qualunque intensità contro di essa diretto.
Ma non era per quello che il gold saint di Aquarius aveva voluto allontanare Ikki, Shun e Tim...
Una bizzarra idea gli si era insinuata nella mente anche durante il primo scontro contro colui che probabilmente era il più forte dei dieci re di Atlantide...
Al di là di ciò che pareva era certo che Polophilax non aveva mai combattuto al meglio delle sue possibilità!
Se così fosse stato lui e molti altri guerrieri non sarebbero mai stati lì e lo scontro in atto sarebbe già terminato da tempo!
Perchè?
Semplice superbia?
O Polophilax un alleato?
E se così fosse..., come voleva aiutarli? Perchè non esplicitare la cosa?
Mostrando loro quella che era davvero la più potente delle tecniche appartenenti alle energie fredde? La tecnica in grado di fermare addirittura un dio?
 
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CAPITOLO LXX - LE CHIAVI DI ATLANTIDE

Atene, 4 Gennaio 1994 ore 14.30
Durata mail del master: 30 minuti

Atlantide. Palazzo regale (Tutti)

Il problema che apparve chiaro troppo tardi era che Ceneus andava combattuto come se si trattasse di due entità distinte!
Shun poteva probabilmente trovare la sua vera essenza se le sue intuizioni erano giuste..., ma chi avrebbe fermato invece il colpo ormai verso loro diretto?
L' arrivo di Edward permise fortunatamente ad alcuni di dedicarsi alla difesa.
Nonostante l' incredibile potere di Tim era impensabile che da solo riuscisse a provvedere a un colpo tanto vasto e anche se lui ne sarebbe uscito incolume non avrebbe sicuramente potuto provvedere alla salvezza degli altri.
Fu pertanto il muro di lance di Kazuo a sopportare l' intero peso dell' assalto nemico anche se dovette essere rafforzato non solo dal suo ma anche dal settimo senso di Jubee e del messenger stesso.
Ritaoha appoggiò invece il tentativo del marine di Seadragon e il bronze saint di Andromeda insieme a Ikki.
La catena si tese come se effettivamente avesse trovato un nemico altrove ma non parve essere in grado di trascinare nulla indietro con sè nè di dare l' impressione di essere riuscita a raggiungere qualcosa!
Dove diavolo si trovava il reale avversario?
Shun scosse la testa.
"Non ho mai visto nulla di simile..., l' unica possibilità è che la sua anima combatta separata dal corpo! Per quanto noi si colpisca il secondo, l' esistenza scissa della prima non permette di avere concreto effetto! A meno che non abbiate idee..., l' unica possibilità è andare contro alle raccomandazioni degli dei e usare l' ANNAWYN MIST! Che sia carne o anima, da lì entrambe non potranno fare ritorno!".
La situazione che riguardava Io e Kiki si era nettamente ribaltata e l' arrivo aggiuntivo dei due gold saint sancì il termine dello scontro.
Bastò che il cosmo donato da Shaka e Aioria si unisse a quello di Io e Kiki per generare un potentissimo SCYLLA E CARIDDI che devastò il re che faceva di Honores Frederici il suo simbolo annullando la sua PROTEZIONE DELL' ALLORO, barriera in grado di privare dei sensi coloro che provavano a infrangerla.
Per quanto Pomum Imperiale potesse essere potente e avesse deciso di suicidarsi in difesa del proprio ideale non poteva certo competere con il numero di sacri guerrieri che gli erano avversi nello scontro in atto.
Loro erano pronti come lui all' inevitabile, ma forti del numero non fu minimamente necessario giungere all' estremo sacrificio.
L' attacco di Neferata funzionò tranquillamente perchè le bastò incrociare lo sguardo del guerriero atlantideo, ma avrebbe probabilmente potuto funzionare qualunque altra cosa dell' intensità che lei, grazie agli apporti, riuscì a manifestare.
La bolla si ruppe più o meno in concomitanza con l' attacco esterno di Alasdair e Kagaho.
Pomum Imperiale venne travolto dalle anime senza che desse neppure l' apparenza di reagire.
Probabilmente era già morto, chiuso nel suo ultimo silenzio come gran parte dei guerrieri atlantidei...
Un minimo di rispetto fu provato da tutti coloro che erano stati suoi avversari, probabilmente tutti loro avrebbero fatto lo stesso...
Con anche la 'metamorfosi' dell' armatura di Tiger nella sua versione divina, Harpa Georgii non parve dover incontrare miglior destino di quello dei suoi compagni.
Il colpo di Mur gli frantumò il torace da parte a parte quando un imperioso urlo di ignota provenienza piombò sull' intera area.
"No!"
Il colpo di Lucifer aveva appena preso efficacemente a suggere il sangue che coronava le piastrelle quando un' imponente terremoto sembrò ingoiare tutti i suoi vegetali come caduche foglie strappate dal vento.
D' improvviso la piastra circolare di pietra notata dall' augure prese a innalzarsi, ricoperta indubbiamente da molto più sangue di quello che era stato versato nella zona che metteva in risalto le sue decorazioni in oricalco.
Prima parve una mera colonna, alta una decina di metri, ma poi diventò sempre più grossa sino ad apparire come una piccola torre dalla sommità a terrazza.
Al suo completamento un' improvvisa esplosione ridusse in macerie l' intero palazzo regale e da esso emerse quello che era chiaramente un enorme varco dimensionale.
Non fu difficile distinguere e identificare la figura al di là di esso e Alasdair, forte forse anche della sua nuova simbologia, fu il primo a trovare il coraggio di pronunciarne il nome.
"Atlante..."
Come se quel nome, poco più che sussurrato, avesse attirato la sua attenzione, il titano si voltò continuando comunque la sua pena di sorreggere la volta celeste.
Senza dire nulla, attirò a se con un teletrasporto di incredibile velocità, il corpo di Harpa Georgii.
Con estrema fatica liberò una delle braccia dal suo fardello e parve attraversare con la mano il corpo del re atlantideo come se esso non fosse più fatto di materia concreta.
Ciò che estrasse fece rabbrividire le chiavi presenti.
Ciò che Atlante reggeva ora nella mano libera era l' essenza di una chiave, lui l' aveva più o meno completamente carpita così come la scorza aveva fatto con loro!
Shun parve stranamente essere a conoscenza dell' identità di quel piano dimensionale...
"Sacred!" urlò.
Atlante sorrise e poi di colpo abbandonò la sua posizione obbligata lanciandosi fuori dal varco e distruggendo con un pugno grosso come un edificio di tre piani, emanazione del suo cosmo, la sommità della colonna.
Era alto poco meno di quello che era stata la costruzione appena emersa dal terreno, estremamente muscoloso e ricoperto solo da una sorta di perizoma.
E ora?
Cosa sarebbe successo ora che Atlante si era sottratto dalla sua pena eterna?
Il Cielo avrebbe impattato sulla Terra?
Alixia era intanto riuscita a solidificare il braccio di Tenzen insieme alla lama che reggeva, unica arma che sinora era parsa essere ricollegabile ai suoi colpi e a una buona metà del corpo.
Era solo perchè anche lui si era portato al limite delle sue energie vitali che tutto non era già finito, ma il guerriero nipponico non parve curarsene particolarmente e indicò alla donna il titano che incombeva su tutti i presenti.
"Ora verrà il potere delle chiavi e quindi quello degli dei minori! Fermateli perchè ciò che vogliono scatenare va anche contro ogni mio piano! Vieni hataonryo!"
Non parve essere un vero e proprio attacco nè un immagine illusoria o dovuta alla propria espansione cosmica.
Era più che altro come se il gigantesco volto alle spalle di Tenzen, simile a quello di un oni, con un solo corno al centro della fronte, ma di circa 10 metri per 10, fosse qualcosa di vivente e si fosse materializzato alla sua chiamata.
"Vai guerriera..., loro hanno bisogno anche di te..." disse in tutta semplicità lo shinobi.
Coloro che non davano l' impressione di essere a conoscenza nei minimi particolari di ciò che stava accadendo erano Isaac e Hyoga.
Praticamente ormai intrappolati nella subdola e potentissima tecnica di Polophilax erano circondati da energie fredde di tale intensità da non lasciare vagare il loro sguardo all' esterno della zona di combattimento ma neanche agli 'esterni' di stabilire cosa stesse realmente accadendo all' interno.
Il potentissimo colpo del gold saint di Aquarius rinforzato dalle energie vitali di Isaac sembrò aver l' effetto unico di far infuriare il guerriero delle costellazioni dimenticate.
Il suo cosmo esplose letteralmente generando cristalli di ghiaccio sulle armature dei due sacri guerrieri che si prepararono dopo un semplice sguardo all' inevitabile fine pur di levare un avversario tanto scomodo ai loro compagni.
Ma improvvisamente una piacevole sensazione iniziò a interessare i due.
Era come se le energie di Polophilax stessero facendo riprendere entrambi dalla fatica e dalle ferite.
"Questa è l' ultima cosa che posso fare per voi...! Atlante è giunto e io solo ho il potere di fermarlo! Se mai dovessi fallire, toccherà però a voi compiere il mio stesso gesto...! Lui vuole l' annientamento degli dei tutti e ciò comprende il vostro destino! Non dubito siate pronti a morire per gli ideali dei vostri dei come lo fui io e ora vi dimostrerò che lo sono ancora! Sì, io non ho mai tradito Athena! CYCLIC LIFE GLACIATION!".
Improvvisamente Hyoga e Isaac si ritrovarono al di fuori dell' influenza cosmica di Polophilax, ormai inesorabilmente diretta su Atlante!
Il titano stava cominciando a provvedere ai fastidiosi insetti che lo circondavano quando intuì il tentativo di Polophilax, non sembrò molto impensierito dalla cosa.
Pronunciò strane irriconoscibili parole, anche per Whimber e Neferata dunque non di natura magica, prima di urlare quello che appariva come una sorta di colpo segreto.
"ANATEMA DELLA COLONNA DEI RE!".
Dai resti della colonna di oricalco prese a manifestarsi un cosmo oscuro e in un istante un maestoso potere dimensionale.
Da esso emersero le porzioni delle chiavi strappate dal servo di Lucifero.
Onio, Bhokenar, Paradhisos, Ceugant, Oniria...
E ad esse si unì Sacred in una parodia ben rappresentata della mappatura dell' intero Annawyn!
Cosa diavolo stava succedendo?
 
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CAPITOLO LXXI - ULTIMI ERRORI.

Atene, 4 Gennaio 1994 ore 15.00
Durata mail del master: 30 minuti

Atlantide. Palazzo regale (Tutti)

Kagaho era in procinto di portare il suo contributo al tentativo di Isaac, Hyoga, Giulio, Mur e Lucifer quando si accorse dell' errore in cui stavano cadendo e urlò a squarciagola di fermarsi.
"Fermi! Quella tecnica funziona come le mia fiamme! Si nutre anche del cosmo!".
"Maledizione, ha ragione!" disse Isaac percuotendo il suolo con il suo gelido pugno. "Non ricordate? Qualunque cosa tocchi il potere di Polophilax rimane intrappolato con esso dandogli eternamente forza in un ciclo continuo di assorbimento ed emanazione!"
Rivolgendosi al gold saint di Aquarius continuò scrollando la testa.
"Come abbiamo potuto essere così stupidi? Non è in questo modo che Polophilax voleva lasciarci la sua eredità! Dobbiamo essere in grado di replicare il suo sforzo, ciascuno di noi due deve essere pronto di sacrificarsi nel suo stesso modo! Se egli dovesse fallire toccherà a me per primo, concedimelo, io non ho più nulla da perdere! Viana è ormai troppo lontana, in tutti i sensi..., mentre tu hai ancora Flair, coloro che da lei nasceranno e il compito di condurre le nuove generazioni di saint come estremo custode delle energie fredde! Solo qualora anche io morissi potrai arrogarti il diritto di svolgere lo stesso compito!".
Continuando ad osservare lo sforzo di Polophilax, coloro che avrebbero voluto aiutare il saint delle costellazioni dimenticate decisero di dedicare il loro sforzo al tentativo comune di aiutare i due spectre in possesso di qualcosa che trascendeva il normale status di sacro guerriero, forse la vera chiave di svolta...
L' enorme sforzo garantì a Lucifer e Giulio di acquisire vestigia divine.
Sì, al di là di ogni previsione anche le 'ali' dell' angelo sembrarono accettare il dono del sangue di Pan e godere di nuova vita come se fossero appena state forgiate nell' alto dei cieli!
Neferata vide i venti della magia girare sempre più vorticosamente su di lei, forte dell' appoggio di così tanti amici.
Quasi non si accorse a causa della loro potenza dell' apparire di una nuova forza accentatrice.
Una donna era apparsa nel punto esatto, al fianco di Atlante, dove erano iniziate ad apparire mani scheletriche che cercavano la loro via fuori dalle profondità del terreno.
Anche lei era indubbiamente una maga ma la forza generata dalla spectre di Lamia appariva chiaramente per lei irraggiungibile, ma la nuova giunta sorrise come se si aspettasse ciò che di lì a poco sarebbe accaduto.
Neferata cominciò ad avvertire che qualcosa non andava, il potere che aveva accumulato era troppo, non riusciva più a controllarlo...
Urlò tentando di richiamare Whimber, l' unico che forse avrebbe potuto spiegarle cosa stava succedendo ma era troppo tardi e anche lo spectre di Bat, pur assistendo alla cosa, come lei, non aveva certo idee in proposito.
Nessuno degli altri ebbe invece possibilità di assistervi e a loro rimase solo l' urlo di Neferata quando fu troppo tardi.
Una tremenda conflagrazione magica abbattè tutti coloro che erano presenti, tranne le chiavi, Atlante e Polophilax, impegnati in qualcosa di troppo superiore.
Non parvero aggiungersi ferite a quelle già possedute ma era come se per un attimo fossero stati privati di tutti i sensi prima di riottenerli.
Alixia aveva appena avuto il tempo di ricevere la risposta da Tenzen prima di finire gambe all' aria come molti degli altri.
Il guerriero nipponico aveva semplicemente rimandato la loro diatriba nel futuro.
Per ciò che aveva in mente era stato necessario il sacrificio del sodemogi, l' harionna, il tearai oni, il bakedanuki, l' inuhoo, lo yosuzume e il gangikozo.
Queste creature del folclore nipponico erano in qualche modo, inconsapevoli, responsabili di alcuni sigilli la cui distruzione, alla loro morte, avrebbe dato inizio a una marcia infernale tesa a dare allo stesso Tenzen pieno potere sul pantheon nipponico.
Era stato facile convincere quei sette a partecipare alla causa di Atlantide ove, grazie ai poteri del continente stesso, sarebbero rimasti al di fuori dei sensi divini degli altri kami.
Dunque il suo agire non era che il preludio di un altra guerra e Atlante non sarebbe dunque d' ora in poi stato altro che una fastidiosa spina nel fianco per lo shinobi.
Che lo distruggessero pure dunque se la fortuna fosse stata dalla loro parte!
Tenzen era svanito insieme alla mostruosa creatura tutta testa grazie a un potere di natura dimensionale a quanto era parso alla silver saint.
L' unico scontro che dunque non era stato interrotto era quello che coinvolgeva il potere delle chiavi e più o meno direttamente anche quello di Polophilax.
Atlante sembrò non curarsi di tutto il resto e fissò la bolla cosmica generata dal saint delle costellazioni dimenticate con estrema sicurezza.
"Polophilax..., Polophilax..., Polophilax..., davvero pensavi che non sapessi? Ah, ah, ah! Tu sei la vera forza del mio piano!".
D' improvviso tutte le porzioni dei vari piani dimensionali dell' Annawyn si illuminarono acquistando potere, contrastate solo dagli sforzi delle chiavi presenti tra i sacri guerrieri.
Bhokenar, Arduin, Onio, Paradhisos, Oniria, Ceugant presero a spegnersi controllati da Aioria, Khaled, Edward, Sigfried, Willie e Io ma Atlante aveva qualche carta in più da giocare...
Sacred era solo in mano sua..., e non solo..., sul suo petto comparve qualcos' altro che fece impallidire i diretti interessati.
Abred!
Atlante stesso era la chiave di Abred!
"Certo..." intuì il marine di Scylla esponendo la sua idea ai compagni. "Colui che si erge tra cielo e terra, egli è sempre stato una chiave! E conoscendo gli dei la sua eterna prigionia ha sempre avuto il significato di sigillare quel suo potere!".
In effetti Atlante cominciò a concentrare su di sè un notevole potere, immenso, ma lo sarebbe stato probabilmente ancor più se le chiavi non avessero escluso le proprie zone di appartenenza.
Improvvisamente la piccola sfera che rappresentava la chiave di Sacred si introdusse nel semi-globo creato da Polophilax.
"Ecco la fine dei vostri sacri ordini! Vediamo se gli dei accorreranno a salvarli, pensando per una volta tanto a qualcosa che non sia loro stessi! Che ne dite voi? Scenderanno dall' Olimpo per salvare i loro mortali preferiti o temendo la loro stessa fine rimarranno arroccati sui loro troni?".
Il terrore scese chiaramente su coloro che avevano ascoltato le parole del titano.
Non fu difficile immaginare cosa sarebbe accaduto...
I sacri templi tutti erano dimensioni ricavate dal cosmo divino e ora che era aperto un collegamento con il CYCLIC LIFE GLACIATION tutto ciò che era in essi avrebbe conosciuto un eterno gelido cosmo.
Ecco perchè della tecnica di Polophilax non era mai restata traccia...
Quale pericolo recava con sè?
Un pericolo che aveva portato il suo stesso creatore a rimanere eternamente esiliato tra nemici...
Fu evidente come Polophilax tentasse di sottrarsi al destino lui imposto da Atlante ma egli era ormai in balia della sua stessa tecnica che aveva trovato nel piano dimensionale di Sacred ormai inesauribile combustibile.
Nessuno sapeva cosa fare, nessuno tranne naturalmente il titano.
"Non preoccupatevi..., raggiungerete il destino di amici e compagni quanto prima..., mostratevi!".
Aioria si era lanciato contro il titano intuendo il probabile destino anche della moglie e dei figli, forse prima che di quello di Athena e degli altri saint.
Edward avvertì chiaramente un 'problema' di natura temporale e fu il solo a vedere il gold saint di Leo tornare al suo ruolo di inutile, ormai, difensore del Bhokenar.
Poi ciò che impensieriva il marine di Seadragon si palesò..., tre donne...
Non ci mise molto a intuire i loro nomi..., Eunomia, Diche e Irene..., le Ore!
Ma gli incredibili alleati di Atlante erano molto più numerosi e sinceramente di un livello chiaramente preoccupante per coloro che erano presenti, armature divine o meno che indossassero!
E nell' ordine di apparizione...
L' opulento Pluto, dio bendato della ricchezza dotato di ali e di un corno dell' abbondanza.
Selene, dea della Luna.
Proteo dio incaricato di pascolare gli animali marini ma molto meno 'alternativo' di Morena della Fauna Marina.
Eris, dea della discordia.
Ilizia, dea del parto.
Le tre Erinni, Aletto, Megera e Tisifone.
E naturalmente Nemesi...
Giulio allibì.
Vi erano 13 esseri simili a diavoli infernali ma non riconoscendone alcuno tirò un sospiro di sollievo, Lucifero almeno non centrava con essi...
Per ultimo una specie di donna centauro con la metà inferiore di drago, lunga circa 6 metri. Le zampe erano avvolte come da tralci di vite ma presto presero a muoversi rivelando la loro natura di serpi. Dove la metà di bestia si unisce al corpo di donna, invece del seno, la pelle pare mutare in lupo, leone e orso. Ali da pipistrello completano la sua coreografia.
"No, lei, non me la sarei mai aspettata..." disse una voce alle spalle di Alasdair tirando nel contempo un buon colpetto a uno dei suoi spallacci.
Era Ercole e con lui Pan.
"Tantini..., che ne dici?" disse il dio delle selve.
"Io di Scylla, penso che qualcuno 'prema' in te, giusto...?".
In effetti il marine del Pacifico Meridionale aveva preso a tenersi la testa appena dopo aver ostacolato il potere del Ceugant.
"Ora!" urlò Ercole.
Io si aprì come portale vomitando fuori da sè numerose figure note.
Hypnos e Thanatos.
"Questa è roba vostra..." disse il dio dei sogni gettando le teste degli Oneiroi ai piedi di Atlante.
Deimos, Phobos ed Enios.
"Sorella..." dissero inchinandosi a Eris
I paredri di Hera tutti.
Per la prima volta i presenti notarono un breve barlume di preoccupazione negli occhi di Atlante.
"Non cambia nulla! Noi abbiamo il potere delle chiavi!" disse il titano.
Intanto anche Ceneus si stava rialzando.
Il suo viso era talmente deformato dalle ferite da non lasciar trasparire se davvero si stesse rendendo conto di quello che stava accadendo.
Shun toccò il braccio del fratello.
"Tu sei sempre riuscito a giungere con le tue ali dive più c' era bisogno di te! Perchè non provi a seguire l' indicazione della mia catena? Non me la sento si aprire le nebbie dell' Annawyn, non dopo quello che sta succedendo qui!".
La donna-mago che era apparsa a Neferata apparve sopra di lei quando ancora la spectre era distesa al suolo.
"Non ci siamo..., davvero pensavi che i maghi ti avessero rivelato tutto? Più potere attingi dai venti magici e più rischi che sfugga al tuo controllo!".
Sorrise vedendo la rabbia montare in Neferata.
"Il tuo uomo non pare più in grado di combattere..., non mi resta che uccidere te, quindi! Ah, prima che tu me lo chieda..., io sono Ecate!"

Edited by Marino di Scylla - 10/2/2013, 19:55
 
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CAPITOLO LXXII - SUPERIORITA' DIMENSIONALE

Atene, 4 Gennaio 1994 ore 15.30
Durata mail del master: 30 minuti

Atlantide. Palazzo regale (Tutti)

Ercole si affiancò al suo guerriero.
"Quella è la peggiore di tutti, non è Scilla..., ma Campe, la custode del Tartaro! Non è una divinità..., ma è in grado di tenere nell' unica prigione in grado di contenere le divinità anche esseri, potenti tanto quanto loro, come ciclopi e centimani! In breve solo mio Padre è mai riuscito tenerle testa..., sarà indubbiamente uno scontro interessante...!".
In breve il Dio degli Eroi volle combattere al fianco di Alasdair e Alixia, affrontando, come il suo solito, colui che riteneva il più valido degli avversari.
La kamui rivestì il suo corpo mentre si slanciò tra le anime urlanti dell' eroe morto e rinato come spectre.
La mitica clava comparve tra le mani del dio abbattendosi sull' essere chimerico prima ancora che riuscisse a muovere le zie zampe anteriori.
Indubbiamente anche le anime di Alasdair, rafforzato anche dal cosmo del sopraggiunto Mime, avevano svolto magnificamente il loro compito e Campe parve rimanersene immobile anche dopo il tremendo colpo che ricevette sulla testa da Ercole per poi crollare però di lato riversa al suolo.
Il musico di Asgard, Alixia e il marito rimasero basiti per la facilità con cui avevano sconfitto la creatura ritenuta tanto potente dal dio che combatteva al loro fianco, ma videro con chiarezza la preoccupazione crescere sul viso di quest' ultimo.
"Eppure la mia clava è ora un artefatto divino..., non dovrebbe esserne immune!".
Campe che era apparsa praticamente morta fino a un istante prima prese infatti rialzarsi con evidente fatica per le dimensioni del suo corpo.
"Lei ha il potere di assorbire tutti i colpi che non la uccidono divenendone immune qualora vengano ripetuti contro di lei!".
Alasdair e Alixia sentirono scemare di colpo tutta la gioia montata prima.
Ercole si voltò verso il proprio guerriero vedendolo in evidente difficoltà nel recupero delle proprie forze.
"Cresci guerriero..., il mio ichor è già in te! Diventa guerriero in grado di affrontare le divinità!"
Campe intanto prese scuotere la testa come a ripigliarsi da un semplice fastidioso mal di testa.
Questa volta la creatura non parve volersene rimanere ferma ad attendere i loro attacchi e lanciò verso di loro le serpi che avvolgevano le sue zampe.
Esse si mossero con tanta potenza verso i tre avversari da scavare veri e propri solchi nel terreno.
"Quello che quei rettili possiedono è un veleno in grado di uccidere qualunque corpo mortale, anche quello con uno spirito divino al suo interno!".
Per i pochi che si attardarono appena nel lanciarsi nella lotta apparve chiaro come la strategia dello schieramento del titano era teso a suddividere la battaglia in tre fronti.
Il primo racchiudeva chiaramente la sola Campe, il secondo era una sorta di accerchiamento difensivo attorno alle Ore da parte delle tre Erinni e delle divinità minori tutte, per il terzo, che riguardava il solo Atlante, vi era invece una forte similitudine col precedente e Cabiri e Cureti difendevano strettamente il titano da coloro che contro di lui ebbero l' ardire di lanciarsi direttamente.
I guerrieri si divisero più o meno equamente riuscendo a coinvolgere direttamente quasi tutti i nemici.
Sigfried si era lanciato praticamente da solo contro Pluto ma si ritrovò a combattere in compagnia degli dei gemelli degli Inferi.
Indubbiamente Pluto presentava sin troppi collegamenti con il loro dio...
Il cavaliere di Odino si sentì piccolo, piccolo di fronte a ciò che stava avvenendo.
Pluto parve proteggersi dall' imminente attacco rinchiudendo sé stesso in una teca minerale.
Il ghiaccio di Sigfried la ricoprì interamente prima che arrivasse l' imprevedibile colpo divino alle sue spalle.
Per quanto potesse essere sorprendente, Hypnos e Thanatos avevano unito i loro cosmi scatenando un potentissimo TERRIBLE PROVVIDENCE.
La teca ghiacciata andò in pezzi talmente sottili da non consentire ai due dei e al guerriero di Odino di discernere con esattezza la fine del loro avversario.
Mentre Sigfried sembrava estasiato i visi dei due dei erano imperturbabili.
Una risata risuonò infatti nel punto esatto in cui era scomparso Pluto.
"Bravi..., avete capito? I poteri di noi tutti sono amplificati dalle essenze delle chiavi! Quello è il vero senso del rituale di Atlante!".
Improvviso si levò un vento azzurrognolo, lo stesso colore di cui erano fatti i cristalli che avevano tentato di proteggere prima Pluto.
Piccoli tagli comparvero sopra le divinità e il god warrior ma era chiaro che essi stessero iniziando ad aderire sulle loro armature, divine o meno che fossero!
"Ecco, questo è il potere del Piano dei Minerali dell' Arduin!".
Il vero problema insomma non tardò a palesarsi.
Che fosse a causa dell' obbligo da parte delle chiavi di partecipare alle lotte o semplicemente perché costoro erano anni luce avanti nella comprensione del loro potere, era indubbio come le loro essenze divine fossero rafforzate dai globi dimensionali che ancora stavano sospesi davanti ad Atlante.
Evidente ciò fu anche nello scontro che coinvolgeva Proteo.
Nonostante l' intervento anche di Io a fianco di Khaled ed Edward il loro potentissimo triplice colpo distrusse ogni cosa attorno al dio ma non scalfì minimamente lui!
Fu il tritone, giunto in possesso come tutti coloro che erano stati aiutati da Pan, Eolo o Ercole di un' armatura divina dopo aver spinto al massimo il loro spirito di sacrificio, a percepire il potere del Piano Elementale dell' Acqua attorno al dio.
"Ironia della sorte..., vediamo come muoiono dei guerrieri del Dio del Mare privati dell' acqua, elemento fondamentale della vita! WATER SPILL!"
I tre guerrieri iniziarono a sudare abnormemente.
Hyoga era rimasto solo contro Selene ma venne presto raggiunto da Isaac.
Evidentemente nessuno dei due voleva lasciar solo l' altro intuendo la possibilità di ripetere il gesto di Polophilax.
La dea scatenò, forse troppo sbadatamente, il FLUSSO DI MAREA contro i due guerrieri forti dei poteri criocinetici finendo con l' esserne congelata.
Avvezzi alle sorprese i due rimasero a fissare il suo feretro vedendo che con improbabile velocità si stava tramutando in acqua senza che Selene paresse essere la responsabile del prodigio.
Kagaho era stato liquidato frettolosamente con un' occhiata da Hypnos e Thanatos e si era affrettato verso Eris.
Non fu con uno degli dei gemelli che si ritrovò a combattere al fianco, ma con uno degli altri figli di Ares, Phobos!
"Forza, rispondigli sorella..." disse il dio estraendo una sciabola e una daga.
"E' perché nostro padre ha sempre preferito noi a te, femmina nata per sbaglio? O è per avere l' unica possibilità di prendere il suo posto come divinità della guerra? Tutti voi qui presenti avete rimostranze da fare agli Olimpici e pensate che basti l' aiuto di un solo titano per ottenere uno dei 12 divini troni? Davvero per quello di nostro padre non avevi pensato di chiedere il permesso a me, Deimos ed Enios? Che frettolosa stolta..., e stupida come al solito!".
La Dea della Discordia scoppiò a ridere.
"Sei scaltro come al solito Phobos..., ma ti sbagli..., io non sono Deimos! Non riuscirai a farmi infuriare perché io ti attacchi a testa bassa!".
Kagaho, stufo di essere stato messo da parte da un' inutile riunione familiare, attaccò andando oltre le forze che gli rimanevano.
Avrebbe dovuto cadere riverso al suolo, se ne accorse quando era troppo tardi, ma non fu così...
Attorno a lui un cosmo sconosciuto, o meglio che non si sarebbe aspettato di avere come supporto, Phobos lo sosteneva con il proprio!
Non vi era più un sacro ordine in quella guerra sacra, era come se tutti loro fossero al contempo compagni e seguaci di tutte le divinità del loro schieramento.
Le fiamme dello spectre di Bennu presero ad ardere di un' incredibile forza e le due palle di fuoco si diressero verso la dea avversaria.
"La riconoscete questa?" disse Eris giocando con una mela dorata tra le mani.
Con essa fermò banalmente le fiamme di Kagaho come mai nessuno aveva saputo fare.
Ma fu la volta di Phobos risponderle a tono.
"E tu riconosci quella?"
Kagaho se ne era accorto e sorrise vedendo la seconda delle sue palle di fuoco impattare contro la mela tagliandola in due appena prima che il corpo di Eris venisse trafitto da parte a parte dalla sciabola di Phobos.
Il dio alleato l' aveva scagliata non visto dalla sorella insieme al duplice colpo di Kagaho celandola per l' appunto nella seconda palla di fuoco.
Eris sputò molto sangue ma lentamente prese ad estrarre l' arma dal suo corpo senza celare il dolore del tentativo.
Kagaho fece per gettarsi contro di lei ma bastò la volontà di Phobos a fargli provare di colpo tutta la stanchezza accumulata.
Per quanto felice fosse di essere ancora in grado di combattere, Kagaho si rese conto di non essere altro che una marionetta nelle mani del dio.
"Aspetta!" gli disse Phobos.
"Sta succedendo qualcosa..., lei non ha poteri rigenerativi né vi è dio che può farlo colpito da un' arma divina!" concluse indicando la cicatrice che tagliava il suo stesso viso da sopra l' occhio sinistro a sotto il destro.
E invece la ferita di Eris stava scomparendo del tutto...
"Non avete ancora capito? Non potrete mai sconfiggere nessuno di noi sino a che le Ore saranno al nostro fianco forti del potere dell' Onio!".
Tim e Kiki sembravano funzionare in magnifica sincronia difendendo Willie dagli attacchi spirituali di Ilizia e il cauldron warrior era riuscito a ferirla pur lievemente con il SHARK JAWS.
Anche le ferite della Dea del Parto avevano comunque iniziato a sanarsi con incredibile facilità!
Le tre Erinni erano davvero furie scatenate.
Erano loro ad aver preso l' iniziativa e stavano costringendo alla difesa i loro avversari.
Aletto aveva ferito gravemente Jubee privandolo della sua proverbiale velocità e solo il supporto di Kazuo aveva evitato il peggio.
Saga e Black Phoenix erano troppo stremati per rappresentare un valido ostacolo per Megera e la sua frusta aveva messo del tutto fuori uso entrambe le braccia del gold saint di Gemini.
Quello messo peggio era però Shaka che doveva affrontare da solo Tisifone anche se il suo KHAN si rivelava come la più potente delle barriere difensive.
Forse due novelli utilizzatori delle arti magiche come Neferata e Whimber non avrebbero mai potuto competere con colei che si diceva fosse l' incipit della magia stessa...
Ma quante volte si era detto che due mortali non avrebbero mai potuto competere con un dio?
Qualunque cosa avesse voluto tentare la dea urlò contro l' attacco di Whimber, incapace di contrastare l' unico potere che andava oltre al divino, lo spirito di sacrificio collegato alla precarietà della vita mortale!
Mai poi una divinità ha potuto davvero opporsi al potere del sincero amore e alla furia della amata quando sente l' oggetto del proprio amore sfuggirgli tra le mani verso un eterno oblio.
Tutto insomma fu contro Ecate, divinità ormai conscia dei propri limiti.
Come troppi però non parve essere destinata alla definitiva sconfitta.
Guardando il corpo immobile del marito e il sacrificio ancora in corso di Polophilax, alla spectre di Lamia venne l' intuizione di essere la sola, almeno in questo frangente di terminare definitivamente uno degli scontri.
Analoga la sorte di Giulio con Lucifer.
L' augure superò ogni altro così come aveva fatto Whimber giungendo a un livello troppo estremo per una divinità che della reale vita non aveva sentore.
L' esplosione di energia vitale avvolse Nemesi in un germogliare di vegetali per essere da essi ingoiata sino a finire nel nulla.
Il guerriero di Demetra era riverso al suolo mentre Giulio non era in grado di capire se la fine di Nemesi era effetto del colpo o meno...
Al fianco dell' angelo giunse il bronze saint di Andromeda, come attirato dall' accaduto.
"Cosa diavolo è successo qui? Ho avvertito chiaramente l' Annawyn aprirsi su di lei!".
Giulio lo guardò basito.
Cosa diavolo voleva dire?
"Non so spiegarti..., ma è come se qualcosa in me abbia reagito sigillando per sempre laggiù la Dea della Vendetta!".
Qualcuno in effetti era riuscito a superare lo sbarramento divino e si trovava ora faccia a faccia con le Ore.
Mur e Sid incombevano su Diche e il gold saint di Aries si portò quasi al limite pur di riuscire a colpire quello che era chiaramente uno dei problemi principali.
La divinità non fece nulla.
Sembrò solo innalzarsi la temperatura come se da inverno che era fosse improvvisamente giunta l' estate.
Il colpo avanzò potente verso di lei sino a scemare in potenza e scomparire del tutto.
Fu solo in quel momento che Diche si fece realmente minacciosa.
"BRUMA DELLA GIUSTIZIA!"
Dai bracciali della sua kamui sembrò provenire della sottile nebbia.
"Innalzatevi piante del raccolto estivo! Mostrate al rigoglio estivo la potenza dei vostri steli! GROWTH!" disse un improvvisa voce.
Pan era con i due guerrieri e aveva evocato un muro di piante a germinazione estiva di fronte alle Ore evitando che la bruma raggiungesse i sacri guerrieri.
Tutto sembrò andare per il meglio almeno finché dopo pochi secondi steli, foglie, fiori e frutti divennero un tuttuno tornando allo status di semi, come se il tempo fosse stato subitaneamente invertito.
"Sono troppo potenti! Riescono ad assorbire in qualche modo il potere dell' Onio facendo regredire le ferite di tutti i loro alleati, annullando i vostri colpi e chissà cosa altro se riuscissero a colpirvi direttamente! Lo stadio di feto vi dice nulla?".
Il Dio delle Selve rimase in silenzio solo un attimo pensando sul da farsi.
"Le chiavi devono fare tutto il possibile per riacquistare il potere sui loro piani... Ma dannazione! Loro possiedono anche il Sacred e l' Abred! Non potremo mai competere contro di loro senza eliminare quel vantaggio!".
Mur e Sid lo fissarono perplessi.
Eliminare il vantaggio? Non è quello che avevano cercato di far dall' inizio? Eliminare Atlante...
In parte si era riusciti a sgomberare anche quella parte di battaglia.
I paredri, a parte Pitone e Argo, avevano difficoltà ad affrontare Cureti e Cabiri ma Enios era giunto al loro fianco come furia e Deimos e Aioria erano giunti sino a minacciare Atlante stesso!
L' evoluzione ad armatura divina della gold cloth di Leo aveva evitato il peggio ad Aioria ma aveva una gamba spezzata in almeno due parti e neppure Deimos, forte della sua furia era riuscito a portare un solo colpo al titano.
Lontano da tutto ciò era Ikki.
L' idea del fratello aveva dato l' esito inaspettato e forte del suo PHOENIX FLAMING FLY era giunto, anche piuttosto inaspettatamente, nella sede dell' anima di Ceneus.
Il bronze saint di Phoenix non aveva tempo di domandarsi come fosse stato possibile realizzare ciò ma vide la raffigurazione spirituale del suo avversario.
Indubbiamente Ceneus non si aspettava di essere raggiunto laggiù e si limitò a tentare di fuggire nel buio.
 
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view post Posted on 24/2/2013, 19:35
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CAPITOLO LXXIII - COLASI E APIRON

Atene, 4 Gennaio 1994 ore 16.00
Durata mail del master: 30 minuti

Atlantide. Palazzo regale (Tutti)

Ikki si sentiva indubbiamente strano.
Non era la prima volta che compariva dove doveva essere esattamente al momento giusto...
E la catena di Andromeda gli aveva solo mostrato esattamente dove andare, non gli aveva dato altro aiuto, però...
Da principio era parso un potere della sua già mirabile armatura, tratto dalla sua costellazione o direttamente dalla simbologia insita nell' Iperuranio...
Poi era saltata fuori la questione che lui, Shun e Pandora erano praticamente figli di dei o meglio delle loro reincarnazioni momentanee...
Ma tutto ciò sembrava essere ancora qualcosa che andava oltre...
Lanciò l' HOYUKO TENSHO con poca convinzione, come se migliaia di domande si affollassero nella sua testa, come se fosse un altro ad aver lanciato quell' attacco e non lui...
Nella realtà Ceneus si era dimostrato, insieme a Polophilax, come il più potente dei dieci re ma lì era tutta un' altra cosa...
Il saint delle costellazioni dimenticate non parve avere neppure la possibilità di lanciare i suoi colpi segreti e venne travolto senza scampo dalle fiamme di Ikki.
Il bronze saint di Phoenix quasi svenne dal dolore nella sua testa quando tentò di avvertire il punto di ritorno.
Era come se ne avvertisse centinaia..., no migliaia..., no, infiniti!
Durò però solo un attimo e quindi riuscì a ripercorrere la giusta via dimensionale ancora sulle ali della fenice...
Il combattimento contro Campe sembrava essere destinato a un infinito stallo almeno finchè i sacri guerrieri avrebbero retto...
Il duplice attacco di Alixia, evoluta anch'essa a guerriero divino e Alasdair, insieme a Mime, ebbe indubbiamente il merito di fermare tutti i rettili diretti contro di loro ma questa volta la creatura, pur investita parzialmente dalle loro tecniche, non cadde neppure.
Eracle si era limitato a supportare gli attacchi dei guerrieri col proprio cosmo, come se volesse studiare attentamente la soluzione.
Campe ruggì lanciandosi direttamente contro i quattro.
Il Dio degli Eroi chiuse la mano destra a pugno per poi riaprirla con una freccia materializzatasi all' interno del suo palmo.
"Usa questa!" disse ad Alixia. "Io farò in modo che lei ti rivolga la parte alta della testa..., devi trafiggerla proprio al centro! Voi altri due donatele tutto il cosmo che potete, questo è lo scontro decisivo..., se non funziona neppure questa mia idea, comincio a credere di non poter mai raggiungere le capacità di mio Padre...".
Quindi Eracle ruggì a sua volta e si lanciò sorridendo verso Campe come se volesse scontrarsi frontalmente con lei!
Sigfried non si era mai sentito tanto inutile come in quel momento.
Gran parte del suo corpo venne ricoperto di sostante minerali bloccandogli i movimenti.
Gli stessi dei gemelli parvero essere lievemente in difficoltà ma il loro cosmo spezzò la forzata prigionia e provarono la strategia opposta alla precedente.
Questa volta fu l' ETERNAL DROWSINESS ad essere lanciato contro Pluto forte dei loro cosmi uniti.
"Potrai rigenerarti finchè vuoi ma voglio vedere come te la caverai nel Mondo dei Sogni!"
In effetti il Dio della Ricchezza parve cadere privo di sensi.
Ma la sua risata risuonò presto con il medesimo fastidioso tono.
"Possibile che non abbiate ancora capito? Anche Oniria è in mano nostra!".
Solo ora che aveva osservato quanto fossero inutili i suoi avversari, Selene parve voler rispondere loro estremamente baldanzosa.
"Secondo voi perchè vi combattiamo? Ma ci fate o ci siete?"
Indicando Proteo: "Un dio del mare relegato a pastore...".
Indicando Pluto: "Il Dio della Ricchezza non padrone di alcuna delle gemme sotterranee..."
Indicando le Ore: "Serve di Era? Custodi del Carro del Dio del Sole? Seguito di Aphrodite? Corteo di Dioniso? Compagne di giochi di Persefone e Pan?".
"Vi bastano come motivazioni?".
La dea fissò noncurante l' attacco di Hyoga e Isaac.
Il secondo si era risparmiato, come in effetti anche il bronze saint di Cygnus, nell' utilizzo del cosmo con cui aveva lanciato la DIAMOND DUST, ma il motivo fu subito chiaro.
Selene fermò con noncuranza i colpi rendendoli semplici gocce di rugiada.
Il marine di Kraken si rivolse al compagno.
"E' giunto il momento..., dobbiamo seguire gli insegnamenti di Polophilax... Potranno pure essere divinità..., potranno pure essere divenuti invincibili grazie al potere dei piani..., ma non resisteranno mai all' eterno potere del CYCLIC LIFE GLACIATION!".
Eris tentò la carta di mettere l' uno contro l' altro i suoi avversari, come era da sua natura.
"Perchè non dai tu un po' di spiegazioni al tuo alleato? Perchè non gli dici che è in piedi solo per tuo capriccio e che tu, come sei solito fare, sei capace solo di combattere dalle retrovie muovendo i tuoi pezzi a farti da scudo?".
Anticipando la risposta che pareva venire più da Kagaho che da Phobos la Dea della Discordia continuò: "Aspetta fenice degli Inferi, vuoi che te lo dimostri? Vediamo ad un mio attacco come può rispondere il nobile Phobos!".
"PER IL SACRO LETHE!".
Kagaho lo riconobbe subito, quello era in effetti il Fiume della Dimenticanza e la sua immagine cosmica era alle spalle di Eris!
Phobos gli parlò sottovoce: "Usa tutto quello che è a tua disposizione per fermare quel colpo, io preparerò il TIMOR VITAE e dubito che qualunque potere lei abbia assorbito ora possa resistere ad esso!".
Ilizia aveva risposto furiosamente agli attacchi di Kiki e Willie e la sola presenza di Tim pareva permettere agli altri due di riprendersi dai suoi potentissimi attacchi mentali.
Shaka era stato abbattuto da Tisifone ma Saga aveva relegato nell' ANOTHER DIMENSION Megera dando la possibilità, essendo svenuto subito dopo per la fatica accumulata, almeno a Black Phoenix di evitare che gli fosse inferto il colpo decisivo.
Purtroppo però il black saint non pareva essere in grado di reggere un simile scontro e Jubee e Kazuo non erano ancora riusciti a colpire Aletto.
Da maledetto strumento di Lucifero attraverso il suo servo, Neferata parve essere baciato dall' Unico sottoforma di miracolo.
Qualcosa le diede la forza di compiere un gesto che avrebbe dovuto essere l' ultimo, forse neppure compiersi, stremata come era e benedetta da nessuno degli dei alleati.
Medea non riuscì a compiere alcuno dei suoi artefici e si ritrovò addosso la spectre di Lamia che quasi le svenne tra le braccia.
Maledetto era parso il suo sogno di vampiresca immortalità, mai tanto come in questa guerra sacra, ma in quel momento esso tornò a essere mortale speranza!
nel momento stesso in cui le sue fauci si chiusero sul collo della dea, le forze tornarono in lei condannando Medea e lei stessa in una parodia di quello che si era dimostrato il potere massimo criocinetico di Polophilax.
Per quanto il potere delle Ore guarisse la dea, Neferata le suggeva le energie vitali non permettendole di recuperare le forze abbastanza da poter tornare a combattere!
Enios aveva abbattuto due demoni ed ormai Argo aveva sconfitto il suo avversario.
Le Ore stesse vennero semplicemente lasciate da parte e anche Pan, Sid e Mur si dedicarono completamente ad Atlante.
Il cosmo di Pan abbracciò lo sforzo di Mur e Sid permettendogli di sostenere l' abnorme sforzo.
Il loro arrivo permise anche a Deimos di portare il primo efficace attacco e Atlante mostrò le prime ferite.
Queste, stranamente, non parvero rimarginarsi come le altre 'curate' dalle Ore ma ciò che accadde lasciò basiti i due dei facendoli arretrare perplessi tra i guerrieri al loro fianco.
Energia pura!
Ciò che scendeva da Atlante invece dell' ichor era cosmo nella sua più intima essenza!
"Cosa hai fatto?" si azzardò a dire Pan.
"Io sono l' Uno e Solo! E attraverso me ogni cosa verrà creata! Noi saremo gli dei della nuova era!" urlò Atlante.
"Ma ti rendi conto di quello che può succedere..." tentò ancora il Dio delle Selve.
Deimos guardò Pan piuttosto perplesso non possedendo minimamente l' acume dei fratelli.
Pan spiegò: "Atlante sta riunendo in sè il potere di tutti i piani dimensionali qui presenti! E non avendo più un' anima sta ricolmando la sua parte spirituale con esso giungendo a divenire quello con cui può essere identificata come la forza primordiale che diede inizio a Gea e Tartaro!".
"Ed è potente?" chiese Deimos battendo le proprie armi l' una sull' altra.
Khaled ed Edward avevano in effetti visto giusto ma cosa avrebbero mai potuto fare loro due soli?
Non vi era nulla da aprire o chiudere, a detta degli dei l' unica cosa che era a loro concessa...
Ciò che gli dei 'prendevano' dai piani non era nulla altro che l' amplificazione di poteri che già possedevano!
E nel loro tentativo i due guerrieri di Poseidone giunsero ad altre allarmanti conclusioni.
Non importavano i loro tentativi di controllo su specifici piani, quando vi provavano vi era sì uno 'scompenso' ma questo veniva presto bilanciato dai poteri di quelli su cui non esercitavano interferenza e dai due di vantaggio degli atlantidei!
"E' l' acqua che vuoi?" disse il marine di Scylla rivolto a Proteo. "Allora prendila! BIG TORNADO!".
L' apporto di Giulio e Shun fu decisivo.
Il dio ricadde riverso al suolo costretto a cessare il suo colpo.
L' angelo era esausto, incapace di muovere un singolo muscolo e Io non avrebbe potuto ripetere l' esperimento.
Divino o no che fu il corpo di Proteo, esso prese a rimodellare ossa e muscoli mentre il sangue che gli faceva da contorno prese a rientrare negli esatti punti da cui era fuoriuscito.
Io ebbe la forza di rivolgersi a Shun ma le parole gli si spensero in bocca.
Riconosceva il potere a cui il bronze saint di Andromeda stava attingendo e capiva che non vi era altra scelta.
Pianse Io intuendo il giungere della sua ultima battaglia, non per sè ma per altri...
Tutto il cosmo restante al marine venne donato al bronze saint di Andromeda.
"ANNAWYN MIST!"
Le nebbie presero ad emanarsi dal corpo del cavaliere di Athena mentre le vestigia divine tornavano dopo tanto tempo a rivestirne il corpo.
Io urlò.
"Chi diavolo è ora?".
Un sorriso, apparentemente sarcastico si dipinse sul suo volto.
"Ci mancava lei...".
Ancora attraverso lui giunsero altri alleati.
Coloro che avvertirono la cosa rimasero piuttosto perplessi da un aiuto che non pareva certo decisivo.
Pandora e Morrigan erano giunte per chissà quali trame intessute dalla Dea del Fato in Battaglia.
La dea parve subito perplessa osservando il potere delle chiavi in mano ad Atlante.
"Dannazione! Lui ne ha due a suo favore!".
Quindi Morrigan si rivolse a Pandora: "Forza espandi il potere del Colasi!".
La sua luce provò ad opporsi a quella generata dai frammenti di Atlante.
"Non basta!" ruggì la dea
"Forza tutti voi!" urlò Morrigan rivolta a tutte le chiavi presenti.
Il vantaggio rimaneva però di uno a favore di Atlante.
Il titano sorrise dunque a quel tentativo.
Proprio in quel momento comparve però Ikki.
Morrigan lo fissò stranita.
"Tu? Tu sei la chiave dell' Apiron! Ma da quando?"
Ikki la guardò come se gli avessero detto che lui sarebbe stata la nuova reincarnazione di Athena.
"Forza, cosa aspetti? Sorreggi lo sforzo dei tuoi compagni!".
Per la prima volta Atlante apparve impensierito dagli sforzi degli avversari e parve intenzionato a scendere lui stesso in battaglia direttamente contro le chiavi che si erano inconsapevolmente avvicinate tra loro.
Morrigan lo fronteggiò direttamente.
 
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